I PROJECT BOLLING A FERRARA: TRA JAZZ E CLASSICA
Athos Tromboni
20 Nov 2000 - Commenti classica
PFERRARA Intrattenimento e compassata signorilità : i quattro musicisti del Project Bolling si sono presentati così al numeroso pubblico del Circolo Frescobaldi (un sodalizio che organizza sul territorio estense più di 60 concerti l'anno, presentando soprattutto giovani artisti emergenti di ogni disciplina, dalla lirica alla camertistica, al jazz, alla romanza da camera) per l'esecuzione di un concerto che mischiava con dosato equilibrio il jazz più classico e la musica classica più affine al jazz. I quattro musicisti erano Alberto Crivellari e Marco Buganza ai pianoforti, Lorenzo Baroni al contrabbasso e Stefano Peretto alla batteria. Il loro Project Bolling è un programma di sala che poggia su lavori dei novecenteschi Sergej Rachmaninov (il Valse e la Tarantella dalla Suite n.2 per 2 pianoforti) e Darius Milhaud (Scaramouche, per 2 pianoforti) e su Bolling, contemporaneo, celebrato compositore di colonne sonore e musiche di scena per i palcoscenici americani e inglesi. Ora non si può dire che Rachmaninov sia un musicista incline alle sperimentazioni azzardate o all'avanguardia, eppure i brani proposti (a differenza della maggior parte dei lavori di questo Autore) ammiccano alle novità stilistiche inventate in questo secolo musicalmente controverso dissacratore e dissolutorio, sposando sicuramente l'atmosfera creata dal jazz trattato alla Gershwin o alla Kenton. Buganza e Crivellari, ai rispettivi pianoforti, ne hanno ricavato un'interpretazione tellurica (soprattutto la Tarantella) che ha fatto esplodere un lunghissimo applauso. Poi in pedana, assieme ai due pianisti, sono saliti anche Baroni col suo contrabbasso amplificato e Peretto, con le bacchette ma anche con tutto l'armamentario di feltri per fare della batteria uno strumento meno secco, più da percussionista che da drummer, ed è stata eseguita la prima Sonata per 2 pianoforti, contrabbasso e percussioni di Bolling: si tratta di un brano bellissimo, che mischia temi classici e stili di sonata con interludi jazzati fino alla conclusione con fuoco che termina su un accordo fortissimo all'unisono dei due pianoforti. Ottima performance e pubblico in visibilio. La seconda parte del concerto ha visto proporsi inizialmente ancora i due pianisti, nel brioso e ironico Scaramouche di Milhaud: anche qui grande intesa fra il lirico Crivellari e l'asciutto Buganza, in una compensazione di timbri di gradevole effetto. Poi di nuovo il quartetto, con Baroni che sluma sul suo contrabbasso i temi della seconda Sonata di Bolling e Peretto che si mette in evidenza con un coinvolgente assolo, mentre i pianisti gli concedono spazio, lasciano briglia sciolta all'improvvisazione del percussionista, lo assecondano nel riconfluire del tema percussivo dentro le note in bianco e nero della tastiera. Ottimo concerto e melomani estensi soddisfatti come per l'ascolto della più bella voce lirica. Il che è tutto dire.
(Athos Tromboni)