Addio Gaber!


3 Gen 2003 - News live

Milano, 3 gen. (Adnkronos) – Circa diecimila persone per dare l'ultimo saluto a Giorgio Gaber. L'Abbazia di Chiaravalle, dove si sono svolti i funerali, era gremita di volti noti – il premier Silvio Berlusconi, Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Valentina Cortese, il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, Lorella Cuccarini, il sindaco di Milano Gabriele Albertini, Franz Di Cioccio, Bruno Lauzi, Gianni Morandi e tanti altri – ma soprattutto di gente comune venuta a rendere omaggio all'artista meneghino. E anche nel giorno del suo funerale Giorgio Gaber non ha deluso il suo pubblico. Al termine delle esequie infatti, all'interno dell'Abbazia, sono echeggiate le note di una sua ultima canzone, ancora senza un titolo definitivo, che sara' contenuta nell'album postumo che dovrebbe uscire il 24 gennaio prossimo con il titolo ''io non mi sento italiano''. Nel testo Gaber invita a non insegnare ''ai bambini la vostra morale'' perche ''e' cosi' stanca e malata che potrebbe far male''.
''Forse -prosegue la canzone- una grave imprudenza e' lasciarli in balia di una falsa coscienza. Non elogiate il pensiero che e' sempre piu' raro ma se proprio volete, insegnate soltanto la magia della vita. Giro giro tondo, cambia il mondo''.
''Non insegnate ai bambini, non divulgate illusioni sociali. Non gli riempite il futuro di vecchi ideali. L'unica cosa sicura -canta ancora Gaber- e' tenerli lontani dalla nostra cultura. Non esaltate il talento che e' sempre piu' spento, non li avviate al bel canto, al teatro, alla danza, ma se proprio volete, raccontategli il sogno di una antica speranza''.
Al termine della cerimonia, officiata dal padre salesiano don Gabriele, Massimo Bernardini, critico musicale dell'''Avvenire'', ha voluto pubblicamente ricordare ''l'amico Giorgio'' cercando di spiegare cosa voglia dire ''essere laico, per uno come lui, ed essere ora in un posto come questo'' (l'Abbazia di Chiaravalle appunto ndr). ''Tu qui ci stai benissimo -prosegue Bernardini- perche' cosi' come questa casa di Dio e' stata costruita dal genio, tu eri un genio''.
Bernardini ricordando gli anni caldi del '68 ''con i suoi errori'' torna con la mente a ''37 anni fa quando proprio qui si sposo' con Ombretta Colli. Ed io, vedendo voi due -aggiunge- ho capito cosa sia veramente un matrimonio''. Anche don Gabriele, nel corso della sua omelia, ha ricordato ''il nostro amico Giorgio, l'amico di tutti gli italiani, di tutte quelle persone che lo sapevano ascoltare e di tutti quelli che lo volevano comprendere''.
Gaber, prosegue don Gabriele ''cantava con il cuore, cantava alla vita ora cantera' a Dio. Giorgio era un cantautore che recitava dal cuore quello che pensava, da un cuore normale che a volte gli rimproverava cose che riteneva non giuste. Chiediamoci cosa volesse dire con le sue canzoni il nostro signor G.''. Ricordando poi il Gaber uomo e non solo artista don Gabriele sottolinea come ''fosse una persona che non si vantava mai delle sue canzoni, che cantava la vita raccontando la sua verita' senza mai imporla a nessuno''.
''Giorgio inoltre -prosegue don Gabriele nel suo ricordo di Gaber- era rispettoso di tutti e non si faceva mai tirare per la giacca da nessuno. Non scendeva mai a compromessi ed anche nel momento piu' difficile della sua malattia non smise di cantare, di recitare. Giorgio amava cantare la vita perche' amava tutte le persone che incontrava, con amore sincero''.


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