“Alchemy” dei Momix lascia senza fiato il pubblico di Civitanovadanza


di Elena Bartolucci

31 Lug 2014 - Commenti danza, Danza

momix_MusiculturaonlineCivitanova Marche – Il 29 luglio 2014 una delle compagnie più amate e acclamate al mondo, Momix, ha replicato l’esibizione della seconda Notte delle stelle di Civitanovadanza al gremito Teatro Rossini con la prima esclusiva regionale dello spettacolo intitolato “Alchemy” (già presentata in Prima Mondiale al Teatro Dante Alighieri come anticipazione del Ravenna Festival), firmato dal famoso Moses Pendleton.
Regista e coreografo statunitense affermato, Pendleton è nato e cresciuto nel Vermont e, dopo essersi laureato in letteratura inglese, ha fondato assieme a Jonathan Wolken il “Pilobolus Dance Theatre”, che negli anni ’70 conquistò le platee di tutto il mondo grazie a una geniale e insolita combinazione di acrobatismo e fantasia. Pendleton iniziò poi a lavorare da solo e fondò non solo la compagnia Momix ma collaborò sia come interprete sia come coreografo in importanti e famosi allestimenti in tutto il mondo.
La compagnia Momix prende il nome da un assolo ideato per i Giochi Olimpici invernali di Lake Placid nel 1980 e nel corso degli anni la formazione e le dimensioni del gruppo hanno subito diversi mutamenti, ma è rimasto intatto l’impegno a contribuire allo sviluppo dell’arte della danza divertendo il pubblico. La sua fama è ormai legata alla capacità di evocare un mondo di immagini surreali facendo interagire corpi umani, costumi, attrezzi e giochi di luce.
Dopo i numerosi successi conquistati in tutto il mondo nel corso del tempo grazie a esperimenti in danza come “Passion”, “Supermomix”, “Sun Flower Moon”, “Bothanica”, “Opus Cactus” e “The Best of Momix”, arriva “Alchemy”: uno spettacolo che, trattando dell’arte dell’alchimia e dell’alchimia dell’arte, lascia il pubblico a bocca aperta tra acrobazie, illusioni e tanta tanta magia sul palco.
Non è una rappresentazione facile da raccontare perché bisogna vederla per restare stupiti e rimanere affascinati dall’energia palpabile sin dal primo istante, coadiuvata da immagini e musica azzeccate che accompagnano movimenti sinuosi, nascosti o potenziati da un uso magistrale delle luci.
Nella prima parte vengono rappresentati gli elementi primordiali come acqua, terra, fuoco e aria, che poi piano nel proseguo si trasformano e diventano materia, fino a trasformarsi in oro. Come lo stesso Pendleton ha tenuto a precisare, l’obiettivo di questo spettacolo risiedeva proprio nell’eterna ricerca dell’oro segreto che vive nel profondo dell’essenza di chiunque, rivelato solo dagli uomini capaci di scrutare il mondo con occhi creativi.
Sin dalle fiamme proiettate sul sipario ancora chiuso, la musica in crescendo accoglie sul palco dei tubi altissimi intorno ai quali incomincia una danza semicircolare dei ballerini e pian piano essi diventano un intreccio e un tutt’uno con i loro corpi. Le fiamme rappresentate anche dai costumi rossi vengono poi spente via dall’acqua e ci si sposta sotto il mare. I corpi e i movimenti dei ballerini assumono di volta in volta le trame, le onde e le linee delle immagini proiettate dietro di loro sospinti dal soffio del vento udito in sottofondo.
Dalla terra polverosa emergono scorci di disegni arcaici che accolgono l’arrivo dell’uomo primitivo che si opporrà poi alla figura femminile completamente velata e dal collo altissimo che danza con movenze quasi da dervisci.
Momix-Alchemy_MusiculturaonlineI momenti clou della serata sono giunti con un passo a due romantico e mozzafiato in cui la ballerina, quasi in assenza di gravità, danzava con piccoli tocchi accanto al suo uomo per poi allontanarsi e restare sospesa nell’aria, ma anche poi nel momento del gioco degli specchi in cui le sagome muscolose e sinuose dei ballerini-illusionisti si sono moltiplicate sulla superficie riflessa a cui erano aggrappati.
Anche il finale, però, ha saputo regalare dei grossi momenti di pathos dove delle enormi tele nere hanno preso vita e sostenevano abbracciati a sé le ballerine in una danza dai tocchi gentili, quasi a sottolineare una fine perfetta, delineando il concetto di come la danza e l’arte si fondano perfettamente tra loro.
Poco prima che sul sipario apparisse la scritta “End”, un caloroso e lunghissimo applauso ha salutato le ultime movenze degli strabilianti 8 ballerini sul palcoscenico, che, senza farsi troppo pregare, hanno subito messo in scena un’ultima sorprendente esibizione prima di salutare il pubblico in completo visibilio. Innegabile lo stupore che lo spettatore ha provato nell’assistere a ogni cambio di scena, anche se effettivamente alcuni intramezzi non erano così accessibili alla comprensione comune. Resta il fatto che si tratta di uno spettacolo surreale e visionario di pura energia ed eleganza, dove la fantasia, l’ironia, la bellezza e il mistero sono stati i veri protagonisti grazie a un intreccio di racconto formidabile.
Il co-direttore alla coreografia è Cynthia Quinn, il disegno luci di Michael Korsch, il disegno costumi di Phoebe Katzin, Moses Pendleton e Cynthia Quinn, la realizzazione costumi di Phoebe Katzin, mentre le proiezioni video di Moses Pendleton, il montaggio video di Woodrow F. Dick III, il collage musicale di Moses Pendleton e il montaggio musicale di Andrew Hansen.