Abbiamo Intervistato il pianista Alberto Vescovi dopo la pubblicazione di “Universe”.


a cura della Redazione

24 Mar 2021 - Commenti live!

Dopo l’uscita di “Universe”, il nuovo progetto composto dai due ep “Cosmonauta” e “Cinque da Oort”, abbiamo intervistato l’autore, il pianista contemporaneo Alberto Vescovi.

Dal 12 marzo è disponibile in digital download e in streaming “Universe”, il progetto concettuale del pianista contemporaneo Alberto Vescovi composto dai due EP“Cosmonauta” e “Cinque da Oort” che insieme rappresentano una narrazione del processo creativo attraverso la passeggiata di un Cosmonauta in uno spazio estremamente sconfinato, da un lato, e intimo dall’altro. Nelle dieci tracce di “Universe”la musica viaggia tra esplosioni di supernova, orizzonti ed attrazioni gravitazionali, fino alla singolarità di un qualcosa che esiste ma che non può essere spiegata, passeggiando tra melodie che, come gli asteroidi, arrivano da lontano, da quelle regioni dello spazio (interno o esterno che sia) che possiamo solo ipotizzare perché troppo buie, profonde e lontane per essere osservate.

Ecco la tracklist di “Universe” ascolta “Cosmonauta e “Cinque Da Oort”:

COSMONAUTA

  • Sequenza_1
  • Nova
  • L’orizzonte degli eventi
  • Sequenza_2
  • Singolarità

CINQUE DA OORT

  • Vesta
  • Niobe
  • Minerva
  • Ebe
  • Tisbe

“Universe” è stato composto, prodotto e suonato da Alberto Vescovi. La sezione “Cosmonauta” è stata registrata a gennaio 2020 presso Il Guscio recording studio di Milano, assieme ai brani Niobe e Tisbe di “Cinque da oort”. I brani Minerva, Vestae Ebe sono stati registrati in casa di Alberto Vescovi durante il lockdown. Mix e mastering: Camillo Coronaper l’home recording eLorenzo Farolfiper la sessione in studio.

INTERVISTA

D. Ciao Alberto e benvenuto sulle nostre pagine. Vorrei cominciare chiedendoti come è nato il tuo progetto “Universe”.

R. Ciao e grazie per questa intervista. “Universe” è il mio secondo progetto per pianoforte solo e l’idea è nata dopo aver visto l’episodio “Bandersnatch” della serie TV Black Mirror. L’idea alla base era quella di realizzare un brano che potesse avere più sviluppi. È così che mi è venuta in mente l’idea di realizzare un brano (Cosmonauta), diviso in due Sequenze, che fosse il cardine del disco.

D. “Universe” è composto da due diversi EP: “Cosmonauta” e “Cinque da Oort”. Perché hai scelto questa strategia?

R. Inizialmente il progetto “Universe” comprendeva solo l’EP “Cosmonauta”. Come già ho avuto modo di dire in un’altra intervista, “Universe” vuole essere un omaggio al processo creativo, a quelle tensioni che vivo durante la realizzazione di un brano (o più in generale di un progetto), alle emozioni, alla voglia di andare oltre ciò che già so di me, seguendo quell’istinto che, come un’attrazione gravitazionale, mi porta verso una direzione piuttosto che un’altra. “Cinque da Oort” è stato un lavoro inaspettato, nato negli ultimi mesi prima della registrazione di “Cosmonauta”. Sono 5 brani scritti praticamente di getto seguendo il flusso di coscienza, come dei corpi celesti che seguono la propria orbita ma che capita di incontrare attraversando lo spazio. Per questo motivo ho deciso di raccoglierli in un EP separato dal concept principale. Stesso universo orbite differenti.

D. Cosa ha ispirato la composizione delle tracce?

R. Sono affascinato dallo Spazio, dalle forze e dalle distanze che lo costituiscono, dalle grandi menti che le hanno comprese e codificate, dal fatto che noi esistiamo perché siamo parte di quell’energia che ha generato l’Universo, e che una parte di quell’energia primordiale è scritta nel nostro corredo genetico.

D. Quando hai scoperto la musica e, in particolare, il pianoforte?

R. Fin da piccolo ho manifestato un particolare interesse per le musica e il pianoforte. È grazie a mio padre, pianista dilettante, se ho sviluppato questa passione, ed è per questa mia naturale propensione che i miei genitori mi chiesero se fossi interessato a prendere lezioni di musica. Così all’età di 6 anni cominciai a prendere le prime lezioni di pianoforte.

D. Ora la musica dal vivo è ferma causa Covid, ma tu come vivi il palco e quanto ti manca?

R. Purtroppo non ho avuto occasione di suonare molto dal vivo, ma tutte le volte che mi è capitato è stato incredibile, nonostante le emozioni generino in me un “leggerissimo” stato d’ansia. Prima di cominciare a suonare è sempre un casino in testa, le mani sudano e il cuore va a mille, ma non appena l’esibizione finisce e tutte le emozioni cominciano a scemare, sembra quasi di camminare sollevati da terra, leggero e proiettato già verso la prossima esibizione.

D. I tuoi artisti preferiti? Pianisti e non.

R. Principalmente ascolto musica classica, spaziando da Bach a Prokofiev a Berio. Tra i contemporanei ascolto Stefano Bollani, Brad Mehldau, Keith Jarret, Nils Frahm, Olafur Arnaulds, Radiohead, Burial, Jamie Collum, Athoms for peace, Charles Bradley, Vinicio Capossela, YannTiersen, Bonobo, Tre allegri ragazzi morti, Marta sui tubi, De André, Nicolas Jaar, Alva Noto, Apparat e poi altri, ma si farebbe lunga.

D. I tuoi prossimi progetti?

R. Sto lavorando a due diverse produzioni. Da una parte un disco per pianoforte solo dal carattere giocoso, quasi infantile, ma ben strutturato dal punto di vista tecnico. Una sorta di disco per bambini che piaccia agli adulti. Dall’altra un progetto in cui il pianoforte dialoghi con l’elettronica.

BIOGRAFIA

Alberto Vescovi nasce a Dolo (VE) nel1981, secondo di tre fratelli, eredita la passione per la musica dal padre, pianista dilettante e grande amante d’opera. Nel 1987 comincia a prendere le prime lezioni di pianoforte, studiando privatamente, con grande entusiasmo e dedizione fino al 1995. Seguiranno anni, quelli dell’adolescenza, durante i quali abbandona completamente lo studio del pianoforte spostando l’attenzione verso la chitarra, il basso e la batteria, suonando in diversi gruppi, spaziando dallo ska-punk al crossover. Nel 2006, dopo un periodo passato a Londra, si dedica alla produzione di musica elettronica, produzione che non abbandona e che lo vedono impegnato anche nel presente. Sempre nel 2006 ricomincia a studiare pianoforte. Dopo aver ripreso confidenza con la tastiera si riaccende in Alberto una passione sfrenata per la musica classica ed una vera e propria ossessione nei confronti del pianoforte. Nel 2011, qualche anno dopo essersi laureato in Pianificazione della città e del territorio presso lo I.U.A.V. di Venezia, si trasferisce a Milano dove nel 2014 tenta l’ammissione al corso di laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” senza però riuscirci. Senza perdersi troppo d’animo cerca altre vie per poter studiare, magari più consone a chi lavora otto ore al giorno, e scopre che sempre al Conservatorio di Milano si tengono i CPSM – Corsi Popolari Serali di Musica. Nel 2015 entra a far parte della classe di Pianoforte Jazz tenuta dal Maestro Davide Logiri per il quale nutre sin da subito una forte stima. Stima che lo porta a tartassarlo di domande. Ed è proprio nel portare esempi e domande a Davide che lentamente quelli che dovevano essere esercizi di improvvisazione diventano dei brani, che decide di raccogliere in un album. Nel 2017registra il mio primo disco per pianoforte solo dal titolo “Solo in sogno”, pubblicato nel febbraio del 2018. A maggiodel 2018 ha il piacere di presentare il disco suonando ospite da “Garbo Press & PR” per Milano Piano City 2018. Il 10 marzo 2021, dopo diverse sessioni di registrazione esce il suo nuovo progetto “Universe”, registrato in parte in studio e in parte a casa durante il lockdown.

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