A Bruxelles la settima edizione delle Mozartiade con “Il Flauto magico”
di Alma Torretta
20 Giu 2023 - Commenti classica
A Bruxelles la settima edizione delle Mozartiade. Giovani professionisti alla prova, quest’anno, nel “Flauto magico”. Ottimi il tenore João Terleira come Tamino e il baritono Damien Pass come Papageno.
(Foto ©Midsummer Mozartiade)
Un’occasione preziosa per il pubblico di approfondire la musica di Mozart e per giovani interpreti di fare esperienza e farsi conoscere. Un progetto internazionale, com’è la città di Bruxelles, sempre più aperta al mondo, accogliente e ricca di opportunità anche in ambito artistico. È il Festival Midsummer Mozartiade, nato da un’idea di appassionati del grande compositore che a Bruxelles, nel 1763, si è esibito all’età di 7 anni durante la sua prima tournée europea. Prendendo come spunto tale legame tra la capitale belga e Mozart, è nata una manifestazione sempre più apprezzata, animata con grande garbo ed efficacia da Keith Tillotson e Eric Gobin, con una formula ormai ben rodata e di successo, che abbina alla messa in scena di un’opera di Mozart – quest’anno Il Flauto Magico, diretto dallo stesso Eric Gobin – con conferenze di approfondimento alla libreria “Maison CFC” ed esecuzioni musicali mozartiane, quali stavolta, il famoso Requiem in re minore.
E si è avuto pure un’anticipazione del prossimo anno perché nel programma dei concerti è stata presentata un’aria di Farnace, scritta per contralto castrato, dal lavoro giovanile di Mozart Mitridate, re di Ponto, che sarà proprio l’opera che verrà messa in scena nel 2024 grazie al fatto che al gruppo si è aggiunto il controtenore Pieter De Praetere.
Un Festival che attira tanti giovani promesse della lirica ma non solo, perché continuano a partecipare al progetto anche cantanti che qui magari hanno mosso i primi passi ma ormai sono con una carriera ben avviata da professionisti. È il caso del bravo basso Shadi Torbey, belga d’origine libanese nato in Germania che qui ha già interpretato i ruoli di Figaro, Leporello, Don Alfonso, Osmin, Publio, Polifemo e quest’anno è Sarastro, ma ha pure già lavorato per l’Opéra Royal de Wallonie Liége, solo per citare un suo ruolo recente, dove è stato lo Spettro nell’Hamlet di Ambroise Thomas.
Ed è ormai più che una giovane promessa il sempre più bravo João Terleira, tenore portoghese che, infatti, ha già interpreto Tamino in Germania dove vive, un vero piacere ascoltarlo e notare come la sua bella voce sia cresciuta in spessore e proiezione dall’anno scorso quando è stato pure il tenore protagonista delle Mozardiati. Al suo fianco quest’anno ha brillato poi nei panni di Papageno il baritono-basso franco-australiano Damien Pass al debutto, invece, nel ruolo che interpreta però già benissimo, è molto divertente, tra il buffo e il naïf, da tenere d’occhio per il futuro.
Nell’impervio ruolo della Regina della notte ha ben fatto pure il soprano di coloratura Morgane Heyse, solo ancora un po’ più da lavorare in spessore della voce, che in alcuni momenti si assottiglia troppo, ma l’agilità e gli acuti ci sono. Convincente anche la Pamina sicura e dolce del soprano Gianna Cañete Gallo; di Shadi Torbey come Sarastro abbiamo già detto, manca ancora un po’ di autorevolezza per il ruolo del Gran Sacerdote, ma lo canta bene e in una compagnia di giovani può passare; spigliata il giovane soprano belga Marion Bauwens come Papagena, delizioso il suo celebre duetto con Papageno; e Mathis Van Cleynenbreugel fa bene il cattivo Monostatos; cantano in buona armonia poi le tre dame (Pauline Lebbe, Sonia Jacquelin e Aina Callaert) che fanno anche i tre fanciulli, ed un plauso infine anche per i due sacerdoti Kenny Ferreira e Tom Van Bogaert.
Quest’anno, a causa di lavori in corso, Mozartiade si è spostato dal Théâtre des Martyrs al vicino Théâtre Royal des Galeries, l’Orchestre Royal de Chambre de Wallonie è stata collocata al centro della scena e Gabriel Hollander la guida con piacevole gaiezza e precisione.
La messa in scena è curata in ogni aspetto dal regista Eric Gobin: la scenografia, come al solito nelle Mozartiadi, è molto semplice, fanno tutto delle quinte velate e il bel gioco di luci, tra il blu, verde e rosso, qualche oggetto e qualche proiezione di sagome d’alberi.
Abituati ad allestimenti assai più complessi del Flauto magico, l’essenzialità estrema del decoro stavolta un po’ delude, ma ha il merito di rendere la trama facilmente comprensibile, comunque non mancano fulmini e tuoni, e in più c’è un pizzico di humor e tanta ironia, e così Tamino si presenta in pigiama, le dame sono in vestiti maschili, ecc. I costumi, appunto, sono assai curati, molto belli in particolare quelli candidi e ricamati dei sacerdoti.
Dopo gli spettacoli a Bruxelles il 16 e 18 giugno, Il Flauto Magico sarà adesso replicato il 5 luglio al Théâtre Royal de Mons e l’8 lugli al Grand Manège de Namur.
Io ho assistito a questa messa in scena ,si è stata minimalista ,ma devo dire anche che è stata geniale,molto bravi i vari personaggi,colpito in maniera positiva dai colori come rosso e blu non sono riuscito a leggere di chi sono le scenografie.
Buongiorno,
faccio parte dell’associazione Amadeus&co, che ha prodotto lo spettacolo.
La ringrazio per il commento che ha lasciato sul sito.
La scenografia è frutto della collaborazione del regista, Eric Gobin, (che è anche il presidente della nostra associazione), e del tecnico delle luci del Teatro des Galéries, Félicien Van Kriekinge.