Al via il ROF
8 Ago 2011 - News classica
PESARO. Prenderà il via mercoledì 10 agosto la trentaduesima edizione del Rossini Opera Festival, dedicata al 150 anniversario dell'Unità d'Italia. In cartellone figurano due nuove produzioni, Adelaide di Borgogna e Mosè in Egitto, nonchè la ripresa de La scala di seta, festeggiatissima due anni fa sul palcoscenico del Teatro Rossini. Al fianco delle tre principali produzioni liriche, il Viaggio a Reims intepretato dai giovani talenti dell'Accademia Rossiniana; i Concerti di Belcanto (protagonisti Marianna Pizzolato, Dmitry Korchak, il duo Nicola Alaimo-Mario Cassi e Marina Rebeka); la terza sessione dell'esecuzione integrale dei Pèchès de vieillesse, in collaborazione con l'Ente Concerti di Pesaro, l'Accademia Musicale Napoletana e la Fondazione Rossini; Il barbiere di Siviglia in forma di concerto, eseguito nella nuova edizione critica di Alberto Zedda, che ne sarà anche il direttore; l'anteprima italiana del film W Verdi, Giuseppe! di e con Alfonso Antoniozzi e Davide Livermore; i tradizionali Incontri a cura dei musicologi della Fondazione Rossini.
Adelaide di Borgogna (in scena il 10, 13, 16, 19 e 23 agosto alle 20 al Teatro Rossini) viene proposta per la prima volta al Festival in forma scenica, dopo l'applauditissima esecuzione in forma di concerto del 2006. Nel ruolo del titolo Jessica Pratt, esordiente a Pesaro, accanto a rossiniani doc quali Daniela Barcellona e Nicola Ulivieri; completano il cast Bogdan Mihai, Jeannette Fischer, Francesca Pierpaoli, Clemente Antonio Daliotti. Orchestra e Coro, dirette da Dmitry Jurovski, anch'egli per la prima volta al Rof, sono quelle del Teatro Comunale di Bologna.
Lo spettacolo è interamente a cura di Pier'Alli, regista da sempre all'avanguardia nell'utilizzo delle tecnologie multimediali: l'accostamento tra video e movimenti scenici crea, come scrive lo stesso regista una scenografia virtuale, una scrittura mosaico tale da contribuire sia alla dinamica immediata delle situazioni sia ad una esplorazione linguistica oltre il loro aspetto meramente testuale, in un gioco caleidoscopico tra senso reale e metafora, tra concetto ed illusionismo spettacolare. Questa scrittura diventa un nuovo plot drammaturgico che, inseguendo i sottili umori rossiniani, amplifica gli input del testo, lo disgrega in una molteplicità di riflessi, lo fa vivere come su una scacchiera in una contestualità di micro eventi, in cui l'iperrealismo, così inerente al mezzo cinematografico, gioca un ruolo fondamentale, coniugandolo paradossalmente con la stilizzazione belcantistica .
L'edizione critica di Adelaide di Borgogna, curata da Gabriele Gravagna e Alberto Zedda per la Fondazione Rossini, costituisce un sostanzioso passo avanti rispetto alla versione presentata in forma concertante al Rof qualche anno fa. Le ulteriori fonti acquisite hanno convinto, per esempio, a preferire una voce femminile en travesti per il ruolo di Iroldo, in luogo del tenore impiegato nella precedente occasione. L'opera, accolta allora con grandissimo gradimento, è modello emblematico di autentico rossinismo, incentrato su un canto limpido e ispirato cui è affidato il compito di sviluppare una teatralità lontana da ogni realismo, simile a quella diafana delle favole. Lungo l'intera partitura si avverte un sentore di antiche reminiscenze che ricorda il mondo cavalleresco evocato dagli aedi trovadorici, dove la grazia dell'amor cortese riscatta l'egoismo dei giochi di potere e l'elevatezza di sentimenti nobili attenua lo sgarbo delle corazze percosse. La poetica leggerezza del canto cosparge di luce soffusa anche l'inganno e il tradimento e rimanda alla meraviglia del giovanile Tancredi.
Mosè in Egitto (in scena l'11, 14, 17 e 20 agosto alle 20 all'Adriatic Arena) segna il ritorno a Pesaro di Graham Vick, regista tra i maggiori della scena internazionale e ideatore del memorabile Moà se et Pharaon, uno degli spettacoli-culto della storia del Festival. Vick questa volta mette in scena l'antenato napoletano' del Moà se, quel Mosè in Egitto su cui Rossini ritornò più volte nel corso degli anni. Lo spettacolo, di enorme impatto visivo ed emotivo, è realizzato assieme allo scenografo e costumista Stuart Nunn. Nella compagnia di canto figurano Riccardo Zanellato nel ruolo del titolo, e poi Alex Esposito, Dmitry Korchak, Yijie Shi, Sonia Ganassi, Olga Senderskaya, Enea Scala e Chiara Amarù. Roberto Abbado, il carismatico direttore delle fortunate produzioni di Ermione e Zelmira, torna a Pesaro per guidarli al successo alla testa di Orchestra e Coro del Comunale di Bologna.
Terza opera in programma è La scala di seta, messa in scena con la verve abituale dall'enfant prodige della regia Damiano Michieletto, assieme al suo alter ego Paolo Fantin (scene e costumi). L'opera sarà proposta al Teatro Rossini il 12, 15, 18 e 21 agosto alle 20. Lo spagnolo Josè Miguel Pèrez Sierra dirige l'Orchestra Sinfonica G.Rossini ed un cast di brillanti rossiniani: John Zuckerman, Hila Baggio, Josè Maria Lo Monaco, Juan Francisco Gatell, Simone Alberghini e Paolo Bordogna.
Mercoledì alle 11.30 il primo degli Incontri
Mercoledì 10 agosto alle 11.30 nella Sala della Repubblica del Teatro Rossini si terrà il primo della consueta serie di Incontri, organizzati in occasione del Festival in collaborazione con la Fondazione Rossini. La conversazione, tenuta da Ilaria Narici, direttore dell'Edizione critica della Fondazione, ed Emilio Sala, direttore dell'attività di ricerca, avrà per titolo: Rossini fra Napoli e Roma.
Seguiranno poi altri tre incontri, sempre alle 11.30: giovedì 11 agosto, a Palazzo Ducale, Bruno Cagli, presidente del Comitato d'onore della Fondazione, si occuperà del rapporto tra Rossini, Pio IX e Belli; il giorno successivo, venerdì 12, l'Auditorium di Palazzo Montani Antaldi ospiterà una tavola rotonda su La nuova edizione critica de Il barbiere di Siviglia, con la partecipazione di Ilaria Narici, Bruno Cagli, Alberto Zedda e Daniela Barcellona; infine, sabato 13 agosto, nella Sala delle Colonne del Conservatorio Rossini, il musicologo Quirino Principe terrà una guida all'ascolto dei Pèchès de vieillesse.
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