Addio canali di vendita tradizionali
17 Ott 2005 - News live
La pubblicazione quasi in contemporanea dei dati IFPI raccolti in tutto il mondo e di quelli nazionali (FIMI) legati all'industria discografica tracciano un quadro decisamente inquietante per quanto concerne i canali tradizionali di vendita e fruizione della musica. A livello globale il fatturato di dischi e cd è sceso del 6.3 % (12.5 miliardi di dollari) nel primo semestre del 2005, ma il contraccolpo è stato attutito in qualche modo dal moltiplicarsi del valore del mercato digitale (da 230 a 790 milioni di dollari) a cui si va ad aggiungere una quota sempre crescente di servizi musicali e gadget legati alla telefonia mobile.
Il mercato nazionale (per l'Italia non esistono ancora statistiche approfondite legate a suonerie ed affini) subisce invece un vero e proprio tracollo: – 37% nei singoli, -9% negli album, -11% nei video. Cali verticali nel numero di pezzi venduti e del fatturato puniscono soprattutto i prodotti di alto prezzo e gli artisti nost rani, surclassati nel consumo da quelli esteri. Si salvano parzialmente le collane proposte in offerta, le vendite tramite canali diversi dal tradizionale negozio di dischi (edicola, libreria, catalogo, ordini on line, abbinamento a riviste e giornali) ed i prodotti di nicchia destinati a collezionisti ed appassionati di alta fedeltà .