Gli Editors al Siren Festival a Vasto
di Andrea Ascani
27 Lug 2016 - Commenti live!, Musica live
Vasto (CH) – 22.07.2016. Dopo il successo delle prime due edizioni anche quest’anno Vasto si riempie per 3 giorni di musica, cultura, voglia di stare insieme. Già perché il Siren non è uno dei classici Festival estivi, fatti di scalette rigorose, controlli di sicurezza, code interminabili per mangiare un panino. A Vasto puoi passare un pomeriggio tra incontri culturali, incappare nei pazzi autori de “gli scarabocchi di Maicol e Mirco”, puoi bere una birra all’interno del bar del paese e allo stesso tempo godere della musica che il festival ti offre.
Tre location diverse, dal piccolo palco dove giovani band emergenti hanno la possibilità di esibirsi gratuitamente, alle postazioni principali, dove artisti da tutto il mondo hanno allietato le orecchie del numerosissimo pubblico presente.
Lee Ranaldo, Gold Panda, A.R. Kane, Yagamoto Kotsuga, Adam Green, solo per citarne alcuni. The Notwist, i Cani, Calcutta a salire di notorietà.
Ma è ovvio che le vere star del festival sono loro, gli Editors. La band inglese, ben nota al pubblico italiano, gremisce piazza del popolo nella calda serata di venerdi. Non so bene quante persone possano essere state presenti nella piazza e nei vicoli adiacenti, ma se aveste cercato un millimetro di spazio per respirare, vi assicuro che avreste incontrato molta difficoltà. La carica e l’energia di Tom Smith è quella delle grande occasioni: non ci sono gli effetti pirotecnici a cui spesso ci hanno abituato, ma ci pensano loro a scaldare gli animi. Una scaletta breve, dovuta ai ritmi serrati delle tante proposte del festival, ma assolutamente intensa centrata soprattutto sul loro ultimo lavoro di studio, In Dream. Tom è in gran forma, abbiamo detto: sale sul palco e dopo pochi minuti la giacca è già volata via, e salta da un lato all’altro del palco sulle note di The Racing Rats, Papillon, A Ton of Love, Smokers outside the hospital Doors.
Magari ci si aspettava anche la versione più soft e romantica della loro produzione musicale, e un po’ di amaro in bocca rimane per non aver potuto ascoltare capolavori come Nothing e No Sound but the Wind. Ma Dancing in the dark, suonata da solo al piano nella breve pausa prima del reprise, riempie di gioia gli occhi di tutto il pubblico che a fine serata torna a riversarsi nelle strade del paese, stanco, sudato, sfinito.. ma felice come un bambino la sua prima volta alle giostre. E tanto basta.