Andiamo a teatro?


Redazione

30 Gen 2015 - News teatro

Ecco tutti gli appuntamenti nei teatri marchigiani previsti nel prossimo mese di febbraio.

Pesaro | 1 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Rossini
Osimo | 14 febbraio  (ore 21)
Teatro La Nuova Fenice
STEFANO ACCORSI
DECAMERONE
vizi, virtù, passioni
liberamente tratto dal “Decamerone” di Giovanni Boccaccio
adattamento teatrale e regia Marco Baliani
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo, le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Finchè si racconta, finchè c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui e lei che racconta e noi che ascoltiamo. Per questo ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, la morte è in agguato, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori ridicoli, erotici, furiosi, storie rozze, spietate, sentimentali, grottesche, paurose, purchè siano storie e raccontate bene, perchè la vita reale là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perchè oggi ad essere appestata è l’intera società. Ne sentiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le conventicole, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare.
In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce. Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze. […] Perchè anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali e laidi, quelle puzzonate, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, come in tutte le grandi storie, il mistero della vita stessa, un’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza, facendoci di botto scoprire che il re è nudo e che per liberarci dall’appestamento dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle, farci un bell’esame, ridendoci sopra, e digrignando i denti, magari uscendo da teatro poco indignati ma ragionevolmente incazzati, anche con noi stessi. Marco Baliani

Osimo | 1 febbraio 2015 (ore 17.30)
Teatro La Nuova Fenice
LAURA MARINONI, STEFANO RANDISI, ENZO VETRANO
L’ONOREVOLE
di Leonardo Sciascia
adattamento e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Il modesto professor Frangipane è un modello di correttezza e idealità basato sulla cultura e sul rispetto. Inaspettatamente riceve l’offerta di una candidatura alle elezioni nella circoscrizione della Sicilia occidentale. Pur titubante, viene convinto ad accettare l’onere e l’onore di sedere come deputato in Parlamento. Ha inizio una carriera politica inarrestabile che lo porta a conquistare un potere sempre più forte, a muoversi tra agi e lusso, ma anche a scendere a compromessi sempre più miseri e a stringere loschi accordi con personaggi malavitosi. Gli fa da contraltare la moglie Assunta che comincia come ad appropriarsi dell’identità che il marito va perdendo, attraverso un’immersione nell’idealismo, nel senso di giustizia e sete di cultura di Don Chisciotte, lettura prediletta di Frangipane quando era ancora professore.
Letto oggi, questo testo scritto nel 1965, che ci parla di connivenze tra politica, affari, alti prelati e criminalità organizzata, di favori e corruzioni, di furbizie e tradimenti, assume il carattere di un’amara profezia. Un finale sorprendente ribalta la rassegnazione della protagonista femminile in un più crudele e disarmante epilogo che ci fa scorgere in un trionfo di glamour l’abisso quotidiano ormai percepito dall’intera collettività come raggiungimento del vero successo.  Enzo Vetrano e Stefano Randisi

Chiaravalle | 1 febbraio 2015 (ore 21)
SONIA ANTINORI, ROBERTA BIAGIARELLI, FAUSTO CAROLI, ANDREA CAIMMI
LA POLITICA INSEGNATA A MIO NIPOTE
CAPITOLO XII: HO FATTO NAUFRAGIO, BENE HO NAVIGATO
Romanzo di Formazione Europea
di Sonia Antinori
W.I.S.E. è un montaggio di storie e prospettive contraddittorie, forme e spazi differenti, nato da un confronto europeo sul tema della politica: speranze, utopie e infine le contraddizioni della Democrazia. Oltre sessanta testimoni nati fra il ‘26 e il ‘49 e provenienti da quattro paesi geograficamente rappresentativi (Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia) hanno consegnato la loro biografia politica, gettando così le basi dei dodici capitoli di questo romanzo del nostro continente, dove smarrirsi è ritrovarsi, come in una foresta.
Tre i capitoli dedicati all’Italia: il capitolo I è sulla coscienza civile nata dall’urgenza di sopravvivere al conflitto; il capitolo IX sul percorso di democratizzazione del Paese attraverso la Magistratura; il capitolo XII che coincide con l’ideale culmine dell’intero viaggio nella coscienza di un continente, l’emblema di un apice di consapevolezza.

Urbino | 1 febbraio 2015 (ore 16.30 e ore 18 )
Sala del Maniscalco
TEATRO PIRATA
LA STORIA DI FEDERICO
di e con Lucia Palozzi
Tra sogni e avventure si snodano le vicende della vita di Federico da Montefeltro, fino all’incoronazione a Duca di Urbino e alla costruzione della città ideale con l’ambizione di costruire un mondo dove tutto è sotto controllo. Ma se questo mondo programmato fosse solo un mondo spaventato, che ha paura di volare, di cadere e delle infinite possibilità che si nascondono dietro ogni scelta?

Ascoli | 1 febbraio 2015 (ore 17.30)
Teatro Sanzio
ART N/VEAU
L’UCCELLO DI FUOCO
da un’idea di Giulia Zeetti
regia Cecilia Ventriglia, Giulia Zeetti
Origami.
Due attrici-danzatrici.
Un’atmosfera magica in cui i canti,
i corpi e le loro trasformazioni
invitano i piccoli spettatori a colorare,
con la loro fantasia, i luoghi, i personaggi
e le emozioni di una fiaba senza tempo.
Lo spettacolo, rivolto agli adulti e ai bambini dai 4 anni in su, è ispirato all’omonima leggenda russa in cui un principe, Ivan, con l’aiuto de l’uccello di fuoco libera dalle grinfie del cattivo Kascey la principessa Vassilissa.
In scena, protagonisti della narrazione sono Corpo e Voce, contenitori di musica, movimento e colore.
Se la fiaba ha un potere che si perpetua al di là del tempo, così certe assonanze, certe geometrie, azioni fisiche e colori possono toccare corde intime di ognuno di noi.

Sant’Angelo in Vado | 1 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Zuccari
PANDEMONIUM TEATRO
I TRE PORCELLINI
scritto e diretto da Tiziano Manzini
con Walter Marconi
L’idea di lavorare su I tre porcellini è nata all’interno di un progetto di animazione estivo che comprendeva un angolo dedicato alla narrazione. Durante quegli interventi si è lavorato sia su favole tradizionali che su altri testi come Gli sporcelli di Roald Dahl o Pierino Porcospino di H. Hoffman. Prende così forma il progetto di lavorare su una favola tradizionale utilizzando però il punto di vista di personaggi non solo brutti, sporchi o cattivi, ma insieme “brutti, sporchi e cattivi”, come i personaggi di Dahl. E quale espediente migliore per dare curiosità alla rilettura di una fiaba arcinota come I tre porcellini se non quella di riviverla dalla parte del lupo? Per di più lui, il nostro lupo, è un appassionato del fai da te, degli imbonitori televisivi e ama canticchiare canzoncine per bambini. Come andrà a finire la storia?

Civitanova | 3 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Cecchetti
ISABELLA RAGONESE
AFRICAN REQUIEM
scritto e diretto da Stefano Massini
Su un palcoscenico decadente, popolato di carcasse di barili rugginosi, immersi in un’atmosfera perennemente incerta, nebbiosa come la Mogadiscio descritta da Ilaria Alpi – sempre grigia di smog e di vapori – prende vita un recital di luci ed ombre, dove una partitura di voci si amalgama continuamente alla musica e a suggestioni video. Siamo nei dieci secondi successivi all’omicidio: un bagliore di luce, poi il caos di una faticosa presa di coscienza. Isabella Ragonese è un’Ilaria Alpi appena uccisa, che si desta come da un improvviso letargo e ripercorre la propria vicenda in un susseguirsi di saette di memoria. Ne nasce una carrellata di tredici frammenti, incursioni spietate nella ferita ancora sanguinante di una Somalia contraddittoria, terra di torbidi compromessi e nefandi accordi mascherati dietro l’alibi di una beffarda cooperazione. In un vortice di evocazioni e di opposti stati d’animo, fra tesissime ascese e discese vertiginose, la tela del calvario si tesse e ritesse da sola, componendo un puzzle inaudito in cui le parole di Ilaria si sdoppiano fra Isabella e Luisa Cattaneo, magari poi aprendosi in nitidi flash-back dove i faccendieri hanno i sorrisi larghi di Gioele Dix, e il Sultano di Bosaaso i toni di un asettico intollerabile Gianmarco Tognazzi. Nel ventesimo anniversario dell’omicidio di Ilaria Alpi a Mogadiscio (1994-2014), Stefano Massini conclude il suo progetto drammaturgico intorno alla giornalista del Tg3: un percorso teatrale affidato alle voci di tre grandi interpreti che si sono susseguite nel tempo: prima Ottavia Piccolo, quindi Lucilla Morlacchi e infine Isabella Ragonese. Il progetto giunge a compimento nel segno dell’interazione con la musica dal vivo e con le sequenze video, a sigillo di una grande “narrazione di immagini” dove l’Africa è ventaglio di suoni, odori, colori, percezioni sparse.

Corinaldo | 3 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Goldoni
San Costanzo | 4 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro della Concordia
GIOBBE COVATTA
6° (SEI GRADI)
uno spettacolo di Giobbe Covatta e Paola Catella
Dopo “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), tocca ora al numero “6″! Anche questa volta il numero che Giobbe ha scelto per titolo del nuovo spettacolo ha un significato simbolico: indica l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta.
Lo spettacolo è ambientato nel futuro, nei diversi periodi in cui la terra sarà più calda di uno, due, tre, quattro, cinque, sei gradi. I nostri discendenti, insieme al nostro patrimonio storico e culturale, avranno ereditato anche il mondo nello stato in cui glielo avremo lasciato. Come sarà il mondo più caldo di un grado rispetto a oggi? E quando i gradi saranno due? E sei? I modelli matematici ci dicono chiaramente che i nostri discendenti si dovranno adattare a un pianeta molto meno ospitale, se sin da oggi non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia.
Certo, l’uomo non perderà il suo ingegno: Giobbe si immagina le stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche che si metteranno a punto per far fronte all’emergenza ambientale e sociale. E la comicità di tutti i personaggi indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni.
E probabilmente i nostri discendenti ce l’avranno un po’ con i loro antenati, che ci giudicheranno severamente e che troveranno anche loro estremamente ridicolo il nostro modo di vivere!
Sempre che che la fine del mondo prevista per il 2012 potrebbe essere solo stata rimandata di… 6 gradi!

Macerata | 4 e 5 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Lauro Rossi
ADRIANA ASTI, GIORGIO FERRARA, GIOVANNI CRIPPA
DANZA MACABRA
di August Strindberg
regia Luca Ronconi
Danza macabra di Strindberg è un testo illustre, interpretato da sempre dalla critica come un exemplum della vita coniugale vissuta quale inferno domestico, in cui si confrontano e si scontrano, da un lato, la natura satanica della moglie, Alice, e, dall’altro lato, il carattere vampiresco del marito, il Capitano, che cerca di succhiare la vita del secondo uomo, Kurt, psicologicamente fragile e remissivo.
In realtà si tratta di un’interpretazione di maniera, depistata dalla forte sensibilità misogina dell’autore svedese. Una lettura più attenta del dramma consente invece di prendere atto che, più semplicemente, siamo di fronte all’inferno domestico di una coppia per niente infernale. La vicenda inizia e finisce su toni e timbri di misurata cordialità coniugale. È solo con l’arrivo del terzo, di Kurt, che cominciano le tensioni. Il Capitano e Alice sono come una coppia di attori, tranquilli quando non c’è pubblico, e subito eccitati dalla presenza di uno spettatore. L’arrivo di Kurt è l’occasione perché entrambi i coniugi si animino e si esibiscano, calandosi ciascuno di essi nel proprio personaggio: il vampiro per il Capitano, e la femmina diabolica per Alice, che seduce il timido Kurt. La fuga finale di Kurt riporta la coppia al punto di partenza, alla calma routine esistenziale.
Per Ronconi siamo cioè di fronte alla rappresentazione di una storia infernale ma risibile, che fa pensare curiosamente al vaudeville di Courteline, Les Boulingrin, andato in scena nel 1898, pochi anni prima della stesura di Danza macabra (1900), in cui i coniugi Boulingrin si scatenano all’arrivo di un ospite in visita, su cui proiettano farsescamente le tensioni della coppia borghese. Roberto Alonge

Porto Sant’Elpidio | 5 febbraio 2015  (ore 21.15)
Teatro delle Api
SERGIO ASSISI, BIANCA GUACCERO
OGGI STO DA DIO
di Sergio Assisi, Lorenzo Gioielli, Daniele Prato, Fabrizio Sabatucci
regia Mauro Mandolini
Tre uomini, Ambrogio, Pietro e Gennaro, vengono convocati, per un motivo di cui non sono al corrente, da un’entità non meglio definita in un luogo evidentemente irreale. Li riceve una Segretaria che appare piuttosto bizzarra e scarsamente accogliente. I tre danno subito libero sfogo ai loro caratteri ed evidenziano i rispettivi difetti. Prima che la cosa travalichi i confini della civiltà, la Segretaria informa i tre Santi (perché i tre uomini sono Sant’Ambrogio, San Pietro e San Gennaro) che il Signore Iddio li ha convocati per sottoporli a una serie di test onde comprendere la loro capacità di sostituirLo nel caso Egli voglia prendersi una pausa dai Suoi affanni divini. Soprattutto, devono dimostrarGli di essere in grado di collaborare per un fine comune.
Qualora non ci riuscissero, il prezzo del loro fallimento sarà altissimo: la cancellazione dell’Italia e degli italiani dalla faccia della Terra, perché sia di monito per tutti gli esseri umani rimasti.
Ai tre Santi non resta che mettere da parte i difetti nazionali e tentare di lavorare per convincere Dio che l’Italia non deve sparire per sempre dalle carte geografiche. Hanno solo il secondo atto per riuscirci. Ce la faranno?
Una commedia, che con assoluta leggerezza, ci fa ridere di noi e della tipicità del nostro carattere per poi condurci a una sorprendente soluzione. Perché gli italiani, si sa, quando vogliono davvero perseguire uno scopo sono capaci di tutto, perfino di essere migliori di come sembrano.

Jesi | 5 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Pergolesi
MILVIA MARIGLIANO, MONICA PISEDDU, ARTURO CIRILLO, EDOARDO RIBATTO
LO ZOO DI VETRO
di Tennessee Williams
regia Arturo Cirillo
La regia poetica e sensibile di Cirillo si misura con un classico del teatro del novecento, mostrando meccanismi familiari sempre attuali e personaggi reali, nell’Italia di oggi come nell’America degli anni ‘40.
Lo zoo di vetro è “un dramma di memoria”, secondo la definizione dello stesso Tennessee Williams, cioè è un testo dalla doppia natura: realistico nella descrizione dei rapporti tra i personaggi, ma totalmente onirico rispetto al tempo della vicenda e al tempo della sua rappresentazione. Potente messa in scena dell’atto del ricordare e del rapporto con il passato come luogo del rimpianto: “Il futuro diventa presente, il presente passato, e il passato un eterno rimpianto” si dice nel testo.
Al centro della vicenda il fallimento di una famiglia, una madre che vive ancorata al ricordo di una giovinezza dorata, un gruppo di ex-giovani ormai senza più età.

San Lorenzo in Campo | 5 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Tiberini
ROBERTA BIAGIARELLI
FIGLIE DELL’EPOCA
Storie di (alcune) donne nella grande guerra
un progetto di e con Roberta Biagiarelli
drammaturgia Simona Gonella
Il Novecento si apre e si chiude a Sarajevo.
Frase consumata ma efficace per creare un ponte tra l’inizio della prima “grande guerra” e le macerie dell’ultima guerra in terra d’Europa, quell’inferno – welcome to hell – che è stato il conflitto tra gli stati dell’ex-Jugoslavia. Ecco, io quel conflitto l’ho attraversato e lo conosco a fondo. Sono più di quindici anni che ne parlo attraverso le parole di un altro spettacolo e lo abito nelle sue conseguenze come artista ed essere umano nei miei viaggi, progetti e azioni concrete nei confronti della Bosnia-Herzegovina, e in particolare delle sue donne. Il conflitto della prima guerra mondiale invece no, lo conoscevo poco, era ancora storia di libri, di scuola, di film. Poi c’è questo Centenario (1915-2015) ed ecco che mi metto a cercare dove sono io rispetto a un evento che ha segnato così profondamente la storia e il territorio europeo. E scopro che vedo quel conflitto con gli occhi delle donne, che quando cerco, cerco un catalogo di voci, corpi, persone che non sono partite per il fronte, cosa da uomini, ma che sono ugualmente andate in guerra come crocerossine, operaie, braccianti, ma anche come intellettuali, pensatrici, pacifiste e antimilitariste. E scopro che 1.136 di loro hanno fatto del pacifismo in tempo di guerra, un evento che trascende ogni mia immaginazione: l’auto convocazione il 28 aprile 1915 all’Aja del Congresso internazionale femminile per discutere del ruolo delle donne per la diffusione di una cultura di pace. E allora io mi metto a confronto con quelle donne e tento la strada di un dialogo, di una rappresentazione, di una memoria; mi metto dentro le loro storie, aggiungo le mie di questi anni di Bosnia, di artista, di donna e traccio una linea immaginaria tra loro e me. Divento un ponte tra le donne di ieri e le donne di oggi. Roberta Biagiarelli

Matelica | 6 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Piermarini
CRISTINA AUBRY
AL PACINO
un racconto scritto e diretto da Pierpaolo Palladino
Può un mito restare tale anche se dallo schermo del cinema viene a sedere vicino a te? E’ possibile avere un rapporto ravvicinato, per quanto fortuito sia, con un divo che si è adorato fino a poco prima?
La vicenda comincia con Clara, una ragazza romana, che si presenta a Cinecittà a proporsi come comparsa per il set del famoso film “Padrino parte III°” diretto da Coppola e interpretato da Al Pacino. Lei è solo un volto nella folla, ma casualmente si imbatte proprio nel divo a cui fa una tale impressione da essere assunta alle sue dipendenze come segretaria particolare. Si troverà quindi per tutto il periodo delle riprese a vivere fianco a fianco con lui e con il suo cane Lucky Boy, a gestirne il camerino e ad essere il filtro tra lui e il resto del mondo. Una responsabilità semplice quanto angosciante per una ragazza non in carriera, che bada al proprio dovere come unica ancora di salvezza in un mondo a lei estraneo. L’orgoglio della ragazza e le ritrosie di Al fanno nascere tra i due di volta in volta slanci di tenerezza e senso di disagio, che aumentano col passare dei giorni, via via che la confidenza tra i due rischia di farsi più intima.
Il mito è tale se contemplato a distanza, da vicino resta solo l’uomo. E’ qui che nasce la storia di un rapporto singolare ma possibile, basato su una vicenda realmente accaduta.

Gradara | 6 febbraio 2015 (21.15)
Teatro Comunale
MARTA BIFANO, GIUSEPPE ESPOSTO, PASCAL LA DELFA
GENTE DI RISPETTO
pagine di teatro, saggi e romanzi di Giuseppe Fava
drammaturgia e regia Pietro Conversano
La sera del 5 gennaio 1984, cinque pallottole alla nuca fermano per sempre Giuseppe Fava. Non fa in tempo a voltarsi né a stupirsi. Probabilmente non si accorge neppure di morire. Di quel delitto molto s’è scritto in questi 30 anni, molto s’è detto, spesso a bassa voce. Sempre ha predominato la definizione di Giuseppe Fava ammazzato dalla mafia perché giornalista scomodo e quindi pericoloso. Giuseppe Fava era un giornalista, ma era anche molto di più, scrittore, autore di teatro, saggista, pittore. L’intellettuale a tutto tondo che aveva saputo interpretare la scrittura come complessità: l’analisi spietata sui sistemi di potere, il gioco lieve dell’ironia, i ritratti d’umanità, l’invenzione, la provocazione. I monologhi teatrali, e non solo quelli, ci faranno conoscere l’uomo, il poeta, il “romantico guerriero” che, anche attraverso la finzione scenica, dimostrava il coraggio di affrontare le contraddizioni e le menzogne della sua terra senza alcuna reticenza. Lo spettacolo si avvale anche della sua pittura: per raccontare la vita, Giuseppe Fava
aveva scelto i volti degli uomini. Per molte stagioni li percorse quei volti, attraverso il solco delle loro rughe, la piega dei sorrisi. Non è un caso che dietro ogni gesto del pennello ci fosse un’altra arte: quella di scrutare e scrivere degli uomini e delle loro cose anche col teatro. Tutti in scena dunque: manca solo l’autore, non per colpa sua. Elena Fava, Fondazione Giuseppe Fava

Fermo | 6 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro dell’Aquila
Recanati | 7 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Persani
Fabriano | 8 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Gentile
VITTORIA PUCCINI, VINICIO MARCHIONI
LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA
di Tennessee Williams
regia Arturo Cirillo
Secondo Premio Pulitzer nel 1955 per il drammaturgo statunitense Tennessee Williams (il primo nel 1948 gli venne assegnato per Un tram che si chiama desiderio), La gatta sul tetto che scotta narra la storia di una donna, Maggie, che per alleviare la cocente situazione familiare in cui si trova, imbastisce una rete di bugie. Di bassa estrazione sociale, Maggie la gatta, teme di dover lasciare la casa ed il marito, se non riesce a dare alla famiglia di lui un erede. Tra giochi passionali e abili caratterizzazioni, affiorano sensualità cariche di sottintesi e di contenuti inespressi o inesprimibili; all’ideale della purezza dei sentimenti si contrappone la dura realtà di un mondo familiare e sociale pieno di ipocrisie.
La famiglia è ancora il luogo dove Williams fa risuonare le sue parole, il luogo dove, grazie alla sua capacità di narrare i sentimenti dei personaggi, un gruppo di attori possono dare vita ad una coralità di conflitti. È difficile trovare in questo autore dei personaggi non risolti, dei personaggi di cui sia difficile trovare una propria emotività, sarà anche perché lui non sembra avere paura del melodrammatico, dell’eccesso, del melò, anzi li usa come parte della nostra vita. Forse proprio perché non ha paura del falso e dell’esagerato riesce, per contrasto o completamento, a trovare il vero. Pochi scrittori di teatro come lui hanno avuto un rapporto così forte con l’immaginario e non a caso la più grande industria del sogno che è il cinema lo ha coinvolto spesso, infatti La gatta sul tetto che scotta è un celeberrimo film holliwoodiano degli anni ’50. Ma prima è stato un testo per il teatro dove si concentra in un unico spazio temporale e fisico l’ossessione di un’idea di amore impossibile, perché troppe sono le rinunce di una famiglia dedita al successo e ai soldi, alla proprietà, in cui la vita appartiene a chi la sa comprare e a chi la vive secondo la più bieca convenzione. Arturo Cirillo

Senigallia | 6 febbraio 2015 (h 21)
Teatro La Fenice
MVULA SUNGANI COMPANY / MARLENE KUNTZ
IL VESTITO DI MARLENE
la danza incontra il rock
coreografia Mvula Sungani
musiche eseguite dal vivo e testi Marlene Kuntz
“Danza per me questa canzone”, recita un testo dei Marlene Kuntz, ed è proprio ciò che fa la Mvula Sungani Company in questo incontro tra danza e rock. La musica dal vivo del gruppo cult della scena indie italiana con una poetica dirompente si fonde nello spettacolo con la fisicità e la grazia dei ballerini dando alla performance un corpo, una forza e un’anima.
Il vestito di Marlene è tanto la veste di seta che accondiscende le flessuosità di un corpo femminile quanto la pelle che le costringe, le vessa o in estrema sintesi i lividi, lascito di un rapporto possessivo a farle da vestigia.
Il filo conduttore dello spettacolo è la figura femminile alla quale spesso non si rende adeguata giustizia ma che altrettanto spesso si impone quale fonte di ispirazione in tutti i molteplici aspetti che la contraddistinguono. Protagonista assoluta dell’arte, essa trova nella danza e nella musica una forte capacità rappresentativa, grazie al loro dinamismo e alla loro capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore.

MAIOLATI | 7 FEBBRAIO 2015 (ORE 21)
Teatro G. Spontini
LA POLITICA INSEGNATA A MIO NIPOTE
CAPITOLO I: IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA
Romanzo di Formazione Europea
di Sonia Antinori
W.I.S.E. è un montaggio di storie e prospettive contraddittorie, forme e spazi differenti, nato da un confronto europeo sul tema della politica: speranze, utopie e infine le contraddizioni della Democrazia. Oltre sessanta testimoni nati fra il ‘26 e il ‘49 e provenienti da quattro paesi geograficamente rappresentativi (Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia) hanno consegnato la loro biografia politica, gettando così le basi dei dodici capitoli di questo romanzo del nostro continente, dove smarrirsi è ritrovarsi, come in una foresta.
Tre i capitoli dedicati all’Italia: il capitolo I è sulla coscienza civile nata dall’urgenza di sopravvivere al conflitto; il capitolo IX sul percorso di democratizzazione del Paese attraverso la Magistratura; il capitolo XII che coincide con l’ideale culmine dell’intero viaggio nella coscienza di un continente, l’emblema di un apice di consapevolezza.

Pesaro | 7 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Rossini
MAURO PAGANI
CRÊUZA DE MÄ 2014
Il meraviglioso viaggio continua… Ricorre questʼanno il trentesimo anniversario dalla prima pubblicazione di Creuza de Ma, capolavoro scritto a quattro mani da Fabrizio de Andrè e Mauro Pagani ormai universalmente riconosciuto come una delle pietre miliari della cultura musicale italiana, votato dalla critica e dal pubblico “Miglior Disco Italiano” degli anni ottanta, scelto da David Byrne e Rolling Stone America come uno dei dieci migliori dischi del decennio nel mondo, al quarto posto dei 100 migliori dischi di sempre della musica leggera italiana nella speciale classifica realizzata e pubblicata da Rolling Stone Italia.
Per celebrare lʼevento la Fondazione De Andrè e Mauro Pagani hanno deciso di rimixare lʼalbum, partendo dai nastri analogici originali e utilizzando al meglio le più moderne tecnologie digitali. Ne è uscito un cd doppio, pubblicato dalla Sony e immediatamente entrato nelle classifiche dei dischi più venduti, che include tutti i brani originali rimixati, un arrangiamento completamente inedito di Jamin – a, tre remix alternativi di altrettanti brani del disco e un intero concerto live di Fabrizio registrato durante la tournèe di Creuza.
In questi giorni Pagani sta preparando coi suoi musicisti una tournèe che porterà in giro per lʼItalia i vecchi e nuovi mix dellʼintero album, oltre a alcuni brani storici frutto della sua collaborazione con De Andrè, tra cui A Cimma, Monti di Mola, Megu Megun, La Domenica delle Salme e altri, e infine, last but not least, alcuni brani inediti che faranno parte del suo nuovo cd già in fase di registrazione, la cui uscita è prevista per lʼautunno di questʼanno.
Qualche riflessione, a firma Mauro Pagani, tratta dalla copertina dell’album Creuza de Ma:
“Se guardo indietro e osservo quel gran guazzabuglio di suoni, facce, chilometri, colori e storie che è la mia ormai cinquantennale avventura di musicante, Creuza de Ma spicca tra tutti come lʼavvenimento di gran lunga più importante, più misterioso e più stupefacente cui abbia avuto la fortuna di partecipare. Perché importante, è fin troppo ovvio. Misterioso, perché misterioso e imprevedibile è stato il caso che ha fatto incontrare Fabrizio e me nel momento perfetto, quando entrambi eravamo pronti: lui a rivoluzionare tutto il suo universo estetico e tuffarsi con un enorme coraggio in un mare sconosciuto, le cui correnti erano davvero difficili da prevedere e
governare: io, a ordinare quasi miracolosamente la gran quantità di suoni che avevo inghiottito in anni di bulimia mediterranea e trasformarla in Canzoni. Stupefacente, come il romanzo di avventure che ne è venuto fuori, come la reazione della gente, il gran turbine di sentimenti, emozioni, sogni che è riuscito a suscitare in così tanti. Sono passati trentʼanni, Fabrizio manca ormai da quindici, ma nullʼaltro è entrato profondamente nella mia vita e nella mia quotidianità come Creuza.”

Civitanova Marche | 8 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Annibal Caro
E.SPERIMENTI/G.D.O. DANCE COMPANY
HOPERA…BABY!
coreografie Mattia De Virgilis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti
Uno spettacolo di danza hip-hop e break per adulti e bambini su arie liriche classiche. Un viaggio onirico poetico e coinvolgente nelle arie e melodie celebri del Bel Canto italiano ed europeo, interpretate e riportate all’oggi con raffinatezza e ironia, poesia e sorrisi per farne apprezzare bellezza e l’immortalità. Un tocco delicato che fa volar via la polvere del tempo e crea un’opera unica con un linguaggio nuovo che esalta e dà forma alle arie di Verdi, Leoncavallo, Rossini, Handel, Mozart. Con virtuosismi acrobatici, incredibili intrecci gestuali, inaspettate evoluzioni, la necessaria follia e i non sense dei coreografi, questo spettacolo nasce con una leggerezza e una qualità stilistica che rapisce fin dalle prime note.
Un fuoco di artificio, un humor sottile che conduce lo spettatore in un viaggio attraverso suggestioni musicali e teatrali divertenti, quasi paradossali, ma anche impalpabili che avvolgono lo spettatore in un susseguirsi di scene, atmosfere e situazioni. Il risultato è sempre il sorriso e il divertimento che accomuna grandi e piccoli in un connubio di tradizione e innovazione.

Pesaro | 8 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Sperimentale
COMPAGNIA DEL SERRAGLIO
MIRTILLO, PIZZICO E LE POLPETTE
di e con Alessia Canducci e Mirco Gennari
Torna la coppia di clown-cuochi più improbabile del mondo! Dopo aver spiegato a tutti come si fa la crostata e aver indagato le oscure origini della pizza, il serissimo Mirtillo e il sognante Pizzico intraprendono questa volta una fatica da Ercole: eseguire la vera ricetta delle polpette! Ma, con loro sorpresa, scopriranno che tutti fanno le polpette: cinesi e africani, messicani e giapponesi, anche se, per noi italiani, la ricetta di Pellegrino Artusi resta un riferimento obbligato. Quale sarà dunque la ricetta originale da seguire?

Matelica | 8 febbraio 2015 (ore 16)
Teatro Piermarini
ENSEMBLE GLI ECHI D’ARCADIA
PAESAGGI SONORI NELL’ITALIA DEL SETTECENTO
MUSICHE PER DUE TRAVERSIERI E BASSO CONTINUO
nell’ambito dei Concerti sui cuscini
L’ensemble “Gl’echi d’Arcadia” nasce dall’intento di proporre al pubblico la musica barocca e classica nella sua veste originale.
I componenti del gruppo, vantano una preparazione specifica acquisita nelle più prestigiose scuole ed accademie italiane e straniere (Schola Cantorum Basiliensis, il Conservatorio di Neuchatel, la Scuola di Musica di Fiesole, la Scuola Musicale di Milano, il dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Verona, ecc.); nonché un’esperienza in campo discografico con importanti prime incisioni di musiche del primo ‘600 e del tardo barocco di autori italiani.
L’accurata ricerca delle fonti musicali in archivi e biblioteche, lo studio approfondito dei trattati dell’epoca e della prassi esecutiva sono sempre elementi in primo piano nel lavoro dell’ensemble.
L’utilizzo di strumenti originali o copie di originali conferisce ai loro concerti fascino e raffinatezza d’altri tempi.
L’ensemble si è esibito nelle più importanti città italiane distinguendosi per la purezza dello stile e la suggestività delle esecuzioni.

Camerino | 10 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Marchetti
Ascoli | 11 e 12 febbraio 2015 (ore 20.30)
Teatro Marchetti
Pesaro  | 13 (ore 21), 14 (ore 21) e 15 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Rossini
Jesi | 16 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Pergolesi
PIERFRANCESCO FAVINO E IL GRUPPO DANNY ROSE
SERVO PER DUE
(One Man, Two Guvnors)
di Richard Bean
regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
Una riflessione diversa su un classico del teatro, Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni, Servo per due (One Man, Two Guvnors) nell’adattamento del noto commediografo inglese Richard Bean riadattato nella versione italiana da Pierfrancesco Favino – al quale è andato per questa interpretazione il premio Miglior Protagonista “Le Maschere del Teatro Italiano 2014” – Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder, si presenta come una commedia comica, con attori che cadono dalle scale, che sbattono le porte, che fanno battute a doppio senso e interagiscono con il pubblico. La musica è parte integrante dello spettacolo e viene eseguita dal vivo dall’Orchestra Musica da Ripostiglio, composta da quattro elementi che hanno curato anche gli arrangiamenti delle più note canzoni dell’epoca. Una perfetta combinazione di commedia visiva e verbale che ha dato vita ad uno spettacolo di grande successo.
Rimini, Pippo, moderno Arlecchino, ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del nord, padre della sua fidanzata Clarice, l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al servizio di due padroni, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro, dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti. Dopo un po’ di tempo, frequentando le due case, a Pippo non mancheranno le sorprese.

Urbino | 11 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Sanzio
FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana
TUTTO BEETHOVEN
Ludwig van Beethoven, grande genio della musica di tutti i tempi, ritratto attraverso due dei suoi lavori più noti e amati: il Concerto per pianoforte Imperatore, grandioso monumento allo spirito concertante del classicismo pervaso di eroismo preromantico, e la Quarta Sinfonia, amabile e al tempo stesso energica rivisitazione personalizzata del Settecento musicale, dopo la maestosa Terza e prima della titanica Quinta, paragonata da Schumann ad una “slanciata fanciulla greca fra due giganti nordici”.

Maiolati | 13 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro G. Spontini
Porto Sant’Elpidio | 14 febbraio (ore 21.15)
Teatro delle Api
TERESA MANNINO
SONO NATA IL VENTITRÉ
scritto da Teresa Mannino
con Giovanna Donini
Pensa sempre a quello che dice e dice sempre quello che pensa. Si potrebbe sintetizzare in questo modo il carattere che contraddistingue Teresa Mannino che, in questo suo nuovo lavoro teatrale, attraversa strade e temi diversi ed istintivi: l’amore, la vita, il tradimento, gli uomini e le donne, la passione per la conoscenza e per la propria terra.
E con la stessa passione racconta i tormenti di Penelope e quelli della vicina di casa. Si rifà alle donne, eroine e non, dei classici, per dare consigli e consolare, soprattutto, le amiche con problemi di cuore.
Filosofa su carta e nello spirito, non vuole smettere mai di conoscere e sapere, raccontare e raccontarsi purché i fatti siano epici oppure siano sempre (più o meno) reali o realmente accaduti e questa volta, più che mai, riesce a farlo senza rete e senza filtri.
Padrona, con zelo costante, della scena, Teresa non manca di coinvolgere il pubblico a tal punto che il suo monologo diventa, quasi, un dialogo, un incontro, uno scambio singolare ed autentico di battute e verità.

Matelica | 13 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Piermarini
LORENZO PORTA DEL LUNGO
SERATA M’ILLUMINO DI MENO
recital pianistico sotto una diversa luce
I grandi compositori progettano le loro opere come gli architetti, poi usando i suoni come materiali da costruzione passano a realizzarle. Lo spazio di cui si occupano è uno spazio interiore, ma al pari di quello esterno, serve a comunicare significato, interesse e infine benessere. L’ascolto di un pezzo sarà come entrare in un ambiente e passare da una sala piccola ad una più grande, poi magari ad un lungo corridoio.

Matelica | 17 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Piermarini
DINE MBOUP
ANIMAL EQUAL
Il gruppo musicale Anima Equal nasce dalla spinta del Comune di Cingoli per favorire l’integrazione sociale dei cittadini immigrati: musicisti locali e altri del Senegal, con la loro sensibilità e disponibilità, sono riusciti a realizzare un laboratorio musicale. La musica di Anima Equal si può definire una miscela di ethno, blues, funky, reggae che ci piace chiamare Afrosoul.

Civitanova Marche | 19 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Cecchetti
ENRICO CASTELLANI, VALERIA RAIMONDI, ETTORE CASTELLANI / BABILONIA TEATRI
JESUS
di Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Vincenzo Todesco
Dopo essersi occupati, nel loro precedente spettacolo Lolita, di un tema scabroso come quello della pedofilia, i Babilonia Teatri – una delle più brillanti e rivoluzionarie realtà italiane del teatro di ricerca (Premio Ubu 2011) – affrontano in Jesus un’altra materia enorme, delicatissima, difficilissima da inquadrare come quella del rapporto della nostra società con l’icona massima della cultura cristiana.
Jesus è un punto di domanda. Spesso sopito. Assente. Respinto o ignorato. Capita che torni a bussare. Ci si pari davanti. Improvviso. […] Jesus è stato un uomo. È diventato una religione, due, tre, quattro… È diventato un credo, un simbolo, una speranza, una ragione, un esempio, una guida, un rifugio, un bersaglio.
Chi è oggi. Cosa rappresenta e chi lo rappresenta. Chi ne ha bisogno. Chi lo usa.
Abbiamo sempre detto che col nostro teatro non volevamo raccontare storie. Ma poi è arrivata la fiaba di Pinocchio. […] Poi di nuovo e ancora una storia, quella di Lolita. […] Due storie diverse ma con una caratteristica comune molto forte, quella di essere molto popolari. […] Viene da se a questo punto arrivare alla storia più nota, quella più pop, quella che tutti conoscono, un personaggio così familiare da conoscerne nascita vita e morte. Gesù. E la sua storia sono i vangeli. […] Di questa storia sappiamo tutto. […] Non riesco a trovare nient’altro nella mia memoria che conosco così bene. […] È scolpito nella mia mente. Nei miei ricordi. Le sue frasi mi hanno accompagnato, cresciuto, plasmato. Senza saperlo. […] Ma soprattutto Gesù mi ha consolato, mi ha coccolato, mi ha tenuto calma e serena, anche lui ha sofferto, ha vissuto, ha lottato e poi alla fine anche lui è morto. Ma con happy end. Morto e risorto. Non mi devo preoccupare, non devo aver paura, tutto si sistemerà, saremo di nuovo tutti insieme un giorno. Per una vita vera. Al di là delle nuvole. Valeria Raimondi

Macerata Feltria | 20 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Battelli
STEFANO FRANCOIA
IL GABBIANO J
liberamente ispirato a Il gabbiano Jonathan Livingstone, di Richard Bach
di e con Stefano Francoia
Un muro non è un ostacolo. Un muro è un invito.
Il gabbiano J è fuori: fuori moda, fuori tempo massimo, fuori dalle statistiche, fuori dalle feste, fuori dall’ufficio di collocamento: si scolloca.
Il gabbiano J è fuori: libero. Oltre la concezione di “diverso” esiste uno spazio siderale di possibilità.
Come camminare oltre l’orizzonte ultimo di ogni evento, oltre il paradiso e l’inferno, al di là del bene e del male. Persino oltre la morte: non c’è resistenza del vento sotto le ali come non c’è sofferenza nel correre incontro a un glorioso destino.
Oltre la morte.
J non vola, non insegue nemmeno la perfezione del volo della conoscenza degli infiniti mondi possibili. O sei il Volo o ti stai perdendo. La sua trasformazione è una conversione senza ritorno e senza sofferenza. Un gabbiano così respira il dolore della caduta e lo trasforma. Attraverso il suo viaggio la pelle e le piume sublimano fino alla sostanza dell’anima e quando non possono rarefarsi oltre è il mondo che comincia a farsi più sottile.
J è l’araldo degli strani, dei pazzi e dei visionari che giunti in cima alla più alta montagna non sentono un senso di arresto: si fanno spuntare le ali e procedono.

San Benedetto | 19 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Concordia
GIANLUCA GUIDI, GIAMPIERO INGRASSIA
TAXI A DUE PIAZZE
di Ray Cooney
regia Gianluca Guidi
La commedia più longeva della storia, che diverte e affascina gli spettatori di tutto il mondo garantendo risate senza sosta, narra la vicenda del tassista bigamo che suo malgrado si trova coinvolto a nascondere il segreto della sua vita. Mario Rossi, sposato con Alice Rossi, residente in Piazza Irnerio 100. Mario Rossi, taxista, sposato con Barbara Rossi, residente in Piazza Risorgimento. Un curioso caso di omonimia, con tanto di professione identica? No!!!!!
Il Rossi taxista è la stessa persona. Ha sposato Alice in chiesa e Barbara in comune sei mesi dopo. Egli è quindi bigamo. Seguendo una precisa pianificazione di orari e turni di lavoro e grazie al lavoro di entrambe le mogli, Mario riesce per due anni a vivere nascondendo la verità: ovviamente Alice non sa di Barbara e viceversa.
Tutto si complica quando, per salvare una anziana signora da uno scippo, Mario riceve una brutta botta in testa che lo costringe, privo di sensi, al ricovero in ospedale. Al risveglio il taxista, ancora confuso, dà a un infermiere l’indirizzo della prima moglie, e, ad un altro impiegato dell’ospedale quello della seconda.
La denuncia arriva quindi a due diversi commissariati di due diverse zone, che a loro volta si attivano mandando ad indagare due diversi ispettori. Anche la stampa fa la sua inviando a casa di Mario un fotografo che scatta la foto pubblicata sulla copertina di “Roma Sera”.
Quello che segue è una serie di equivoci, coincidenze, bugie e mistificazioni della verità che conducono ad un finale inaspettato e sorprendente in compagnia di due mattatori come Guidi e Ingrassia per una travolgente serata piena di risate.

Urbino | 19 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Sanzio
ALESSANDRO HABER, ALESSIO BONI
IL VISITATORE
di Éric-Emmanuel Schmitt
regia Valerio Binasco
Aprile 1938. L’Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?

Pergola | 19 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Angel Dal Foco
GIAN PIERO ALLOISIO, GIANNI MARTINI
IL MIO AMICO GIORGIO GABER
di Gian Piero Alloisio
Teatri esauriti per Il mio amico Giorgio Gaber.
Fin dalle prime repliche, lo spettacolo di due strettissimi collaboratori di Gaber, che hanno partecipato con successo al Festival Gaber 2014 in Toscana, si annuncia come un evento musicale e teatrale imperdibile per chi voglia davvero conoscere la personalità artistica e umana del Signor G. Ogni qualvolta che ne ha parlato pubblicamente, Giorgio Gaber ha definito Alloisio “il mio amico Gian Piero”. A undici anni dalla scomparsa dell’inventore del Teatro-Canzone, Alloisio ricambia l’affettuoso omaggio con un tributo specialissimo, accompagnato per l’occasione dal chitarrista storico della band, Gianni Martini. Gian Piero Alloisio ha lavorato quattordici anni con Gaber come autore di tutte le produzioni di successo di Ombretta Colli, Gianni Martini diciotto anni come musicista. Entrambi hanno avuto modo di approfondirne la conoscenza. Questo spettacolo sincero e diretto, è ricco di aneddoti e di pensieri “gaberiani” sulla politica, sulla religione, sull’amore e sull’arte. Il risultato è uno spettacolo emozionante e didattico insieme che travolge il pubblico con energia e carisma, in cui si riconosce la grande lezione del Maestro scomparso.
Le canzoni e i monologhi scelti per raccontare il Signor G “visto da vicino”, appartengono a periodi e stili musicali molto diversi, da Torpedo blu a La libertà, da Barbera e champagne a L’illogica allegria, da La strana famiglia a Non insegnate ai bambini, il commovente brano-testamento dell’artista.

Osimo | 20 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro La Nuova Fenice
PAOLO BENVEGNÙ
EARTH HOTEL
Earth Hotel è il nuovo disco di Paolo Benvegnù, il quarto per l’artista milanese e fiorentino d’adozione ex-Scisma, a tre anni di distanza dalla pubblicazione del precedente Hermann.
Dodici brani in cui l’arte e la poetica di Benvegnù esplorano l’amore da diversi punti di vista. All’interno dell’Earth Hotel, luogo a cui tutti apparteniamo ed in cui tutti abitiamo, trova posto l’amore in ogni sua declinazione, i luoghi dove esso si espande e si consuma, i viaggi che ne acuiscono la distanza o la riducono, i tempi brevi o lunghissimi che ne scandiscono i ritmi. Un inno fortissimo alla vita, urlato a gola piena. Una riflessione profonda e ammaliante, senza sconti, lucida ed appassionata, carica di amore, necessità irrinunciabile che l’artista persegue con l’ostinazione di un capitano che, senza bussola, affida alla propria intuizione e alle stelle la sua rotta.

Montemarciano | 20 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Alfieri
LUCA PRIVITERA, ELENA FERRETTI
RESTIAMO UMANI
urla e lacerazioni da Vittorio Arrigoni e dal Popolo Palestinese
testi di Vittorio Arrigoni, Mhamoud Darwish, Elena Ferretti, Luca Privitera
È una visione a frammenti che si articola come un “cunto a due voci”, attraverso immagini, parole, suoni e sensazioni apparentemente lontane ma legate tra loro da tutti quei messaggi che attraversano nella sua interezza, la vita e la morte.
Restiamo Umani è uno spettacolo “senza filtri”, “senza censure” o “parole di convenzione”!
Restiamo Umani è uno spettacolo più che corretto che chiarisce le idee pure a chi sa le cose o crede di
saperle! Restiamo Umani per continuare a parlare ancora di Palestina e del problema Israeliano Sionista. Restiamo Umani perché anche se i primi sono entrati a far parte dell’Onu come stato  osservatore, per noi non è una soluzione, ma un modo come un altro per dimenticare, non prendere decisioni, non prendere i dovuti provvedimenti!
Restiamo Umani perché nonostante le denunce di molti islamici, di molti ebrei e di molti cristiani la seconda super potenza mondiale continua a sterminare uno dei popoli più stanchi, poveri e distrutti della terra!
Restiamo Umani perché non è una questione religiosa, ma di umanità, di coraggio, di etica, di vera democrazia!
Restiamo Umani per dire le cose come stanno.
Restiamo Umani è uno spettacolo che non rappresenta il punto di vista di giornalisti o artisti, ma di vere e proprie vittime del conflitto.

Montecarotto | 21 febbraio 2015(ore 21)
Teatro Comunale
SONIA ANTINORI, ROBERTA BIAGIARELLI, FAUSTO CAROLI, ANDREA CAIMMI
LA POLITICA INSEGNATA A MIO NIPOTE
CAPITOLO IX: LA GOCCIA SCAVA LA PIETRA
Romanzo di Formazione Europea
di Sonia Antinori
W.I.S.E. è un montaggio di storie e prospettive contraddittorie, forme e spazi differenti, nato da un confronto europeo sul tema della politica: speranze, utopie e infine le contraddizioni della Democrazia. Oltre sessanta testimoni nati fra il ‘26 e il ‘49 e provenienti da quattro paesi geograficamente rappresentativi (Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia) hanno consegnato la loro biografia politica, gettando così le basi dei dodici capitoli di questo romanzo del nostro continente, dove smarrirsi è ritrovarsi, come in una foresta.
Tre i capitoli dedicati all’Italia: il capitolo I è sulla coscienza civile nata dall’urgenza di sopravvivere al conflitto; il capitolo IX sul percorso di democratizzazione del Paese attraverso la Magistratura; il capitolo XII che coincide con l’ideale culmine dell’intero viaggio nella coscienza di un continente, l’emblema di un apice di consapevolezza.

Matelica | 21 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Piermarini
SERGIO STAINO
ASSASSINATION TANGO
Un recital-concerto dissacrante che combina il racconto di Sergio Staino, che affronta il fenomeno del tango da una prospettiva poetico-letteraria, e il commento musicale affidato alla voce di Anna Maria Castelli e alla chitarra dell’argentino Adriàn Fioramonti, che intrepretano con rara bravura i brani più intensi del tango tradizionale, da Gardel a Discepolo, da Homero Manzi ad Astor Piazzolla.

San Costanzo | 21 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro della Concordia
PIERO MASSIMO MACCHINI
SCHERZIAMO
di Piero Massimo Macchini
regia Max Giusti
Energia positiva e tante risate in un’ora e trenta minuti di show ai massimi livelli per la regia di Max Giusti! “ScherziAMO”: un gioco di parole che introduce a un mondo fatto di burle e nessuna voglia di prendersi sul serio. “Chi nasce per gioco, non può che vivere in allegria” è l’ancor più eloquente sottotitolo che sta a ricordarci come nessuno di noi abbia scelto di venire al mondo: siamo in fondo tutti “scherzi del destino” e non ci resta davvero che vivere col sorriso sulle labbra. Piero Massimo Macchini ci racconta il suo percorso di crescita personale, lasciando ormai alle spalle il celebre Complesso di Edipo (spettacolo pluripremiato) e approdando alla più rilassante sindrome di Peter Pan. Con gli anni che passano, una convivenza in essere e l’immancabile mamma onnipresente nei pensieri del nostro anti-eroe contemporaneo che, tra le righe, sdrammatizza sulla crisi, non solo economica, ma emotiva e culturale dei giorni nostri.

Falconara Marittima | 21 febbraio 2015 (ore 21.15)
Terminal Teatro
LUCIA FRABONI
SFRECCIA ROSSA
uno spettacolo comico musicale di Lucia Fraboni
Lungo la “TAV” (Tratto Ancona-Vologna), salgono vari personaggi femminili e maschili decisamente strampalati, ognuno con una sua storia, ma tutti disturbano un viaggiatore che deve arrivare a Bologna e vorrebbe solamente gustarsi il suo libro in santa pace. Non potrà leggere che poche righe, disturbato in continuazione da una galleria umana tanto improbabile quanto esilarante.  Buon viaggio!
Lucia Fraboni, nella vita insegnante di Lettere alle scuole superiori, coltiva da sempre la sua passione per la scrittura di testi comici e la recitazione.
Voce storica della radiofonia marchigiana, dalla metà degli anni Ottanta ha condotto programmi per Radio Blu, Radio Onda Libera, San Marino RTV (RAI), Arancia Network. Finalista e vincitrice di numerosi concorsi di cabaret in tutta Italia, è stata anche voce pubblicitaria e doppiatrice sulle reti nazionali.  Da anni è impegnata come attrice comica in numerosi locali e teatri della regione Marche con spettacoli dal vivo di cui è ideatrice, autrice ed interprete. Accanto alla sua storica spalla artistica Francesco Favi, propone una ricca galleria di personaggi comici, gags e parodie di canzoni divenute molto note presso un vasto pubblico.

Ascoli | 22 febbraio 2015 (ore 17.30)
Teatro Ventidio Basso
TEATRO DELL’ACQUARIO
IL PICCOLO PRINCIPE
adattamento teatrale, scene e regia Dora Ricca
con Paolo Cutuli, Francesco Aiello
Il Piccolo Principe di Antoine De Saint- Exupéry, è un capolavoro della letteratura non solo per ragazzi. È un racconto allegorico della nostra avventura umana. È una parabola sull’infanzia e l’età adulta, sull’amicizia e sull’amore, sulla paura ed il coraggio, sulla morte e la speranza. È un trattato sulle debolezze umane, sui paradossi della società. Dal 1943, anno della sua pubblicazione è stato tradotto in più di 125 lingue, milioni di persone si sono lasciate emozionare e commuovere dalle dolci frasi di questo malinconico scrittore/aviatore.
È la storia di un incontro tra un pilota, caduto con il suo aereo in avaria nel deserto del Sahara, e un bambino, abitante di un asteroide, poco più grande di lui.
La trasposizione teatrale, ne segue interamente il clima e la storia, puntuale anche nei flash/back e nel viaggio interstellare. Il suo viaggio tra gli asteroidi surreali traccia fedelmente i caratteri dei personaggi che incontra: il re, il vanitoso, l’ubriacone, l’uomo d’affari, il lampionaio, il geografo. Ognuno di questi incontri insegna qualcosa al Piccolo Principe e quando scende sulla terra è pronto per altre esperienze. L’incontro con la volpe gli fa scoprire il vero significato dell’amicizia: “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Ma l’incontro più enigmatico avviene con un serpente, simbolo di trasmutazione, quando il Piccolo Principe avrà nostalgia per il suo pianeta e il desiderio di tornare dalla sua rosa, non esiterà a chiedergli aiuto.
E poi l’addio con una interpretazione consolatoria: “Guarderai le stelle, la notte. È troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. È meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora, tutte le stelle, ti piacerà guardarle… tutte saranno tue amiche”.

Porto San Giorgio | 22 febbraio 2015 (ore 17)
Teatro Comunale
PANTAKIN COMMEDIA
ARLECCHINO, ARIANNA E IL MINOTAURO
regia e drammaturgia Michele Modesto Casarin
Un’ora di spassoso divertimento in un tourbillon di travestimenti, lazzi ed incredibili peripezie tipiche della Commedia dell’Arte, viaggiando con le maschere veneziane attraverso un canovaccio inedito ispirato al famoso Mito di Arianna e del Minotauro, avventura romantica, crudele e passionale.
La Bella Arianna va alla scoperta della sua autentica natura. Attraverso l’incontro con il suo primo amante – la Bestia – si misurerà con l’Ignoto, la Paura, il Mistero, uscendone mutata e migliorata dopo aver affrontato le rocambolesche avventure e i duelli impossibili, le prove dell’infinito gioco dei travestimenti, l’effetto del prodigioso potere della magia e dei suoi stupefacenti incantesimi. Solo un filo splendente potrà illuminare la strada dei nostri eroi per portarli alla vera felicità!

Jesi |24 e 25 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Pergolesi
CARLO CECCHI
LA DODICESIMA NOTTE
commedia di William Shakespeare
regia Carlo Cecchi
(…) L’amore è il tema della commedia; la musica, che come dice il Duca nei primi versi è il cibo dell’amore” ha una funzione determinante. Non come commento ma come azione.
La scena reinventerà un espace de jeu che permetta, senza nessuna pretesa realistica o illustrativa, il susseguirsi rapido e leggero di questa strana malinconica commedia, perfetta fino al punto di permettersi a volte di rasentare la farsa. Dalle note di regia di Carlo Cecchi

Monte Urano | 26 febbraio 2015 (ore 21.15)
Cine Teatro Arlecchino
Pollenza | 27 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Verdi
AMANDA SANDRELLI, ELENA FERRI
TALE MADRE, TALE FIGLIA
testo e regia Laura Forti
Un bagno, in una casa come tante. Dentro, due donne: una madre e una figlia che si preparano per la giornata. Fuori, il mondo con le sue tensioni, le pressioni della scuola e del lavoro, la giungla della competizione, e, perché no, l’aggressività di compagne di classe e colleghe.
Dentro, una madre e una figlia condividono paure, sogni, ansie, aspettative. Si guardano, si rispecchiano l’una nell’altra in un corpo a corpo a volte leggero, a volte doloroso, a volte persino rabbioso.
Riesce il loro rapporto a porre un argine, a contrastare la marea montante di odio che anche le donne possono riversare le une sulle altre? O rischia, piuttosto, di rendersi complice e componente della mischia che c’è fuori riproponendone i modelli di anaffettività e cinismo? Tale madre, tale figlia è una storia come tante, che sembra restare nei canoni della commedia e parla un linguaggio all’apparenza leggero e divertente, ma che scivola invece, in maniera sottile e silenziosa, verso profondità oscure.

Civitanova Marche | 27 e 28 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Annibal Caro
GIORGIO FELICETTI, VALENTINA BONAFONI
FISSÒARMONIKÒS
Uomini e fisarmoniche
scritto e diretto da Giorgio Felicetti
Una grande fiaba, che fa ridere, commuovere, stupire, e accompagna lo spettatore a ballare i propri sogni on the road, che dall’Italia arrivano alle strade d’Europa e poi di là, fino alle Americhe.
Il nuovo spettacolo di Giorgio Felicetti è un grande affresco epico, storico, artigianale, esilarante e commovente, sullo strumento più popolare e totale, la fisarmonica. Muovendosi proprio come su tasti di un accordion, usa più registri teatrali: dal comico-circense alla narrazione civile, dal cabaret musicale alla favola storica, con al centro sempre la fisarmonica, gli scienziati-inventori che ne hanno tracciato l’evoluzione e, naturalmente, la musica.
È la storia di una famiglia, narrata in due secoli: dal 1815 al 2015. Suonatori, poi artigiani e costruttori. Dentro c’è tutta l’epopea musicale della fisarmonica: dai prototipi di Leonardo Da Vinci ai maestri liutai fiamminghi, dalle botteghe artigiane viennesi ai funerali di Beethoven, dalle battaglie risorgimentali alle scoperte musicali dei contadini dell’800, il popolo di Giuseppe Verdi. Il primo mtiico fabbricatore Paolo Soprani, poi le bibliche migrazioni verso le Americhe, con la più terribile tragedia mineraria della storia italiana. Il ‘900 musicale, il boom della fisarmonica, archetipo femminile, strumento da stringere al petto, orchestra ambulante, suono viaggiante che conquista il mondo dello spettacolo. I tangos argentini, i film di Fellini e di Truffaut. Gli echi del tanz-teater di Pina Buasch. Edith Piaf che canta il suo disperato amore ad un accordeoniste. Il mondo dei circhi di periferia. Le balere da liscio di riviera. Il lavoro dei tanti artigiani che hanno fabbricato i suoni di questo strumento.

Mondavio | 27 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Apollo
LAURA CURINO
CAMILLO OLIVETTI
Alle radici di un sogno
di Laura Curino
regia Gabriele Vacis
Quando Gabriele Vacis cominciò a parlare di un testo sugli Olivetti cominciavano i tempi duri per Ivrea. Il ricordo di quello che la città era stata era come rimosso, dimenticato. E del resto la dimenticanza sembrava caduta in tutta Italia: chi parlava più di fabbriche belle, di città a misura d’uomo, di rispetto del territorio, di tecnologia al servizio del benessere? Chi si ricordava di un luogo dove pittori, artisti, poeti
dirigevano un’azienda? Chi citava più un uomo, Adriano Olivetti, che aveva chiamato Le Corbusier per creare le case per gli operai, che costruiva fabbriche fra gli alberi, che aveva inventato l’urbanistica, il design, la psicologia del lavoro? Dov’era la sua casa editrice, che dopo la guerra pubblicò i testi di filosofia, psicologia, sociologia, architettura, fino ad allora proibiti dal fascismo? Chi aveva inventato la fabbrica che diventò la dimostrazione vivente, sana, solida e redditizia del fatto che il lavoro in fabbrica può non essere sinonimo di alienazione, inquinamento, malattia? Il mio lavoro su Olivetti è un tentativo di rispondere a queste domande, sollecitare la memoria, ma anche rinnovare le leggende che si raccontavano quei bambini prigionieri dell’altro modello di fabbrica (la Fiat) nelle lunghe giornate passate in colonia. Camillo Olivetti è la storia di un pioniere, di un inventore, di un anticonformista capriccioso e geniale che fonda, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Con l’aiuto di biografie, interviste, testi letterari ne ho ricostruito la vita, le figure che gli ruotano attorno, l’ambiente e le imprese. Ho poi affidato le voci narranti a due personaggi fondamentali della sua storia: la madre, Elvira Sacerdoti, e la moglie, Luisa Revel, protagoniste silenziose della formazione e della realizzazione del sogno olivettiano. È il racconto epico di un’avventura, e in quanto tale avvincente, pieno di colpi di scena, di prove da superare, di lotte, di amori, di eroi. La cosa più straordinaria è che è…tutto vero. Laura Curino

Fabriano | 27 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Gentile
Fano | 28 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro della Fortuna
OTTAVIA PICCOLO
7 MINUTI
di Stefano Massini
regia Alessandro Gassmann
7 minuti di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità̀, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà̀ lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti e i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro ma capaci di raccontarci una umanità̀ che tenta disperatamente di reagire all’incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Blanche, rappresenterà̀, tra questi undici caratteri, la possibilità̀ di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di “madre coraggiosa” che tenta di indicare una via alternativa. Il disegno registico, come mia abitudine, si concentrerà̀ sul tentativo di dare verità̀ a queste anime, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità̀, emozioni, incomprensioni, tentando, come sempre, di amplificare le emozioni già̀ presenti nel testo. Il teatro può davvero essere luogo di denuncia senza mai rinunciare alla produzione di emozioni, questo ho fatto finora e continuerò̀ a fare con 7 minuti. Alessandro Gassmann

San Severino | 27 febbraio 2015 (ore 21)
Teatro Feronia
Ascoli | 28 febbraio 2015 (ore 20.30)
Teatro Ventidio Basso
EMILIO SOLFRIZZI
SARTO PER SIGNORA
di Georges Feydeau
regia Valerio Binasco
Il meglio della commedia francese dopo Moliére torna sulla scena con la prima piéce di Georges Feydeaux.
Scambi d’identità, sotterfugi, equivoci, amori segreti sono gli elementi base per questo divertente vaudeville che mette in luce una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo. La commedia è ambientata a Parigi e narra del dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista in questione, infatti, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un’avvenente signora e per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della piéce.
In Sarto per signora c’è già tutto l’estro e lo stile di Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l’altro o l’altra, ma soprattutto, quello che non manca mai, è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare: mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli. La sua produzione di opere, tutte da ridere, è uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, di quel periodo privo di preoccupazioni che sfociò poi, tragicamente, nella Grande Guerra. Al centro di molte opere di Feydeau c’è la coppia coniugale, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. L’irresistibile comicità di Feydeau nasce dal dialogo serrato e dalle battute brevi e pungenti dei personaggi, ma anche dalle situazioni irreali che derivano da equivoci e malintesi.

Corinaldo | 28 febbraio 2015 (ore 21.15)
Teatro Goldoni
AMANDA SANDRELLI
OSCAR E LA DAMA IN ROSA
dal libro di Èric-Emmanuel Schmitt
regia Lorenzo Gioielli
Una favola. Più malinconica che triste. Delicata e lucida. Grazie all’amicizia con Rosa, una volontaria dell’ospedale in cui è ricoverato, il piccolo Oscar, malato di leucemia, vive in dodici giorni dodici anni della sua vita con partecipazione e distacco. Sa che tutti gli mentono, ma li perdona e vive ogni attimo come fosse l’ultimo, con intensità, attenzione, amore, persino felicità.
Con la sua voce Amanda Sandrelli parla con Dio attraverso Oscar e racconta uno spaccato che appartiene a tutti: il confronto con la caducità dell’esistenza, con la malattia e con la morte.
La Vita è uno strano regalo. All’inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di avere ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta: lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronti a gettarlo. Infine ci si rende conto che non era un regalo ma solo un prestito. Allora, si cerca di meritarlo. Eric Emmanuel Schmitt

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