Treia (MC): la prima di “Opera sull'acqua” di Battistelli
Alberto Pellegrino
27 Lug 2002 - Commenti classica
Opera sull'acqua, la novità musicale composta da Giorgio Battistelli su testi di Erri De Luca su commissione di Macerata Opera, ha inaugurato in prima nazionale la XXXVIII Stagione lirica maceratese. Questo evento musicale è stato anche l'occasione per celebrare in modo degno e significativo la riapertura del Teatro Comunale di Treia, rimasto chiuso al pubblico per oltre trent'anni. Dopo un restauro durato circa venti anni, un altro teatro si viene ad aggiungere alla lunga lista di prestigiosi edifici teatrali storici che arricchiscono il patrimonio artistico della Provincia di Macerata. Progettato in un primo tempo dal treiese Carlo Rusca, il teatro è stato poi realizzato secondo un progetto rivisitato dall'architetto Giuseppe Lucatelli, autore dei teatri di Tolentino e Porto San Giorgio, il quale ha conferito alla sala l'attuale assetto a ferro di cavallo contenente la platea e tre ordini palchi. Inaugurato nel 1821, il teatro è stato ampliato nel 1865 su progetto dell'architetto sanseverinate Ireneo Aleandri, a cui fu commissionato un progetto di revisione che doveva prevedere un sensibile aumento di posti. Aleadri aggiunse pertanto sei palchi di proscenio ed un quarto ordine concepito come loggione, allargò il boccascena, innalzò e modificò il plafone inserendovi le lunette ad unghiatura bibianesca, secondo il modello già sperimentato a San Severino, a Spoleto e a Pollenza. Al pittore treiese Tobia Laudei fu assegnato l'incarico della decorazione pittorica del plafone con motivi floreali e dodici ritratti di letterati e musicisti, mentre al pittore Silverio Copparoni, allievo del Podesti, fu commissionata la realizzazione del sipario storico, in cui è rappresentata la Cattura di Corrado d'Antiochia sotto le mura di Treia , sviluppando un disegno del 1840, conservato presso l'archivio dell'Accademia Georgica ed opera del pittore Tommaso Minardi.
Giorgio Battistelli, che aveva già dato prova del suo valore nel 1998 con l'opera multimediale Giacomo mio salviamoci eseguita nel Teatro Lauro Rossi in occasione del centenario leopardiano, ha bissato il successo con una composizione che sfrutta la forza evocativa e valorizza l'afflato poetico dei versi del napoletano De Luca, noto ed apprezzato autore di numerose raccolte poetiche. Battistelli è riuscito a conciliare lo spessore della musica materica con le raffinate suggestioni di un tessuto musicale basato su ritmi a volte esaltati, a volte sussurrati dalle percussioni. L'autore, avvalendosi dell'eccellente esecuzione dell'ensemble Art Ludi diretto dal maestro Erasmo Gaudiomonte, ha fatto ricorso a suoni ricavati da sassi, da gigantesche lastre metalliche, dalle stesse voci dei musicisti, dal ritmico scrosciare dell'acqua mossa dalle mani e dalla bocca degli esecutori, il tutto mescolato e armonizzato al suono di una vasta gamma di strumenti a percussione (vibrafoni, timpani, tam-tam, tamburi, gong), a cui si è aggiunto l'impiego del tutto particolare dei violoncelli utilizzati come strumenti a percussione, ricavandone suoni molto particolari grazie all'uso delle bacchette a feltri con risultati di forte suggestione musicale. Tutto l'insieme è stata caratterizzato da passaggi di poesia e di forte drammaticità , alternati al ritmo frenetico del cuore, al fruscio delle prore che solcano le acque, al sibilo del vento o all'urlo della tempesta, il tutto racchiuso fra le ampie cadenze iniziali e finali in un moto circolare che sembrava richiamare alla mente l'ampio respiro del mondo. Sandro Lombardi, attore maturato insieme a Federico Tiezzi nel laboratorio fiorentino del Carrozzone e dei Magazzini , nonchè vincitore di tre Premi Ubu, ha dato voce alla poesia di Erri De Luca, che in dodici quadri ha disegnato un viaggio tra Bibbia, cronaca e storia in una dimensione continuamente sospesa tra la fluidità delle acque e la solidità della terra.
All'inizio dei tempi esisteva soltanto il grande spazio vuoto di un universo dominato dal silenzio che precede la creazione, quindi sotto il soffio del creatore cominciano ad agitarsi le acque, si accendono i firmamenti, l'ossigeno riempie l'atmosfera intorno alle terre solidificate, il soffio della vita pervade gli esseri umani, gli alberi, gli animali.. Un vento sacro percorre e sconvolge gli oceani, spinge Mosè ad emergere dalle acque del Nilo, a terrorizzare l'Egitto con le sette piaghe, a guidare, attraverso le acque del Mar Rosso, un popolo di schiavi verso Israele, la Terra promessa. Nelle acque del Giordano s'immerge Gesù di Nazareth, trasforma a Cana le acque in vino pregiato e sulle acque cammina questo intruso del mondo destinato a salire sulla T della croce carico di tutte le colpe dell'umanità . Dai testi biblici si passa ad una dimensione più terrena, giocata tra cronaca e storia, rievocando il dramma della diga del Vajont, lo scorrere dei fiumi dei Balcani, nei quali scorre misto all'acqua il sangue di popolazioni inermi tormentate da assurdi conflitti etnico-religiosi, il lento fluire del Volga sulle cui rive s'infranse il folle sogno di dominio del tiranno nazista, la superficie della Vistola illuminata dai bagliori del ghetto in fiamme. Il Salmo Centosette ci riporta sul mare solcato dagli uomini e in particolare da Giona, il ribelle a Dio, divorato da un pesce gigante e restituito dopo tre giorni alla vita, metafora di tutti i risorti della terra. Dopo un commosso ricordo di giovani vite catturate dal mare e di coloro che si sono perduti nelle acque di Otranto o di Sicilia, navigando verso un'Italia terrachiusa ai migratori, il viaggio si conclude passando dalle distese marine alle rarefatte atmosfere della montagna per ricordare a tutti noi che la nostra essenza vitale è fatta di acqua e di aria come alita sulle acque la voce recitante nel suggestivo finale che sintetizza in poche parole il destino dell'uomo: siamo fatti di questo, d'acqua e aria, come le comete, ma senza ciclo di riapparizione, e questo è sufficiente per sollievo e congedo
(Alberto Pellegrino)