Il viaggio della FORM da Vivaldi a Gerschwin


di Elena Bartolucci

7 Mag 2014 - Commenti classica, Musica classica

10302047_729838790371493_2704288625387370453_nMacerata – Giovedì 24 Aprile al Teatro Lauro Rossi di Macerata la FORM, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, ha chiuso alla grande la stagione sinfonica 2014 con il concerto intitolato Viaggi: da Vivaldi e Gershwin, il cui protagonista principale è stato l’armonicista italiano Gianluca Littera. Uno tra i pochi solisti al mondo a proporsi in ambito classico e jazz, che può vantare collaborazioni di altissimo livello con artisti internazionali e nomi come Ennio Morricone e Renato Zero.
L’armonica a bocca è finalmente riuscita ad abbandonare il limbo degli strumenti popolari, nel quale è stata relegata per troppo tempo, varcando ora la soglia della musica d’arte dietro l’impulso creativo di grandi interpreti, arrangiatori e compositori, fra i quali anche Gianni Littera, a cui va riconosciuto il merito di aver amplificato le potenzialità di questo strumento sul piano virtuosistico.
Questo particolare programma musicale, fortemente voluto dal direttore generale della FORM, Fabio Tiberi, vuole in realtà proporsi come mero viaggio volto all’esplorazione della musica attraverso luoghi, tempi e stili diversi.
Ecco allora che lo spettacolo parte in tutta la sua potenza dall’Italia con Antonio Vivaldi e si rimane particolarmente colpiti dalla delicatezza espressiva dell’armonica in un pezzo classico come la versione sperimentale e fascinosa per violino, armonica e archi del Concerto in La min. RV 522 (da L’estro armonico, n. 8).
Littera_FORM_MusiculturaonlineA volte la sonorità di questo strumento quasi sembra scomparire, soffocata dal suono dei violini circostanti, eppure in vari momenti si riescono a distinguere bene le sue note delicate e acute allo stesso tempo.
Dal Bel Paese il viaggio della Filarmonica Marchigiana continua nella Spagna descritta da James Moody (il celebre sassofonista dell’orchestra di Dixie Gillespie) in Toledo (fantasia Español para Harmonica y Orquesta nella versione per archi di Littera). Un brano pieno e corposo dal ritmo compatto e costante che riesce a far immaginare i paesaggi tipici spagnoli con i suoi colori accesi e le sue danze trascinanti.
Littera_FORM_Musiculturaonline (2)Mantenendo lo stesso stile musicale si arriva in Argentiva grazie ad Astor Piazzola. Il classico bandoneón, però, lascia spazio all’armonica, non facendo affatto storcere il naso del pubblico, colpito dalla bravura di Littera, calato perfettamente nelle versioni di Oblivion e il conosciutissimo Libertango.
Netto cambio di scena con la scelta successiva della Bulgarian Wedding Dance per armonica e archi di nuovo di James Moody: un brano cortissimo ma audace e caratterizzato da un ritmo simpatico, fatto di pizzicati ed evoluzioni velocissime.
La serata si è poi conclusa con le travolgenti note di George Gershwin Fantasy, una fantasia concertante per armonica, trio jazz e orchestra su musiche di Gershwin e adattamento di Massimo Morganti, un giovane arrangiatore e compositore nativo di Fossombrone, il quale ha saputo traslare in modo brillante la sua esperienza da jazz band con l’orchestra classica della Littera_Form_MUSICULTURAONLINE (3)FORM (arricchita per l’occasione da clarinetto, trombe, corni e tromboni), che ha anche avuto l’onore di dirigere.
Visto il profluvio di applausi meritati per aver saputo travolgere e divertire con le note fantasiose di Gerschwin, gli orchestrali e il M° Morganti si sono concessi in uno strabiliante bis, che ha visto il sopravvento dell’improvvisazione jazz, anche attraverso il piccolo colpo di scena del direttore che si è unito all’esecuzione con il suo trombone.
Il primo violino concertatore è Alessandro Cervo. I primi violini sono Giannina Guazzaroni, Alessandro Marra, Laura Di Marzio, Lisa Maria Pescarelli, Cristiano Pulin e Laura Calamosca. I secondi violini sono Simone Grizi, Laura Barcelli, Baldassarre Cirinesi, Alberto De Stefani e Simona Conti. Alle viole ci sono Ladislao Vieni, Massimo Augelli, Cristiano Del Priori e Fabio Cappella; ai violoncelli Alessandro Culiani, Antonio Coloccia, Gabriele Bandirali e Nicolino Chirivì e ai contrabbassi Luca Colazzoni e Andrea Dezi. Francesco Chirivì al flauto, Giovanni Pantalone e Marco Vignoli agli oboi, Sergio Bosi al clarinetto, Giacomo Petrolati al fagotto, David Kanarek e Roberto Quattrini ai corni, Giuliano Gasparini e Manolito Rango alle trombe, Diego Gatti al trombone e Adriano Achei ai timpani.
La jazz band, invece, presente nel pezzo di Gerschwin, è composta da Luca Pecchia alla chitarra, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria.


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