Silvio Orlando in un moderno mercante di Venezia
di Elena Bartolucci
11 Nov 2014 - Commenti teatro
Macerata – Martedì 4 Novembre è stato finalmente inaugurato il nuovo cartellone della stagione di prosa del Teatro Lauro Rossi di Macerata – gremito di un pubblico a dir poco eterogeneo con una presenza notevole di giovanissimi – con una delle opere più famose e rappresentate di Shakespeare, Il mercante di Venezia, messa in scena dalla Popular Shakespeare Kompany.
Nella storia Bassanio vuol conquistare la sua amata Porzia, così chiede un prestito all’amico Antonio, un mercante navale, che al momento non può dargli il denaro in quanto tutti i suoi averi sono ancora per mare. Pur di aiutarlo a non sfigurare davanti agli occhi della ricca ereditiera, Antonio si rivolge all’usuraio ebreo Shylock, il quale impone nel contratto la clausola che, in caso di mancato pagamento, alla scadenza dei tre mesi venga pagato con una libbra della sua carne. Scaduto il termine, Antonio non riesce a pagare il debito, perché sembra che le sue navi siano naufragate, ma Shylock pretende che il contratto venga comunque rispettato. Porzia – conquistata da Bassanio, che ha anche superato la prova del defunto padre per avere la sua mano – si traveste da avvocato in aiuto di Antonio e riesce a scagionarlo da ogni accusa davanti al doge, il quale grazia anche Shylock, confiscando tutti i suoi beni, che andranno per metà allo stato e per metà ad Antonio, ma quest’ultimo dedice di restituire gli averi a Shylock solo se si convertirà al cristianesimo e darà ogni suo bene alla figlia Jessica e al marito Lorenzo. Un lieto fine… anche se con l’amaro in bocca. Grande richiamo di pubblico è stato certamente il nome di uno dei protagonisti principali ovvero il famoso attore partenopeo Silvio Orlando nei panni spregevoli di Shylock, un uomo avaro e senza valori.
Il Mercante di Venezia resta anche in questa versione rivisitata e modernizzata un’opera complessa, in cui si intrecciano conflitti sociali e culturali, valori come legalità e giustizia, passioni e intrighi amorosi per le belle (ma un po’ vanesie) Porzia e Nerissa. Un’opera in cui a prevalere è il potere del denaro, con cui si immagina di poter comprare tutto.
Riguardo allo spettacolo il regista Valerio Binasco si è espresso dicendo: “Non avevo mai pensato al Mercante come ad un’opera teatrale che mi potesse interessare direttamente. Questo perché alla sensibilità contemporanea una storia come quella del Mercante e di Shylock sembrerebbe dire ben poco. Piano piano ho capito che forse ero caduto in un equivoco: il Mercante per metà sembra un testo realistico (la storia di Shylock, appunto) e per un’altra metà sembra una favola (la storia di Porzia e dei suoi scrigni). E quindi andrò lì dove le due strade mi condurranno”.
Sicuramente va dato atto che un’opera così datata riesce comunque a scavalcare i tempi e, oltre a regalare vari colpi di scena, restare sempre attuale, toccando temi notevoli come l’intolleranza, il senso dell’etica e di denuncia delle false apparenze.
L’unica nota dolente è l’estrema (e a volte inutile) lunghezza dei cambi di scena, che hanno reso troppo lunga l’intera messa in scena, mettendo a dura prova l’attenzione del pubblico, rimasto comunque soddisfatto della prova attoriale di Silvio Orlando (anche se con un forzatissimo accento dell’Est europeo) e degli altri mirabili attori in scena come Andrea Di Casa, Fabrizio Contri, Milvia Marigliano (nelle vesti della simpatica e smaliziata dama di compagnia Nerissa), Simone Luglio, Elena Gigliotti, Nicola Pannelli (un serio e convincente Antonio), Fulvio Pepe, Sergio Romano (uno dei migliori che ha reso un’ottima e divertente interpretazione nel personaggio di Lancillotto), Barbara Ronchi (forse un po’ troppo tirata ed eccessiva in alcuni momenti della sua Porzia), Roberto Turchetta e Ivan Zerbinati. Le musiche originali sono di Arturo Annecchino, le scene molto (forse troppo) minimali di Carlo de Marino, le luci di Pasquale Mari e i costumi di Sandra Cardini.