Il “Nabucco” al Teatro Pergolesi


di Alberto Pellegrino

11 Nov 2015 - Commenti classica, Musica classica

2015_10_14_NABUCCO (369) MusiculturaonlineJesi (AN). La 48° Stagione lirica del Teatro Pergolesi si è aperta il 16 ottobre 2015 con Nabucco di Giuseppe Verdi, opera realizzata in coproduzione con il Teatro Comunale di Modena e la Fondazione Teatri Piacenza e primo grande successo popolare del compositore che con esso esce dalla grave crisi che lo aveva colpito dopo alcune drammatiche vicende familiari. Il melodramma, andato in scena al Teatro alla Scala il 9 marzo 1842 per 57 serate consecutive, divenne immediatamente uno degli emblemi del patriottismo risorgimentale, andando controcorrente rispetto allo stile di Bellini e Donizetti che allora dominavano la scena lirica. Nella vicenda del popolo ebraico, ridotto in schiavitù e costretto all’esilio in terra straniera, gli italiani videro riflessa la loro condizione di popolo sottomesso allo straniero e fecero del coro Va’ pensiero il primo inno risorgimentale. Sebbene la vicenda si basi sull’impossibile amore tra l’ebreo Ismaele e la principessa assira Fenena, figlia di Nabucodonosor, sulla ribellione2015_10_14_NABUCCO (14) Musiculturaonline dell’altra figlia del re Abigaille, sulla sete di potere, la follia e alla finale conversione dello stesso Nabucco, il melodramma rimane un grande affresco corale che rappresenta uno scontro tra popoli, tra dominatori e dominati, come dimostra la rilevante presenza del coro che ha cinque brani in proprio e la partecipazione a tutti i pezzi dei solisti, fatta eccezione il terzetto Abigaille-Fenena-Ismaele, la Preghiera del Gran Sacerdote Zaccaria e il duetto Nabucco-Abigaille. Sul piano dei personaggi domina la figura di Nabucco e la presenza di una figura femminile del tutto nuova come Abigaille, divorata dalla gelosia, assetata di potere e di vendetta, decisa a scegliere la morte redentrice nel finale dell’opera. Nella morale di un 2015_10_14_NABUCCO (157) Musiculturaonlinepopolo che ritrova la propria dignità e forza nella riscoperta della propria coscienza collettiva sta la prima affermazione di quei valori che saranno presenti in tutti i successivi capolavori verdiani e che contribuiranno a fare un gigante di questo straordinario compositore.
Il regista Stefano Monti, che ha acquisito una vasta esperienza nella regia d’opera, ha definito  Nabucco un patrimonio della nazione e dell’umanità e ha voluto dedicare questa edizione all’archeologo Khaled Assad, custode del sito di Palmira, assassinato dai fanatici dell’Isis. Egli ha materializzato questa sua idea nella violenza esercitata dai dominatori che, nei loro abiti verdi e rossi, incalzano la bianca massa degli oppressi con la minacciosa presenza di quelle lance rosso-sangue che incombono minacciose sui corpi degli schiavi. Inoltre Monti, che ha firmato anche la scenografia, ha2015_10_14_NABUCCO (182) Musiculturaonline collocato sulla scena degli enormi monoliti coloro sabbia-polvere: quando si allineano in modo simmetrico evocano un unico grande muro divisorio (ricordo del muro del pianto ma anche evocazione degli attuali muri che separano culture, etnie e religioni); quando ruotano su se stessi rendono dinamico lo spazio scenico, variando le geometrie e gli ambienti dove si muovono i personaggi e il coro. Inoltre il regista ha commissionato allo scultore Vincenzo Balena degli elementi scenici che si rifanno alla scultura assiro-babilonese, oppure sono delle maschere d’argento che si muovono sulla scena a evocare la costante presenza del potere. Monti ha gestito molto bene i personaggi e le masse corali alternando momenti di fissità statuaria ad altri di frenetico e a volte violento movimento, riuscendo così a fondere solennità e drammaticità della vicenda che Temistocle Solera ha tratto dal dramma di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu, dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi.
2015_10_14_NABUCCO (212) MusiculturaonlineIl maestro Aldo Sisillo ha diretto con misurata energia e con la dovuta sensibilità l’Orchestra dell’Opera Italiana, sperimentata formazione nata e cresciuta all’ombra del Teatro dell’Opera di Parma e riconosciuta come una delle migliori esecutrici del repertorio operistico italiano con particolare riferimento alle composizioni verdiane. All’altezza dell’impegnativo compito il Coro Lirico Marchigiano Bellini, diretto dal M° Carlo Morganti, reduce da una tournee in Oman dove ha partecipato all’esecuzione della Traviata nel Royal Opera House di Muscat. Di buon livello si è rivela l’intero cast a cominciare dal basso georgiano Ramax Chikviladze (Zaccaria), dal tenore Leonardo Gramegna (Ismaele) e dal mezzosoprano Elisa Barbero (Fenena). Particolarmente intense e drammatiche sono state le interpretazioni del soprano Maria Billeri (Abigaille) e del baritono messicano Carlos Almaguer (Nabuccodonosor).

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