“Pezzi di vita”, pezzi di noi
di Chiara Bartolozzi
24 Apr 2015 - Commenti live!, Musica live
Macerata – Sabato 18 aprile 2015 il cantante milanese Enrico Ruggeri ha scelto il Teatro Lauro Rossi per dare il via al tour con cui porterà in giro per l’Italia i brani del suo nuovo album Pezzi di vita: un doppio cd che contiene 10 inediti e 14 dei suoi più celebri successi, riarrangiati in occasione dell’uscita del disco.
Un pubblico caloroso e partecipe ha accolto l’artista fin dal suo arrivo sul palco. Già dalle prime note, la platea è stata rapita dalle storie raccontate dal cantante, il quale sa bene come arrivare a toccare le corde nascoste dei suoi fan attraverso sonorità camaleontiche e testi ricercati che trattano tematiche attuali e descrivono il vissuto di tutti i giorni. Il flusso dei racconti si è mosso in un’atmosfera che ha spaziato da ritmi veloci scanditi, colpi di sintetizzatore a ballate alla tastiera più romantiche e coinvolgenti a livello intimo – che si sposano perfettamente con i testi.
Il palco con una scenografia semplice, arredata solo con una pedana, gli strumenti dei musicisti e il microfono al centro del palco, si è riempito di magia grazie alla voce di Ruggeri. L’artista ha fatto il suo ingresso in un elegantissimo completo nero sulle note di Sono io quello per strada. Il pubblico l’ha ringraziato con una pioggia di applausi che Ruggeri ha ricambiato scendendo tra le prime file per salutare con strette di mano e ampi sorrisi.
Il concerto è proseguito poi sulle note di alcune delle nuove tracce presenti nell’album come La statua senza nome, Centri commerciali, Perdersi nel tempo e Un pezzo di vita. Le tematiche che Ruggeri affronta sono attualissime e riguardano alcune delle piaghe della società moderna come la monotonia di una vita passata a vivere ciò che è standardizzato e che ci rende passivi e tutti uguali. I testi dell’artista sono sempre caratterizzati da una sensibilità che permette all’ascoltatore di porsi domande esistenziali e di chiedersi se sia possibile fare qualcosa di diverso e nuovo, abbracciare un’energia e delle emozioni che spesso vengono dimenticate.
Il pubblico femminile è stato particolarmente vivo durante tutta la durata del concerto, ma il momento più toccante ed emozionante è stato vedere il suo coinvolgimento durante l’esecuzione di Quello che le donne non dicono. Ruggeri ha lasciato cantare le signore in sala che si sono mostrate preparate e pronte nel seguire la musica di quell’inno alle donne, scritto da un uomo, che racconta l’animo femminile con particolare attenzione e dolcezza.
Una chicca dello spettacolo è stata l’esecuzione del pezzo Tre Signori, già presentato sul palco dell’Ariston in occasione della serata finale del Festival di Sanremo di quest’anno, dedicato a Gaber, Faletti e Jannacci, uomini, ma soprattutto artisti, che il mondo dello spettacolo ha dovuto salutare per sempre troppo presto.
Una dedica particolare, invece, è stata fatta alle Marche con il pezzo Il mare d’inverno che Ruggeri ha scritto pensando a Marotta, dove passava le sue vacanze estive.
Tra i pezzi più rockeggianti il cantante ha eseguito Poco più di niente – con l’inserimento dell’intro di Thunderstruck degli AC/DC e un riff di My Sharona degli Knack – e grandi classici del suo repertorio come Peter Pan, Vivo da Re, Contessa e Mistero con cui Ruggeri ha concluso il suo viaggio attraverso la memoria e i suoi pezzi di vita.
L’artista non si è fatto pregare e in più occasioni si è lasciato andare a qualche battuta interagendo con il pubblico. Ha ringraziato inoltre il sindaco Romano Carancini e la meravigliosa città di Macerata per averlo ospitato durante tutta la settimana precedente la data del concerto e per avergli permesso di assistere all’inaugurazione della nuova Torre dell’orologio affermando di aver così “sfiorato la storia”.
Enrico Ruggeri non delude mai. Si potrebbe restare ad ascoltarlo per ore, bramando un’altra storia e sentirlo raccontare della vita ancora una volta. I ritmi e gli arrangiamenti permettono di vivere un mix ineguagliabile di emozioni e la versatilità dell’artista dà vita a un gioco di chiaro scuri musicali che veicolano il messaggio attraverso canzoni che sono “un tentativo di manipolare la realtà rendendola poetica”, come lui stesso ha affermato durante una pausa tra un brano e l’altro.