Al Museo degli Stati Uniti del Mondo di Napoli il fondo musicale Bartolucci


di Maria Balducci

13 Nov 2023 - Commenti classica, Libri, Varie

Inaugurato il fondo musicale Bartolucci, diretto da Andrea Zepponi, con un concerto al Museo degli Stati Uniti del Mondo di Napoli, progetto istituzionale e culturale di Michele Capasso e della Fondazione Mediterraneo nato nel 1990.

Da sx: Michele Capasso e Andrea Zepponi

Il rinvenimento dell’intero corpus musicale manoscritto di Adelelmo Bartolucci (Pergola 1852- Pergola 1938) è stato frutto di quattro anni di ricerca e ora, grazie alla squisita e sensibile generosità della famiglia Amirante, discendente ed erede del musicista, tutta l’opera del maestro è presente nel suddetto museo: le sue cinque opere Zingara di Granata, Giordano Bruno, Lyna, Deydda e Faublas sono finalmente a disposizione per una lettura storico-critica adeguata e, si spera, per una prossima trascrizione.

Il prof. Andrea Zepponi, direttore dell’archivio musicale presso la suddetta istituzione, l’11 novembre scorso ha inaugurato la felice acquisizione da parte del fondo musicale del Museo degli Stati Uniti del Mondo, il cui presidente è il Dr. Michele Capasso, cui si accompagna la generosa donazione da parte della famiglia Amirante (in primis la Sig.ra Maria Luisa Bartolucci discendente, nipote diretta di Adelelmo) la preziosa presenza del pianoforte di ottima costruzione Playel, ceduto  dal grande Pietro Mascagni, allora direttore del Conservatorio Rossini di Pesaro al Bartolucci, con tanto di targa originale commemorativa, e diversi altri oggetti che contestualizzano il pezzo storico in un ricreato angolo ottocentesco.

Ma c’è di più: tra questi oggetti trovano posto cimeli di assoluta curiosità appartenuti a un altro grande nome della città di Pergola (PU), quello della cantante lirica Virginia Colombati (1863-1956) il cui padre, Giulio Pompeo Colombati (1836-1916), compositore e cantante egli stesso, fu primo maestro di Adelelmo Bartolucci e compose una raccolta di arie cameristiche con accompagnamento di pianoforte; il mandolino della figlia Virginia, di fattura napoletana, il suo abito  con coprimaniche di perline di vetro nero con borsetta analoga restaurati insieme a varie masserizie dell’epoca. Questo angolo museale a piano terra del museo (consta di sette piani di ricchezze e documenti inestimabili) non poteva essere più interessante. Tutto da visitare. La parte bibliotecaria dell’archivio comprende edizioni musicali, monografie ed enciclopedia su argomento musicale e una sterminata collezione di dischi.

Interessante è stata anche la conferenza in cui il prof. Andrea Zepponi ha esposto la genesi della sua ultima fatica letteraria riguardante la nascita del Cantiere di Montepulciano, celebre festival creato da Hans Werner Henze (1926- 2012) che per l’occasione ha trovato un uditorio attento e generoso: il volume dal titolo Don Chisciotte a Montepulciano e la nascita del Cantiere, edito da My Monkey, Bologna 2023, era stata presentata a Montepulciano nel luglio scorso nell’ambito della 48° edizione del Cantiere della città toscana, ma ha trovato in questa occasione modo e forma di essere riproposto in una modalità esplicativa mirata soprattutto allo stimolo della curiosità da parte di un uditorio che non aveva contezza dell’importanza e neppure dell’esistenza del festival poliziano. Il trait d’union fra i due momenti dell’evento è la napoletanità del libretto dell’opera Don Chisciotte della Mancia di Giovanni Paisiello, opera inaugurale presentata al Cantiere nel 1976, da cui il drammaturgo Giuseppe di Leva (nella sua rilettura del libretto e la rilettura musicale di Hans Werner Henze,) hanno ricreato l’opera paisielliana.

È stato tuttavia il concerto susseguente dedicato a Maria Luisa Bartolucci a suscitare maggiori applausi per l’assoluta valentia dei cantanti intervenuti che hanno fatto rivivere al meglio, con vocalità eclatanti, ma espressive e capaci di tutta la finezza  del canto cameristico, brani di Giulio Pompeo Colombati: il baritono Felice Tenneriello, padrone di potente tensione vocale, ha trovato le giuste nuances per Larve, il primo dei brani in programma con  al pianoforte le mani  di Francesco Pareti, pianista sensibile e versatile, indi un’Ave Maria dedicata da Colombati padre alla figlia Virginia, con insolita gestione musicale di pezzo a carattere  religioso che diventa cameristico (ma già quella di Schubert lo era), adattissimo alla vocalità tutta lirica del soprano Anna Corvino; a seguire l’Intermezzo lirico eseguito dalla generosa vocalità del Tenneriello che esibiva la compiutezza espressiva e stilistica di questi brani ancora sconosciuti, ma che troveranno, ci si augura, presto una degna registrazione; nondimeno l’aria Il viggianese, intrepretato dalla Corvino, ha corroborato l’empito espressivo dei brani colombatiani che si rivelano consci della temperie verista in cui sono stati composti, ma propendono per un tono decadentista tutto proprio e un particolare equilibrio tra elemento pianistico e vocale. L’inaugurazione del fondo musicale Bartolucci-Amirante non poteva non indurre il programma a presentare brani del compositore Adelelmo che sono stati eseguiti con tutta la sorpresa della scoperta di un autore accattivante ed estroso: Ti amo, unico brano cameristico finora ritrovato a stampa per canto e piano, che contiene la forza espressiva del  gesto lirico e teatrale ben assecondato dal Tenneriello, e, dulcis in fundo, un’aria tratta da un’opera lirica ancora non precisata dal tratto riconoscibile per la lunghezza degli intervalli e dagli sbalzi di voce: si tratta del Valzer della notte interpretato magistralmente dalla Corvino, che ha strappato applausi sentiti e calorosi riservati anche al celeberrimo duetto finale di bis e di commiato Non ti scordar di me. Alla fine gli applausi hanno coinvolto tutti: spettatori, organizzatori, gentili donatori e associati.

Come chicca finale il prof. Zepponi ha voluto cimentarsi in un brano pianistico di Bartolucci, anch’esso rivenuto allo stato di stampa, da titolo Il primo pensiero per solo pianoforte che ha una certa felicità melodica e una chiara tendenza alla rêverie di fine secolo.

Segue una breve scheda biografica del compositore tratta dalla voce corrispondente nel volume di Andrea Sessa, Il melodramma italiano 1861-1900. Dizionario bio-bibliografico dei compositoriOlschki, 2003.

Da sx: il baritono Felice Tenneriello, il soprano Anna Corvino, Siciliano, Simonetta Amirante, Sandro Pezzoli, Federico Amirante con la moglie Laura e il figlio, Michele Capasso e Francesco Pareti. In primo piano, in ginocchio Andrea Zepponi

Adelelmo Bartolucci (1852-1938) Studiò a Pergola (PU) con Pompeo Colombati. Il 3 marzo 1872 una sua sinfonia fu eseguita al teatro Angel dal Foco di Pergola. Tra il 1874 e il 1875 fu allievo di Alberto Mazzuccato al conservatorio di Milano e nel 1877 ottenne dall’Accademia Filarmonica di Bologna il diploma di maestro compositore. Dal 1878 al 1881 fu Maestro di cappella della Collegiata di Castelfidardo (AN). Nello stesso anno fece rappresentare il dramma lirico in un prologo e tre atti, Giordano Bruno a Pistoia al Teatro Manzoni, il 9 febbraio 1881, su libretto di tale Renato Maillefer, liberamente tratto da una tragedia di un autore tedesco che ebbe riprese a Rimini con libretto riscritto da Genesio Morandi, poi a Milano, al Teatro dal Verme, il 26 febbraio 1884, e più tardi a Roma, al Quirino, il 16 settembre 1904. Seguì il dramma lirico in quattro atti La zingara di Granata su libretto di G. Wilf. L’opera fu rappresentata per la prima volta a San Santarcangelo di Romagna al Teatro Condominiale l’8 settembre 1890, dove Bartolucci fu per qualche tempo direttore della banda, e riproposta a Roma al Quirino nel luglio 1892 in una versione di quattro atti. Passato a temi veristi, fece rappresentare Lyna ovvero i malnutriti a Pergola al Teatro Angel dal Foco il 22 giugno 1907, su libretto di Virgilio Donzelli, ripresa sotto la sua direzione a Fossombrone al Teatro Ottaviano Petrucci nell’agosto 1907 e al Teatro Comunale di Cagli. Appartiene al filone verista anche la Deydda su libretto di Ettore Lissandrelli annunciata per il dicembre del 1908 al teatro Quirino di Roma e presentata l’anno successivo all’Angel dal Foco di Pergola nel giugno 1909. Di seguito si dedicò alla composizione di Faublas, commedia musicale in un prologo e tre atti di di G. Dinelli. Il libretto fu pubblicato a Urbino nel 1935, ma l’opera, ultimata nel 1912, non risulta essere mai stata rappresentata. Maestro di banda e direttore d’orchestra di varie località Italia e all’estero (Spalato e Lugano), Bartolucci concluse la sua carriera a Pergola dove diresse la banda cittadina e a scuola di musica.

Il ritrovamento della musica e del corpus completo della musica di Bartolucci è frutto del lavoro di quattro anni di ricerche e l’attuale possibilità di conservarla nel Museo della Pace di Napoli è dovuta alla generosità degli eredi di Adelelmo Bartolucci che sono in primis la nipote diretta Sig.ra Maria Luisa Bartolucci e dei di lei figli, Simonetta e Federico Amirante.

Gli STATI UNITI DEL MONDO riuniscono Paesi, Istituzioni internazionali, città, università ed organismi della società civile al fine di condividere le conoscenze per contrastare le ingiustizie sociali, le guerre, le pandemie, la dissipazione delle risorse, i cambiamenti climatici. Obiettivo fondamentale è l’affermazione della libertà e dell’uguaglianza attraverso l’applicazione dei diritti fondamentali della persona umana.  Gli STATI UNITI DEL MONDO sostengono un cambiamento del paradigma di sviluppo attraverso una diversa geopolitica che deve porre al centro il Bene Comune attuando inedite strategie di crescita, competitività e cooperazione fondate sull’etica, sulla giustizia sociale e sull’equa ripartizione dei beni e delle risorse: il programma su cui si fondano le oltre 11.000 attività realizzate nell’ultimo trentennio è “Terra e Pace”.  Gli STATI UNITI DEL MONDO sono nati nel 1987 da un’intuizione di Gustavo Rol e trasformati in un progetto istituzionale e culturale da Michele Capasso e dalla Fondazione Mediterraneo nel 1990. Stati, Regioni, Province, Città, Comunità locali, Istituzioni, Università ed organismi di oltre 180 Paesi del mondo hanno riconosciuto con atti deliberativi gli STATI UNITI DEL MONDO. IL MUSEO DELLA PACE – MAMT è tra le iniziative principali degli STATI UNITI DEL MONDO ed è ospitato nella sede centrale di Napoli.  IL MUSEO DELLA PACE – MAMT ospita L’Archivio Musicale del Museo della Pace – MAMT ha il vanto di possedere, tra l’altro, l’intera opera musicale manoscritta del compositore Adelelmo Bartolucci (1853-1938) in seguito alla gentile donazione della famiglia Amirante. Parte integrante del Museo è lo storico pianoforte di costruzione Playel appartenuto a Pietro Mascagni, celeberrimo compositore di Cavalleria rusticana, opera che più incarna lo spirito musicale verista. La direzione dell’Archivio Musicale del Museo della Pace – MAMT è del Prof. Andrea Zepponi.

Tag: , , , ,

One response

  1. Paolo ha detto:

    Che splendore e quanta munificenza…si sente dalle tue parole…ho mandato mio figlio all’orientale sperando che profittasse del meglio di Napoli, non so se l’abbia fatto ma se solo avesse voluto…. complimenti a tutti peccato non esserci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *