Pesaro conquistata da Piparo e Neeley
di Alberto Attorri
21 Gen 2015 - Commenti live!, Musica live
Pesaro (27 Dicembre 2014). Nella splendida cornice del teatro Rossini di Pesaro è andato in scena l’imponente musical Jesus Christ Superstar, per concludere in bellezza, con uno spettacolo fuori abbonamento, un anno che a settembre ha regalato una brillante stagione teatrale alla città della musica marchigiana. Un tutto esaurito giustificato dalla straordinaria presenza tra gli attori di Ted Neeley nel ruolo di Gesù, parte che lo rese celebre nel 1970 a Brodway nel musical omonimo e nel famoso film del 1973. Il tutto è stato diretto dalla sapiente mano di Massimo Romeo Piparo, già direttore di Sette spose per sette fratelli, La cage aux folles e Smetti di piangere, Penelope!, spettacoli noti alla platea delle Marche amante del musical. Lo spettacolo, in lingua inglese, è stato paragonabile ad un’opera lirica: gli attori non smettevano di cantare e alcuni spettatori nei palchi leggevano il libretto vendibile nel foyer del teatro, in lingua originale e tradotta in italiano, con i testi di Andrew Lloyd Webber e di Tim Rice, premio Oscar alla miglior canzone nel 1993 per Aladdin, nel 1995 per Il re leone, entrambi firmati Disney, e nel 1997 per il film Evita, interpretato da Madonna. Una performance fuori dalla norma, l’ultima settimana di vita di Gesù Cristo raccontata dal punto di vista di Giuda Iscariota sotto forma di concerto rock con tanto di riflettori che invadevano il teatro intero di luci, accompagnate da frasi del Vangelo e della Bibbia sullo sfondo. Il regista Piparo così commenta questa scelta: “Ho voluto il confronto tra la liricità delle parole delle canzoni e l’alta poesia contenuta nel Vangelo; un fatto più letterario e semantico che spirituale. Non volevo far diventare l’allestimento una lezione di catechesi, oppure dare un’impronta cattolica o cristiana. Volevo semplicemente dire che da quella frase o verso veniva fuori una canzone. Sono due modi di scrivere bene le cose, tant’è che il Vangelo rimane comunque una gran bella lirica. Sono certo che leggendo il Vangelo chiunque, al di là del contenuto, troverà che nella forma è espresso benissimo”. Lo spettacolo ha poi preso un’altra piega: sputafuoco, trampolisti, un vero show circense arricchito dalle coreografie di Roberto Croce, non era altro che la scena di Gesù nel tempio di Gerusalemme, reso simile ad un circo per la depravazione di chi lo frequentava. Non sono mancate certamente anche scene di grande impatto emotivo, come Giuda che riceve i 30 denari, dove sono comparse maschere inquietanti che sottolineavano il divario tra il suo dovere di traditore e la sua umanità. In merito Piparo dice: “Giuda è l’unico personaggio autentico del racconto, è l’unico che fa del tradimento un atto di grande onestà; gli altri invece conoscono solo l’ipocrisia, quella delle masse, degli zeloti, di coloro che ci mettono poco a riconoscere in Gesù di Nazareth il Messia, ma poi lo rinnegano per evitare di subire l’arresto. Giuda è l’unico onesto perché vuole evitare ciò che succede e fa di tutto per essere creduto; vuole che si ragioni per evitare che ciò accada”. La scena che resterà scolpita nella memoria dei pesaresi è stata sicuramente quella della flagellazione: Gesù si china, cala il sipario e su questo vengono proiettate, per ognuna delle 39 frustate, 39 scene di quello per cui Dio sceso in terra si fece flagellare: bambini scheletrici, talebani, rapimento e uccisione di Aldo Moro, Torri Gemelle in fiamme, il tutto accompagnato dalla maligna voce di Pilato che contava. Insomma una performance teatrale che ha colpito credenti e non, tanto che il pubblico tutto in piedi, alla fine, ha anche richiesto il bis, dove Gesù e Giuda, interpretato da un grandissimo Feysal Bonciani, hanno duettato la canzone Jesus Christ Superstar accompagnati da 15 minuti di standing ovation dei pesaresi commossi ed emozionati.