Alla ricerca delle tradizioni perdute… di Gabriella Piccioni
di Elena Bartolucci
26 Gen 2015 - Libri
Non si tratta né di uno studio sociologico, etnografico o antropologico delle comunità né di un’operazione nostalgia: il volume Alla ricerca delle tradizioni perdute… di Gabriella Piccioni è, piuttosto, un libro per riscoprire e divulgare frammenti di quotidianità delle popolazioni dei 17 comuni del Bacino Imbrifero Montano (Bim) del Tronto.
La professoressa Piccioni, laureata in Lettere moderne e docente in diverse scuole della Provincia di Ascoli Piceno, lavora attualmente nella trasmissione radiofonica “Radio di Classe” e dal 2004 è rappresentante del comune ascolano in seno all’Assemblea del Consorzio Bim Tronto.
Nel 2005 ha pubblicato il volume Castellum de Spinetulo. Spinetoli, storia della cultura e delle tradizioni di un territorio e, dopo il successo del 2012 con Multo utile et humile et pretiosa et casta…, è tornata a collaborare con il Bim, pubblicando questo primo volume sulle tradizioni del territorio, legate alla comunità degli antenati più prossimi.
Come la stessa Piccioni ha scritto nell’introduzione, “la conoscenza del nostro passato è per noi vitale proprio come la preziosa acqua che reso popolato e prospero il nostro territorio fin dalla preistoria, questo lavoro ha inteso portare alla luce e far conoscere la vita quotidiana delle popolazioni che si sono sviluppate proprio intorno alla nostra rete fluviale”.
Attraverso una ricerca durata ben due anni sono state raccolte oltre 400 interviste, foto e documenti storici dell’800 e del ‘900 con l’obiettivo di recuperare e salvaguardare specialmente storie, ma anche leggende, credenze, filastrocche, proverbi, feste e fiere, sapori, strumenti, canzoni e stornelli legati alla quotidianità di un tempo passato.
Un lavoro davvero certosino e ben organizzato che vede il volume suddiviso in 9 capitoli tematici: il ciclo della vita (dalla nascita del bambino grazie alle levatrici a ogni rito cerimoniale fino al banchetto funebre), il ciclo dell’anno (le varie feste e ricorrenze da celebrare), la fatica dei campi (i rituali e gli strumenti legati alla vita contadina), “Se Dio vuole”: religiosità e devozione popolare (il mondo delle manifestazioni di religiosità popolare), un mondo di superstizioni (varie credenze tra il sacro e il profano), riti e superstizioni legati al ciclo vitale della donna, l’allegria della festa (storie di danze e canti popolari come gli stornelli), la magia del focolare (una serie di fiabe, novelle, leggende, satire e proverbi raccontati davanti al camino) e il territorio del Bim (un viaggio attraverso i luoghi dei 17 comuni del Bacino Imbrifero del Tronto).
“Chi non custodisce la memoria individuale e collettiva è come se uccidesse i propri avi e dunque una parte di sé; quindi è vero anche che chi non conserva e protegge il proprio passato – e tutto quello che gli uomini del passato hanno fatto, detto o costruito – decade, muore, se non altro spiritualmente, colpevole di aver spezzato quel filo della memoria che lega ognuno di noi a tutte le persone che ci hanno preceduto”.
Un’iniziativa e una ricerca davvero interessante che dovrebbe essere emulata da tutti i comuni in Italia per non perdere ciò che siamo stati e ciò che siamo diventati nel corso del tempo.