Alessandra Ferri torna con EVOLUTION
di Elena Bartolucci e Alberto Pellegrino
29 Lug 2015 - Commenti danza, Danza
Civitanova Marche – Martedì 28 luglio 2015 il gremito Teatro Rossini ha avuto il piacere di assistere a un incantevole “Notte della Stella” per Civitanova Danza 2015. Nonostante il suo addio alle scene di diversi anni fa, Alessandra Ferri è tornata a calcare il palcoscenico con il progetto Evolution, che fin dal titolo gioca appunto sul doppio binario: quello dell’evoluzione di un’arte e quello della trasformazione di un’artista. Personaggio dell’Anno Premio Danza & Danza 2014, la Ferri è considerata a livello internazionale una delle più importanti ballerine drammatiche del nostro tempo. Nel 1980 dopo aver vinto il Prix de Lausanne, è entrata a far parte del Royal Ballet di Londra. Diventa prima ballerina a soli 19 anni quando Sir Kenneth McMillan la sceglie per interpretare i ruoli più importanti dei suoi balletti, Romeo e Giulietta, Manon e Mayerling; appositamente per lei il famoso coreografo ha inoltre creato altri ruoli, come Marie in Different Drummer e Micol in Valley of Shadows. Nel 1985 Michail Baryshnikov la invita all’American Ballet Theatre dove rimarrà fino al 2007. Ha lavorato con i più grandi coreografi del nostro tempo: Sir Frederick Ashton, Jerome Robbins, Jiri Kylian, Twyla Tharp, John Neumeier, William Forsythe e Roland Petit. Ha danzato nei teatri più prestigiosi del mondo e ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, quali il Sir Lawrence Olivier Award, il Dance Magazine Award e il Benois de la Danse. Nel 2006 é stata anche nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2014 firma la sua prima coreografia dello spettacolo The Piano Upstairs al Festival dei Due Mondi a Spoleto e nel maggio 2015 è la protagonista della nuova creazione dedicata a Virginia Woolf da parte di Wayne McGregor per il Royal Ballet.
Al suo fianco in questo nuovo viaggio volto alla raffinata ricerca artistica e interpretativa c’è Herman Cornejo, il principal dancer dell’American Ballet Theatre. Di origini argentine Cornejo ha iniziato a studiare danza a Buenos Aires al Teatro Colon Instituto Superior de Arte e successivamente a New York alla School of American Ballet. Entra a far parte del Ballet Argentino, diretto da Julio Bocca, ed è invitato come Artista Ospite da importanti compagnie quali il New York City Ballet, Boston Ballet, Cuban Contemporary Dance Company, Teatro Argentino de La Plata, Barcellona Ballet, prendendo parte a numerosi gala nei teatri più prestigiosi del mondo. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, verrà addirittura nominato Peace Messenger per l’UNESCO ed eletto Dancer of the Year dal “The New York Times” nel 2013.
Ad accompagnare i due étoile sul palco ci sono altri bravissimi danzatori, artisti di diversa formazione ma profondamente uniti dalla medesima visione della danza: Tobin Del Cuore, Craig Hall, Daniel Proietto, Jonathan Alsberry, William Briscoe, Jonathan Fredrickson, Johnny McMillan e Jeremy Jae Neal.
Con loro Alessandra Ferri e Herman Cornejo interpretano una collana di creazioni di significativi e originali autori dell’attuale scena coreografica, che si apre con Rhapsody di Frederik Ashton e musica di Sergej Rachmaninoff (Rhapsody on a Theme of Paganini), in cui la potenza fisica di Cornejo si sposa alla perfezione alla leggiadria della Ferri. Un passo a dure carico di romanticismo, dove le linee morbide e sinuose seguono una perfetta sincronia nei movimenti.
A seguire Duet from concerto six twenty two su coreografia di Lar Lubovitch e musica di W.A. Mozart (Concerto for Clarinet and Orchestra K. #622): i due ballerini Tobin Del Cuore e Craig Hall, vestiti completamente di bianco, mostrano al pubblico una perfetta simmetria in ciascuna movenza e la leggerezza dei movimenti e la precisione delle prese fa dimenticare di assistere a un passo a due tra figure maschili vista la delicatezza mostrata.
Si cambia completamente di registro assistendo a Sinnermann su coreografia di Alan Lucien Øyen e cantata da Nina Simone. Grazie al gioco di luci di Martin Flack il costume del ballerino Daniel Proietto (disegnato da Stine Sjøgren), ovvero una tutina aderente completamente ricoperta di paillettes, cambia tonalità di colore a seconda del ritmo musicale. La meravigliosa canzone cantata dalla voce particolarissima della Simone sembra non sposarsi a pieno alla sinuosità dei movimenti: la bravura del danzatore è indiscussa, ma la coreografia in diversi momenti non sembra seguire il tempo. Questo balletto è prodotto da Winter Guests con il supporto di Arts Council Norway e DNO&B.
Torna nuovamente Alessandra Ferri ma questa volta accompagnata da Craig Hall per la performance di After the rain su coreografia di Christopher Wheeldon e musica di Arvo Pärt (Spiegel im Spiegel). Un passo a due suggestivo ed emozionante, fatto di movimenti lenti e minimali ma carico di grande capacità espressiva.
Cambia nuovamente ritmo con Trio da Awáa (Awáa creato per Aszure Barton & Artists nel 2012 per gentile concessione di The Banff Centre e Baryshnikov Arts Center) su coreografia di Aszure Barton e musica originale di Curtis MacDonald, che vede protagonisti Jonathan Alsberry, William Briscoe e Jeremy Jae Neal in uno strepitoso omaggio al ritmo e alla grande energia della danza tribale. I costumi sono di Linda Chow e l’original lighting design di Burke Brown.
Si prosegue poi con l’assolo intimo e profondo di Tobin Del Cuore, A Mariner su coreografia di Kate Skarpetowska e in completo legame con le meravigliose note musicali di Georg Friedrich Händel.
Tornano di nuovo Alessandra Ferri e Herman Cornejo in una scelta molto diversa e lontana dal repertorio dell’étoile italiana ovvero Sinatra Suite su coreografia di Twyla Tharp, danzata su diverse canzoni eseguite da Frank Sinatra come Strangers in the Night, All the Way, That’s Life, My Way, One for My Baby (and One More for the Road). Trasportati dalla morbidezza delle intramontabili canzoni de La Voce, entrambi tentano di raccontare l’amore di coppia a volte sensuale, romantico e divertente, spesso anche con movenze quasi imprecise. I costumi originali sono firmati da Oscar de la Renta mentre il disegno luci è di Jennifer Tipton.
In Pacopepepluto su coreografia di Alejandro Cerrudo e musica di Dean Martin e Joe Scalissi si sono esibiti Johnny McMillan, Tobin Del Cuore e Jonathan Fredrickson: la grande fisicità dei tre ballerini (messa in evidenza da costumi quasi invisibili) e il gioco di luci quasi in penombra erano in perfetto contrasto con le note giocose di una musica datata ma pur sempre originale.
In chiusura del programma della serata lo struggente passo a due da Le Parc di Angelin Preljocaj su musica di W.A. Mozart (Adagio dal Concerto in la maggiore, K. 488), in cui la magia e il romanticismo hanno ricreato una scena d’amore appassionata senza eguali tra Alessandra Ferri e Herman Cornejo.
A differenza delle scorse edizioni la Notte della Stella con Alessandra Ferri ha saputo coniugare alla perfezione il verbo danzare in tutte le sue accezioni, dimostrando quanti generi di danza esistono e possono benissimo coesistere in un unico meraviglioso spettacolo.
Evolution è una produzione e distribuzione di International Music and Arts.
Una grande Alessandra Ferri a Civitanova Danza
di Alberto Pellegrino
Civitanova Danza 2015 ha dedicato il 28 luglio la “notte delle stelle” ad Alessandra Ferri, una delle più grandi ballerine del mondo che, dopo aver interrotto la sua attività artistica nel 2007, ha avuto il coraggio e la volontà di ritornare sulla scena, rimettendo in discussione il suo straordinario talento e il suo stesso destino di grande interprete che ha dato e dà alla danza l’anima e il corpo. La Ferri, che ha avuto un’eccezionale carriera artistica raggiungendo le più alte vette come prima ballerina del Royal Ballet di Londra poi dell’American Ballet Theatre e del Teatro alla Scala di Milano, ha ideato questo nuovo spettacolo intitolato Evolution, che assume il duplice significato dell’evoluzione della danza e della trasformazione di un’artista che riparte avendo al fianco degli straordinari giovani danzatori con i quali interpreta alcune delle creazioni più originali e significative dell’attuale scena coreografica. Nell’attuazione di questo progetto la Ferri ha voluto come coprotagonista l’argentino Herman Cornejo, dal 2003 “principal dancer” dell’American Ballet Theatre.
Per Alessandra Ferri il corpo è lo strumento (qualcuno l’ha paragonato a uno straordinario violino) attraverso il quale è capace di esprimere qualsiasi tipo di sentimento e, nel commentare questo suo ritorno sulle scene, l’artista ha detto: “Il mio corpo si è liberato da certe imposizioni e si lascia coinvolgere da stili e movimenti nuovi, sorprendendomi. Il classico è rigoroso, farà sempre parte di me con la consapevolezza, però, che quel tipo di carriera è finita. Non ballo più per ambizione, ma perché la danza è la mia vita”.
La Ferri rimane un’artista sensibile e altamente espressiva proprio perché dotata di un corpo leggerissimo e flessuoso capace di gesti morbidi e precisi che trasmettono sia il tomento e la passionalità di tanti suoi personaggi classici (Giulietta, Manon, Carmen, ecc.), sia i ritmi della musica contemporanea. Siamo di fronte a una grande danzatrice e a una grande attrice, la quale agisce senza mai tradire il movimento che è l‘essenza della sua arte e che si basa su un dinamismo insieme dolce ed energico, lasciando che il corpo si abbandoni alla forza della passione.
La Ferri ha mostrato ancora una volta le sue raffinate capacità nel repertorio classico quando ha eseguito con estrema e aerea leggerezza la Rapsodia sul tema di Paganini op. 43 di Sergei Rachmaninoff, sia il passo a due sulle note dell’Adagio dal Concerto in la la maggiore k.488 di W. A. Mozart, mettendo in mostra sensualità ed eleganza unite a un’eccezionale armonia di movimenti e di ritmi. Ha poi rivelato qualità interpretative del tutto inedite in un genere musicale lontano dalla danza classica, quando ha danzato con Cornejo i più celebri successi del grande Frank Sinatra.