Storia di un grande attore: Massimo Girotti
di Alberto Pellegrino
16 Mag 2015 - Libri
Dopo anni di silenzio arriva quanto mai opportuno il volume di Roberto Liberatori Massimo Girotti. Cronaca di un attore, nel quale attraverso una biografia ragionata e molto approfondita si traccia la figura professionale e umana di un grande attore, che ha lasciato un segno profondo nella storia del cinema italiano del secondo Novecento. Girotti, che è rimasto attivo dal 1939 al 2003 anno della sua scomparsa, rappresenta l’esempio di una carriera costruita nel segno di una professionalità quasi maniacale, di una vita privata vissuta con estrema riservatezza nell’ambito familiare, di un costante rifiuto di ogni forma di divismo e di mondanità. Egli era arrivato nel mondo del cinema senza nessuna preparazione ed esperienza teatrale, per cui dopo aver conquistato un certo successo, ha avvertito il bisogno di dedicarsi con estrema serietà agli studi umanistici e teatrali per raggiungere quei risultati che l’hanno collocato ai vertici del cinema italiano. Da grande professionista, nel corso della sua carriera, egli ha alternato opere di altissimo livello con film commerciali appartenenti al genere storico, avventuroso e melodrammatico, sempre interpretati da grande professionista. La sua figura di uomo elegante e sofisticato, la sua fama di attore serio e preparato hanno richiamato l’attenzione anche d’importanti registi stranieri come Yves Allégret, Claude Autant-Lara, Jean Delannoy, Walerian Borowcyk, Joseph Losey (Mr. Klein).
Massimo Girotti è stato un professionista a tutto tondo, perché si è affermato non solo come protagonista cinematografico, ma come attore di prosa all’interno di cast prestigiosi, affrontando testi classici e contemporanei sotto la guida di grandi registi. Inizia nel 1945 con Alessandro Blasetti interpretando Priestley, Pirandello e Sherwood; prosegue con Luchino Visconti ricoprendo ruoli importanti in alcuni impegnativi lavori di Caldwell, Dostoevskij, Shakespeare, Strinberg, Cecov. La sua attività teatrale continua sempre ad altro livello, alternando autori classici come Euripide, Shakespeare, Annibal Caro e Ibsen con autori contemporanei come Cicognani, Brancati, Anouilh e Ugo Betti, al fianco di grandi attori come Gassman e Albertazzi, Sbragia e Gino Cervi, in spettacoli messi in scena da registi di notevole spessore culturale come Squarzina, Costa, Zeffirelli e Ronconi. Girotti ha al suo attivo anche numerose presenze televisive, avendo interpretato importanti opere di prosa e avendo partecipato, tra l’altro, alle serie tv Cime tempestose, I promessi sposi, Jekill, Cristoforo Colombo e Quo Vadis? che hanno avuto una grande successo di pubblico.
Massimo Girotti nasce nel 1918 a Mogliano nelle Marche, ma nel 1921 la sua famiglia si trasferisce a Roma, città che diventa la sua stabile residenza, anche se l’attore manterrà sempre uno stretto legame sentimentale con la sua terra d’origine. Frequenta per quattro anni il liceo classico Giulio Cesare (dove studia anche Massimo Serato), ma per una grave malattia non riesce a prendere il diploma che invece ottiene presso il liceo privato Dante Alighieri, dove conosce il futuro regista Giuseppe De Santis. S’iscrive prima a ingegneria poi a giurisprudenza senza arrivare mai alla laurea; nello stesso tempo pratica diversi sport (sci, nuoto, pallanuoto, atletica leggera). Il mondo del cinema si accorge presto di questo ventenne dal corpo atletico, dall’alta statura (un metro e ottanta), dal volto di una bellezza molto particolare rispetto ai canoni classici del divismo del tempo (Rossano Brazzi, Massimo Serato, Amedeo Nazzari), per cui i registi Soldati e Camerini gli affidano una piccola parte nei film Dora Nelson (1939) e Una romantica avventura (1940). Nel 1941 il regista Alessandro Blasetti cerca il protagonista per La corona di ferro, film d’avventura ambientato in un medioevo di fantasia e la scelta cade su Girotti chiamato a interpretare un personaggio a metà strada tra Tarzan e Robin Hood, al fianco di attori affermati come Gino Cervi, Elisa Cegani e Luisa Ferida. Il film, che riscuote un insperato e straordinario successo, segna l’inizio della carriera artistica di Girotti che conquista una improvvisa popolarità. Dopo essere stato il protagonista del film Un pilota ritorna (1942) di Roberto Rossellini, nel 1943 si verifica l’incontro che segnerà profondamente la sua vita professionale umana: Luchino Visconti (che sarà il suo futuro maestro) lo sceglie come protagonista per Ossessione, il film ha segnato una svolta rivoluzionaria e trasgressiva rispetto al clima oppressivo del regime fascista, aprendo la strada al Neorealismo e dando il via a una straordinaria stagione del cinema italiano.
Nel dopoguerra Girotti è ormai un attore stimato per la sua professionalità e la sua capacità di impadronirsi del personaggio affidatogli, per cui lavora con i migliori registi del tempo: nel 1945 De Sica lo vuole tra gli interpreti de La porta del cielo, film girato per conto del Vaticano nella Basilica di San Paolo; successivamente Girotti gira con Alessandro Blasetti Un giorno nella vita, con Luigi Zampa Anni difficili, con Mario Camerini Molti sogni per le strade, con Pietro Germi prima gira Gioventù perduta, poi nel 1949 è il protagonista del film In nome della legge, con cui ottiene la consacrazione come grande interprete del Neorealismo italiano. Nel 1947 inizia una lunga collaborazione con Giuseppe De Santis con il quale gira Caccia tragica, Roma ore 11, Un marito per Anna Zaccheo, La strada lunga un anno; anche altri registi importanti lo vogliono nel cast dei loro film: Michelangelo Antonioni in Cronaca di un amore, Luigi Comencini in Persiane chiuse, Carlo Lizzani in Ai margini della legge, Alberto Lattuada in Lettere a una novizia. Di nuovo per Luchino Visconti interpreta Senso, La strega bruciata viva, L’innocente; Pierpaolo Pasolini ne fa il protagonista di Teorema e di Medea; infine nel 1972 ottiene la consacrazione internazionale con il film Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, dove recita al fianco di Marlon Brando. I suoi ultimi film importanti sono stati L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo, Passione d’amore di Ettore Scola, Interno berlinese di Liliana Cavani, Il mostro di Roberto Benigni. Il film di Ferzan Ozpetek La finestra di fronte (2003), dove Girotti interpreta in modo magistrale la figura di un anziano che ha perduto la memoria, rappresenta la conclusione di una prestigiosa carriera e di una vita esemplare.