ZARZO BOERU: UN DUO A FERRARA
Athos Tromboni
16 Dic 2000 - Commenti classica
FERRARA Dopo aver debuttato a Ferrara nella stagione musicale scorsa al Circolo Frescobaldi, il Duo viola-pianoforte costituito da Caridad Zarzo e Marius Cosmin Boeru ha avuto l'altro giorno il riconoscimento del Teatro Comunale che li ha invitati ad esibirsi nell'ambito dei Concerti nel Ridotto. Il rumeno Boeru, naturalizzato ferrarese dove vive con la famiglia da più di dieci anni, e la spagnola (valenciana, per la precisione) Caridad Zarzo sembrano aver fatto coppia fissa nell'attività artistica. Esperienza da concertista lui, maturata in più di cinque anni di attività solistica nonostante la giovane età , e mestiere di orchestrale lei, con inviti ad esibirsi anche come viola solista, il Duo ha affrontato le diverse epoche stilistiche di scuola tedesca proponendo Johann Sebastian Bach (Sonata in sol minore Bwv 1029), Robert Schumann (Mà rchenbilder op. 113 per viola e pianoforte) e Johannes Brahms (Sonata in fa minore op. 120 n.1). In Bach, eseguito con strumenti moderni, Boeru ha fatto prevalere il suo toccatismo pianistico secondo un gusto che non mischia la prassi d'epoca con l'equivoco che bisogna per forza eseguire Bach al pianoforte come se lo si facesse al clavicembalo: suoni espressivi, dunque, nell'ambito di un ordito strumentale di impostazione chiaramente preclassica; la sua partner, alla viola, ha eseguito scegliendo lo stesso canovaccio interpretativo. Il duo ha dato prova di buon amalgama e comuni intenzioni. Il pezzo riuscito meglio è stato, comunque, quello successivo: Schumann, che compose i Mà rchenbilder nel 1851 e quindi in piena maturità artistica (ma con la mente già minata dalla pazzia) ne fece un pezzo dove al magistero compositivo che gli veniva riconosciuto unì anche intuizioni semplici, elementari, una cantabilità forse di maniera ma estremamente efficace sotto l'aspetto dell'espressione: è stato in questo brano che abbiamo apprezzato l'estro interpretativo ed esecutivo della Zarzo e l'impegno di Boeru nel dialogare musicalmente con la sua partner. Infine Brahms, dove il conduttore dell'esecuzione ci è sembrato il pianista, che ha profuso coraggio e sostegno alla viola, nei momenti in cui questa ha denunciato qualche impaccio al confronto della densa scrittura brahmsiana. Particolarmente caloroso il pubblico, che non era numerosissimo, gratificato dalla concessione di un bis ricco di colore strumentale; un'aria rumena dello sconosciuto Ferdinand Corder.
(Athos Tromboni )