A Bologna il “World Press Photo” 2024 con i grandi fotoreportage internazionali
di Alberto Pellegrino
13 Gen 2025 - Arti Visive
A Bologna, grazie alla collaborazione tra Cineteca di Bologna e Foto Image, la più importante mostra al mondo di fotogiornalismo “World Press Photo” 2024. Sono state esposte le opere vincitrici del concorso organizzato dalla “World Press Photo Foundation”.
(Foto del WORLD PRESS PHOTO EVENT24 di Luca Finotello)
Per il secondo anno consecutivo è stata inaugurata a Bologna la più importante mostra al mondo di fotogiornalismo, dove sono state esposte le opere vincitrici del World Press Photo, il più prestigioso concorso di fotografia aperto a tutti i fotoreporter del mondo, il quale premia i migliori scatti realizzati nell’anno in corso, valutando le varie storie raccontate sia per il loro contenuto e per la loro forza visiva, sia per il loro valore estetico. La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra Cineteca di Bologna e Foto Image. Da anni, infatti, Cineteca di Bologna e Foto Image presentano le foto vincitrici del World Press Photo in un formato unico al mondo: proiettate su uno degli schermi cinematografici all’aperto più grandi d’Europa durante la rassegna “Sotto le Stelle del Cinema”. Quest’anno, alla proiezione si è aggiunta la mostra fisica alla Galleria Sottopasso di Piazza Maggiore, accompagnata da una serie di eventi satellite con grandi nomi del fotogiornalismo internazionale, tra cui talk, workshop e visite guidate.
Il concorso è organizzato annualmente dalla World Press Photo Foundation, che è nata ad Amsterdam nel 1955 e che assegna i premi affidandosi ogni anno a una prestigiosa giuria formata da professionisti indipendenti. Le foto vincitrici sono poi raccolte in una mostra itinerante che viaggia in molti paesi del mondo e queste opere vengono anche pubblicate in un elegante volume tradotto in più lingue.
La Fondazione promuove il fotogiornalismo di qualità a livello globale attraverso una vasta gamma di attività comunicative, educative e di ricerca e al suo prestigioso concorso, riconosciuto come il più importante al mondo, partecipano fotografi indipendenti, freelance e fotoreporter che lavorano per le più rinomate agenzie internazionali come la Reuters, la The New York Times, Le Monde e El Paìs.
Le fotografie dell’edizione 2024
Le opere dei vincitori del World Press Photo 2024 hanno favorevolmente impressionato la giuria e il pubblico con lavori che riflettono una profonda umanità e una potente capacità narrativa, perché documentano i conflitti globali, le emergenze climatiche, gli effetti della siccità, le battaglie per i diritti umani, aprendo scenari inediti su alcuni dei temi cruciali per la nostra epoca. Queste immagini, selezionate per la loro forza e il loro impatto visivo, rappresentano il meglio del fotogiornalismo contemporaneo, senza togliere alcun merito a tutti gli altri reporter che hanno un ruolo essenziale come testimoni della realtà, i quali operano spesso in zone di guerra, sfidando le censure del potere e mettendo costantemente in pericolo le loro vite, tanto è vero che nel 2023 sono stati uccisi nel mondo 78 giornalisti impegnati a svolgere il loro lavoro. Molti altri giornalisti hanno subito violenze e minacce, hanno conosciuto la triste realtà del carcere colpevoli soltanto di assicurare una corretta informazione nel corso delle guerre e nel denunciare i crimini dei regimi autoritari sempre più presenti nel mondo. Per onorare questi eroi spesso sconosciuti il volume di quest’anno si apre con i nomi dei giornalisti caduti sul campo durante un combattimento o nell’assolvere un incarico pericoloso. Il maggiore esempio di questa tragica situazione è la guerra sanguinosa che da un anno sconvolge la zona di Gaza, dove le autorità israeliane negano l’accesso ai giornalisti stranieri, mentre i giornalisti locali lavorano in condizioni disperate per documentare quel conflitto in tutta la sua terribile gravità.
Il lavoro della Giuria Globale internazionale
Per ritornare al tema principale, il concorso è suddiviso in quattro categorie (Foto singole; Storie; Progetti a lungo termine; Open format), che raccolgono le opere provenienti dalle sei regioni del mondo dove lavorano i fotoreporter che partecipano al premio: Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centro America, America del Sud, Sud Est Asiatico e Oceania. In questa edizione hanno inviato i loro lavori 3.851 (realizzati entro l’anno 2023) fotografi provenienti da 130 paesi, i quali hanno presentato 61.062 fotografie che sono state analizzate, valutate e selezionate dalle apposite giurie di ogni categoria, che hanno individuato 24 vincitori regionali.
La Giuria Globale ha poi selezionato, tra i vincitori delle sezioni regionali, i vincitori del primo premio per ognuna della quattro categorie: il premio per la “Foto dell’anno” è stato assegnato a Mohammed Salem dell’Agenzia Reuters per l’opera A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece, dove è raffigurata una donna che culla il corpo della nipote di 5 anni uccisa da un missile israeliano insieme ad altri 4 membri della sua famiglia, il premio a questa immagine è stato motivato come un “momento di potente tristezza che riassume il senso generale di ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza”; il premio per la “Storia dell’anno” è andato a Lee-Ann Olwage della GEO per il reportage Valim-Babena, la storia di un uomo anziano addolorato per la perdita della moglie; il premio per “Progetti a lungo termine” è stato assegnato a Alejandro Cegarra del New York Times/Bloomberg per la serie I due muri che dividono i migranti del Sud America dagli Stati Uniti; il premio “Open Format” è toccato alla fotografa ucraina Julia Kochetova per la foto La guerra è intima.
Due menzioni speciali della Giuria Globale sono state assegnate al fotografo britannico Leon Neal dell’agenzia EMEA per la fotografia Le conseguenze dell’attacco al Festival Supernova e al fotografo Mustafa Hassouna dell’Agenzia Anadolu per l’opera Attacchi aerei israeliani a Gaza. Entrambe le fotografie sono la testimonianza diretta di quanto sia grave la situazione creata dalla guerra tra Israele e Hamas, dell’estrema sofferenza dei civili, dell’impatto che questo evento ha sulla comunità politica internazionale. “Sebbene ogni fotografia raffiguri – secondo la Giuria – una sola persona nel periodo immediatamente successivo a un terribile attacco, il confronto tra le immagini aiuta gli spettatori a comprendere le diverse proporzioni della devastazione senza minimizzare la sofferenza individuale. Desideriamo inoltre rendere omaggio ai fotografi che si stanno occupando di raccontare questa guerra, che sono continuamente sottoposti a traumi enormi, rischi e perdite personali, in particolare a Gaza”.