Ecco gli appuntamenti a teatro di marzo!
Redazione
21 Feb 2014 - News teatro
LORETO sabato 1 marzo 2014, Palacongressi ore 21.15
SAN SEVERINO MARCHE domenica 2 marzo 2014, Teatro Feronia ore 17
VITTORIO CONTINELLI, MICHELE SINISI e TEATRO MINIMO in L’ARTE DELLA COMMEDIA di Eduardo De Filippo, per la regia di Michele Sinisi
Campese, capocomico di una compagnia, si reca da De Caro, prefetto di un capoluogo di provincia appena insediato e gli espone i problemi della compagnia. I due discutono sulla crisi del teatro, sul ruolo dell’attore, sui repertori e infine sul rapporto tra finzione e realtà, manifestando profonde divergenze. Campese invita il prefetto al suo spettacolo, sperando che la presenza di un’autorità possa invogliare la gente ad andare a teatro; De Caro, però rifiuta e lo congeda bruscamente. Ma Campese si appropria di una lista di persone che devono essere ricevute e lancia una sfida: sarà in grado De Caro di distinguere fra le persone reali e i suoi attori travestiti? Dal prefetto si avvicendano le persone che avevano chiesto udienza presentando i loro casi e lui, nuovo del luogo, non riesce a capire se sono reali o se sono attori della compagnia. Nemmeno quando arriva il Maresciallo che dovrebbe arrestare Campese.
URBINO mercoledì 5 marzo 2014, Teatro Sanzio ore 21
CHIARAVALLE mercoledì 26 marzo 2014, Teatro Comunale Valle ore 21
MACERATA giovedì 27 e venerdì 28 marzo, Teatro Lauro Rossi ore 21
GIULIO E STEFANO D’ANNA in PARKIN’SON, concept e direzione di Giulio D’Anna
Quali sono le differenze tra la generazione del ’49 e quella dell’80? Cosa raccontano due corpi essendo, allo stesso tempo, l’uno l’idea del futuro e l’altro il suo passato? In Parkin’son gli interpreti sono un terapista di 62 anni, senza una formazione in danza, e un coreografo di 31 anni: due generazioni a confronto, un padre e suo figlio per raccontarsi attraverso il corpo.
URBANIA mercoledì 5 marzo 2014, Teatro Bramante ore 21.15
PROGETTO U.R.T. in MANDRAGOLA di Niccolò Machiavelli per la regia di Jurij Ferrini
La straordinaria Mandragola di Niccolò̀ Machiavelli non è solo una perfetta macchina comica, ma anche una meravigliosa allegoria sulla “corruzione della logica politica”, che scambia i vizi della vita pubblica con quelli della vita privata, allargando il suo orizzonte critico anche al clero. Una lucidissima premonizione sui nostri tempi che rivela la nostra stessa identità di popolo e le radici profonde di un malcostume tutto italiano.
CIVITANOVA MARCHE giovedì 6 marzo 2014, Teatro Annibal Caro ore 21.15
GOUE/HELEN CERINA in IPERREALISMI [STUDIO] + DIE LIEBST MICH ZU VIEL
Nel contesto Civitanova Casa della Danza, in Iperrealismi [studio] quattro danzatori riproducono nel dettaglio una situazione reale, video registrano la riproduzione, riproducono questa seconda registrazione, si ri-filmano e ri-riproducono quest’ultima registrazione e di nuovo ri-filmano e ri-riproducono… poi mostrano dove arrivano, svelando da dove sono partiti. Una poesia per il gesto. Du liebst mich zu viel, invece, è un’indagine sulla disconnessione, sul segno che rimane traducendosi in altro con l’accusa di troppo amore.
PESARO giovedì 6 marzo 2014, Teatro Sperimentale ore 21
MARIANGELA GUALTIERI/TEATRO VALDOCA in COME CANI COME ANGELI per poeta e presenze metafisiche di Mariangela Gualtieri – regia, scene e luci di Cesare Ronconi
Come cani come angeli è una pièce di teatro d’arte e poesia interpretata da Mariangela Gualtieri e da alcune speciali marionette, la quale ha dichiarato: “È nato in me un forte richiamo verso queste figure inanimate e tuttavia così potentemente capaci di parlarci dell’umano e del sovrumano, di noi e di ciò che ci anima, di fisica e di metafisica, di morte e di rinascita. Il tema trattato riguarda per ora questo nostro tempo, riguarda in particolare quella che, partendo da uno spunto del poeta Tagore, chiamerò ‘la mia gente’. La gente che nel caso del poeta indiano era rappresentata da un popolo poverissimo e molto pio, nel caso mio e nostro, di noi vivi ora in questo paese, comprende una congerie umana a volte raccapricciante, a volte amabile, più spesso detestabile, maledetta, altre volte le stesse facce e gli stessi corpi assumono tutta la tenerezza e la pietà di un popolo derelitto, perduto, abbandonato dal cielo e dalla ragione”.
MONTECAROTTO venerdì 7 marzo 2014, Teatro Comunale ore 21
MARIA PILAR PÉREZ ASPA/A.T.I.R. in FEDERICO – Vita e mistero di Garcìa Lorca di e con Maria Pilar Pérez Aspa
Un viaggio alla scoperta di García Lorca e della sua poesia, attraverso il racconto dell’epoca storica che incorniciò la vita del poeta spagnolo, tramite anche alcuni aneddoti di vite illustri (Buñuel, Dalí, Neruda e altri) e frammenti di opere che ci svelano la forza delle parole e la musicalità della lingua di Lorca.
MONTEMARCIANO venerdì 7 marzo 2014, Teatro Alfieri ore 21
COMPAGNIA GANK in DON GIOVANNI di Molière – traduzione di Cesare Garboli – per la regia di Antonio Zavatteri
“Don Giovanni di Molière è un’opera sublime e strana sotto molti punti di vista, è una commedia atipica rispetto alla vasta produzione del commediografo francese: ha una trama poco lineare, dei personaggi incredibilmente distanti fra loro, nei caratteri e nell’appartenenza sociale, e forse si potrebbe definire la più Shakespeariana fra le sue creazioni. Il nostro Don Giovanni asseconda una struttura bizzarra in cui commedia e tragedia si succedono senza preavvisi, con un succedersi di luoghi e spazi che nulla hanno a che fare con il naturalismo, una vicenda in cui statue prendono vita e si vendicano. Con un testo del genere non possiamo far altro che creare un gioco meta-teatrale in cui gli attori e lo spazio si trasformino senza soluzione di continuità. Uno spettacolo in cui prevale l’evocazione rispetto a una ricerca di realismo scenico che non riteniamo adatto alla commedia né alla nostra compagnia”. Antonio Zavatteri
PORTO SANT’ELPIDIO venerdì 7 marzo 2014, Teatro delle Api ore 21.15
NICOLAS VAPORIDIS, AUGUSTO FORNARI, ALESSIO DI CLEMENTE, RICCARDO DE FILIPPIS e JENNIFER MISCHIATI in LO SFASCIO, scritto da Gianni Clementi per la regia di Saverio Di Biagio e Gianni Clementi
Sullo sfondo della Roma degli anni Settanta si muove Fosco, detto ‘Sfascio’ sfasciacarrozze quarantenne con precedenti penali, amante della bella vita e delle belle donne, incallito frequentatore, insieme all’amico poliziotto Ugo, di bische clandestine. Con loro c’è il venticinquenne Manlio, fratello di Fosco, immerso in un suo mondo composto disordinatamente da calendari sexy, gomme da masticare e giochi infantili. E Luciano, detto Diecilire, piccolo truffatore costantemente in cerca di soldi. Uomini uniti dall’apparentemente grossolano codice malavitoso, che al contrario non consente facilonerie né tantomeno indecisioni. Una comicità involontaria, e per questo ancora più straordinaria, scandisce le vite di questi antieroi.
CORINALDO sabato 8 marzo 2014, Teatro Goldoni ore 21.15
SIMONE CRISTICCHI in MAGAZZINO 18 – L’esodo degli Italiani cancellati dalla storia di Simone Cristicchi, scritto con Jan Bernas, per la regia di Antonio Calenda
Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Esse sono perciò ancora più vive, più emozionanti. Una sedia, accatastata insieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”; simile la catalogazione per un armadio e poi materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, altri oggetti, altri numeri. Beni comuni nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 1947, infatti, l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione dolorosa e complessa – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia.
FABRIANO sabato 8 marzo 2014, Teatro Gentile ore 21
OBLIVION in OBLIVION 2.0: IL SUSSIDIARIO, testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, musiche Lorenzo Scuda, regia Gioele Dix
Gli Oblivion strizzano l’occhio al cabaret ma anche al café chantant, praticano una satira (di costume, ma non solo) così garbata da essere anche più corrosiva, inventano giochi tra musica e linguaggio. Come numi tutelari il Quartetto Cetra e Rodolfo De Angelis, Giorgio Gaber e la follia organizzata dei Monthy Python, il tutto legato dalla sorprendente capacità vocale e interpretativa di un gruppo che fa della professionalità e della precisione scenica la sua linea guida. Lo spettacolo non è semplicemente la versione “aggiornata” del precedente fortunatissimo show, ma una vera e propria evoluzione dello stile Oblivion, che riesce a mescolare Lady Gaga con J.S. Bach e Tiziano Ferro con William Shakespeare. Con la consueta eleganza e irriverenza, i cinque madrigalisti post moderni raccontano storie epiche o semplici avvenimenti quotidiani giocando continuamente con la musica. Il più delle volte massacrano canzoni e testi famosi per ricomporli in modi surreali, altre volte si cimentano con virtuosistici esercizi di stile e canzoni originali. Gli Oblivion utilizzano almeno un secolo di materiale musicale italiano servendosi delle canzoni come di un alfabeto privato, per montare, intrecciare, deformare, riciclare in modo da costruire uno scintillante palinsesto canoro, al tempo stesso omaggio ai grandi e sberleffo ai meno grandi, in cui si raggiunge un miracoloso equilibrio tra citazione e creatività, tra umorismo e commozione.
URBINO domenica 9 marzo 2014, Teatro Sanzio ore 17
CIVITANOVA MARCHE domenica 30 marzo 2014, Teatro Annibal Caro ore 17
SOSTA PALMIZI in SCARPE da un’idea di Giorgio Rossi
Uno spettacolo che unisce danza contemporanea e nouveau cirque, in cui delicati passi di danza s’intrecciano a spettacolari acrobazie aeree e a terra generando l’atmosfera magica delle fiabe. Giorgio Rossi danza questa storia per i bambini, la racconta con leggerezza come una favola di scarpe sotto un cielo di luna che illumina i passi di stravaganti personaggi su un sentiero misterioso, perché nessuno meglio dei bambini può credere ad una favola di scarpe, strabuzzare gli occhi e capire cosa raccontano. La scarpa come parabola poetica dell’esperienza vissuta e della memoria collettiva ed individuale. Un susseguirsi d’immagini che partono dai piedi e conducono l’immaginazione al rammentare degli anziani che seduti sotto l’ombra fresca degli alberi smettono di giocare a carte per raccontare della donna più bella mai vista e di come ballava con le ballerine rosse o degli scarponi indossati dai partigiani che non erano adatti alla guerra ma c’erano solo quelli.
CAMERINO lunedì 10 marzo 2014, Teatro Marchetti ore 21
URBINO martedì 11 marzo 2014, Teatro Sanzio ore 21
LUCA DE FILIPPO in SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA di Eduardo De Filippo, liberamente tratto da “La fortuna si diverte” di Athos Setti per la regia di Armando Pugliese
Scritta da Eduardo nel 1936, Sogno di una notte di mezza sbornia parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente, che solo in questo modo riesce a pensare a un futuro migliore, per sopravvivere al proprio presente.
Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della classica e antica tradizione teatrale napoletana. In Sogno di una notte di mezza sbornia il popolare gioco del lotto si trasforma in una scommessa tra la vita e la morte, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti; la comunità dei familiari e degli amici, stretta intorno al protagonista e al suo dramma forse più per egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, fornisce a De Filippo la possibilità di sviluppare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia. E poi con un finale a sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della scena, ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e raffinato, ci propone un’occasione di riflessione sul nostro modo di stare al mondo.
FERMO da martedì 11 a sabato 15 marzo 2014, Teatro Nuovo di Capodarco
REMARCHEBLE WEEK# FERMO (MICROFESTIVAL TRA LE ARTI CONTEMPORANEE)
REmarcheBLE! WEEK #FERMO è l’appuntamento che unisce artisti, musicisti e pubblico per una cinque giorni alla scoperta delle arti contemporanee nel Teatro Nuovo di Capodarco. Un microfestival che si va costruendo attraverso un percorso pregresso di scouting di artisti, selezionati in questo caso da un gruppo di sei giovanissimi spett-operatori dai 17 ai 25 anni di Fermo; un’occasione particolare per mettersi in gioco, vivere l’arte performativa e visiva in un luogo culturale da riscoprire e guardare da altre prospettive. REmarcheBLE! vuole conoscere i giovani che interpretano la contemporaneità attraverso le arti, farsi strumento di lettura dell’esistenza, rianimare i luoghi della cultura, favorendo il dialogo con il pubblico. In ogni provincia gli artisti performativi e visivi sono invitati a presentare proposte di spettacolo o installazioni mentre il pubblico viene coinvolto nella riflessione sull’arte dello spettatore attraverso incontri e world cafè. Le cinque province si trasformano così in motori di ricerca per nuovo pubblico e nuovi giovani protagonisti della scena e dell’arte.
GROTTAMMARE giovedì 13 marzo 2014, Teatro dell’Arancio ore 18
VITO MANCUSO in IL PRINCIPIO PASSIONE presenta Gino Troli
In Il principio passione Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l’amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure lo si indebolisce estinguendone la forza vitale?
Affascinante racconto di una profonda avventura intellettuale, Il principio passione con la sua «formula del mondo» (Logos + Caos = Pathos) si offre alla mente perplessa come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita, e nell’amore quale suo scopo supremo.
TOLENTINO giovedì 13 marzo 2014, Teatro Don Bosco ore 21.15
PORTO SAN GIORGIO venerdì 14 marzo 2014, Teatro Comunale ore 21
ISA BARZIZZA, MICOL PAMBIERI e STEFANO ARTISSUNCH in GLI INNAMORATI di Carlo Goldoni, per la regia di Stefano Artissunch
Gli innamorati è una delle più fortunate opere di Goldoni e racconta dell’amore tormentato di due giovani fra corteggiamento e seduzione: Eugenia, appartenente alla nobiltà milanese decaduta e Fulgenzio, rappresentante della ricca classe borghese. Ostacolo alla loro felicità non i soliti impedimenti esterni, bensì l’orgoglio e la gelosia che l’uno prova nei confronti dell’altra. L’opera, ricca di situazioni comiche tipiche della commedia dell’arte, riflette un ritratto della famiglia molto simile a quello tipico della società attuale, con la sua ipocrisia, il suo desiderio di apparire e il suo consumismo patologico. Il genio di Goldoni rende possibile questa attualità del testo oppure certe cose non cambiano mai, a prescindere dalle epoche?
CIVITANOVA MARCHE venerdì 14 marzo 2014, Teatro Annibal Caro ore 21.15
GIANDOMENICO CUPAIUOLO, ROBERTO MANZI, ERSILIA LOMBARDO, LUCAS WALDEM ZANFORLINI, LIVIA CASTIGLIONI e GABRIELE PORTOGHESE in GIULIO CESARE di William Shakespeare, adattamento di Vincenzo Manna e Andrea Baracco, per la regia di Andrea Baracco
The Life and Death of Julius Caesar è una tragedia in versi e prosa composta nel 1598-99 e rappresentata per la prima volta nel 1599 al Globe Theatre di Londra appena costruito e acquisito dalla compagnia di cui Shakespeare era socio. Appartiene ai cosiddetti drammi classici, dove la lettura del mondo classico diviene lo spazio simbolico in cui poter rappresentare i problemi del presente, in un senso universale. Come osserva Giorgio Melchiori, nella tragedia tre grandi modelli si intrecciano indissolubilmente: l’exemplum medioevale, di stampo morale, la cronaca storica, e la “tragedia di vendetta” che origina nei drammi senechiani. In questa edizione Baracco e i suoi sei bravi interpreti, al di sotto dei 35 anni, con semplici e visionarie invenzioni sceniche si confrontano sui tratti dei personaggi e sulla loro fragile umanità, fatta di dubbi e turbamenti, incertezze e decisioni affrettate, scatti di violenza e pentimenti.
L’intensità delle vicende e delle passioni che portarono all’assassinio di Cesare emerge come un fiume in piena sullo sfondo di una Roma livida e ferocemente allucinata, di una società colta nell’attimo del crollo, vittima del proprio fallimento intellettuale, spirituale e politico.
MONDAVIO venerdì 14 marzo 2014, Teatro Apollo ore 21.15
SANDRO FABIANI, MACRO PACASSONI in ASPETTA PRIMAVERA, BANDINI dall’omonimo romanzo di John Fante, per la regia di Fabrizio Bartolucci
Chi non ha avuto un parente o un conoscente emigrato in America… Partivano dai loro paesini con le tasche vuote, ma piene di speranza. La speranza di un lavoro, di una vita migliore, ma soprattutto la speranza che un giorno sarebbero ritornati. Guardavano l’orizzonte del mare e quell’orizzonte era lontano, molto lontano e non si rendevano conto che dietro a quell’orizzonte c’era un altro orizzonte e poi un altro e un altro ancora… perché l’America è lontana. Nick Fante, padre di John, arrivò da Torricella Peligna (Chieti) in America nel 1901. È Nick, senza dubbio, lo “Svevo Bandini” protagonista del romanzo d’esordio di John Fante. Lui, abile muratore, alcolista, giocatore impenitente, “sfigato” che piaceva alle donne. “Incazzato nero” contro l’amara roulette della vita che lo aveva fatto nascere contemporaneamente povero, italiano e immigrante. Bandini e la sua famiglia non se la passano bene in America: anzi, non c’è nulla di quel che accade sotto gli occhi sognanti del piccolo Arturo che non porti il segno di un’atavica, metafisica, inguaribile fame italiana. Le loro avventure fanno ridere, ma dopo po’ ci si ripensa e ci si accorge che non c’è proprio niente da ridere. Una tragedia o, meglio, una commedia dell’immigrazione e dello spaesamento. Si lavora per davvero in questo spettacolo, si suda, ci si sporca di malta, si crepano le mani e il cuore, ma ogni tanto ci si ferma a pensare. Pensare a tutti quelli che, come Nick, sono partiti e a quelli che oggi sono ancora costretti a partire…
MONTEMARCIANO venerdì 14 marzo 2014, Teatro Alfieri ore 21
SILVIA GALLERANO in LA MERDA scritto e diretto da Cristian Ceresoli (lo spettacolo contiene scene di nudo integrale)
Si deve ridere. È una tragedia in tre tempi: Le Cosce, Il Cazzo, La Fama e un controtempo: L’Italia. Nella sua nudità e intimità pubblica, l’attrice costruisce una maschera fisica/vocale sfidando un testo scandaloso, provocatorio e rabbioso. La scrittura è cantabile, ma il canto non emerge mai, ed è invece preponderante la chiave dell’invettiva, del grido, del corpo che sussulta la sua storia personale in un flusso di pensieri/parole raccontati come suoni. Strazianti. Urla assordanti e contratte. Sopite. Implose. La femmina si offre dal vivo come in un banchetto, pronta a venire sbranata da tutti. Una partitura poetica che nasce così dalla carne e alla carne ritorna, pur dentro a una rigidissima confezione estetica. Applausi obbligatori. La Merda ha come spinta propulsiva il disperato tentativo di districarsi da un pantano o fango, ultimi prodotti di quel genocidio culturale di cui scrisse e parlò Pier Paolo Pasolini all’affacciarsi della società dei consumi. Quel totalitarismo, secondo Pasolini, ancor più duro di quello fascista poiché capace di annientarci con dolcezza.
MAIOLATI SPONTINI sabato 15 marzo 2014, Teatro G. Spontini ore 21
OBLIVION in OTHELLO. L’H È MUTA di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
2013. 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi. 200 anni dalla nascita di Richard Wagner. 10 anni di Oblivion… Nel 1603 Shakespeare scrive Othello. Otello è la prima opera di Verdi in cui si avverte chiaramente l’influsso di Wagner. Otello è la prima parodia mai scritta dagli Oblivion. Due secoli di critica musicale e teatrale condensati in una rivoluzionaria scoperta: la differenza tra l’Otello verdiano e quello shakespeariano? È l’H… E così si compie il misfatto e il doppio bicentenario Verdi–Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion… La classica vicenda shakespeariana prende pieghe del tutto inattese e capita che i nobili personaggi verdiani si dimentichino i testi di Arrigo Boito per usare quelli di Mogol o di Zucchero… Teatro comico musicale al suo meglio, con tanto talento dispensato senza avarizia, arricchito dagli equilibrismi canori e dai montaggi beffardi ma impeccabili cui ci hanno abituati questi cinque formidabili attori e cantanti, diventati in poche stagioni beniamini del pubblico teatrale, seguiti da decine di migliaia di spettatori anche su internet.
SANT’ELPIDIO A MARE sabato 15 marzo 2014, Teatro Cicconi ore 21.15
ROCCO PAPALEO in UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE BIS di Rocco Papaleo e Valter Lupo, per la regia di Rocco Papaleo
“Un esperimento di teatro canzone, come un diario da sfogliare a caso, che raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a metà, parole che cercano una musica e storielle divertenti. o che tali mi appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di certo, dentro, trovi cose che ti appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiette, per riaprirle ogni sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo. Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il sud, di solito, scorre a un ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso orario, un jet lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure. Dunque, un teatro a portata di mano, col desiderio, a ben vedere, solo di stringerne altre”. Rocco Papaleo
SENIGALLIA domenica 16 marzo 2014 , Teatro La Fenice ore 17
VALENTINA SPERLÌ, ROBERTO VALERIO, ANTONINO IUORIO, NICOLA RIGNANESE in L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni, su adattamento e regia di Roberto Valerio
Composta nel 1759, l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo. La vicenda, ruota attorno a un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità. Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro. L’impresario delle Smirne è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un divertissement d’ensemble che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie? Roberto Valerio
FERMO martedì 18 e mercoledì 19 marzo 2014, Teatro dell’Aquila ore 21
RENATO CARPENTIERI, ROBERTO DE FRANCESCO, IAIA FORTE, PAOLO GRAZIOSI, GIOVANNI LUDENO, PAOLO MUSIO, TOTÒ ONNIS e BARBARA VALMORIN in OPERETTE MORALI di Giacomo Leopardi, su adattamento e regia di Mario Martone
Le Operette Morali, una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e novelle che Giacomo Leopardi scrive tra il 1824 ed il 1832, rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo?
URBINO martedì 18 marzo 2014, Teatro Sanzio ore 21
TEATROPERSONA in AURE, su drammaturgia, regia, scene, luci, suoni di Alessandra Serra
Negli ultimi anni la compagnia Teatropersona è stata impegnata in quella che definisce Trilogia del silenzio e della memoria: dopo un lungo lavoro di sperimentazione e formazione, ha deciso di sottrarre il linguaggio verbale alla scena intraprendendo una ricerca pluriennale fra corpo dell’attore e composizione dell’immagine di cui AURE è l’ultimo esito. L’origine è quell’epica emozionale della Recherche di Proust; lo spazio, la stanza della memoria che l’autore ha richiamato più volte nella propria opera, si presenta alla luce del pittore danese Vilhelm Hammershoi, grande artista del silenzio. Qui, nel mondo del sonno, non si trovano personaggi o storie tradizionalmente intese: le figure che lo abitano si nutrono delle situazioni reali, ma le portano a evaporare o riverberare; i tavoli e le sedie sembrano pronti a piroettare, gli oggetti a librarsi in volo, le numerose porte sempre sul punto di schiudersi, rivelando presenze taciute e stanze della memoria involontaria.
Le azioni fisiche di Grotowski, la biomeccanica mejercholdiana, le arti marziali, i canti vibratori. E poi seminari coi maestri del terzo teatro. Dopo queste esperienze formative, Alessandro Serra (autore e regista) e Valentina Salerno (attrice) nel 1999 fondano Teatropersona, dichiarato omaggio all’opera di Ingmar Bergman. All’inizio fanno teatro di parola. La svolta estetica arriva con Beckett Box, spettacolo di figura interamente muto: da allora Teatropersona si dedica a un teatro di forte impatto visivo da cui la parola è esclusa, tanto negli spettacoli per bambini che nei nuovi lavori che, appunto, si raccolgono sotto il nome Trilogia del silenzio.
SAN LORENZO IN CAMPO mercoledì 19 marzo 2014, Teatro Tiberini ore 21.15
RUGGERO CAPPUCCIO in PAOLO BORSELLINO – Essendo Stato, scritto e interpretato da Ruggero Cappuccio
Le parole pronunciate da Paolo Borsellino che gli Italiani non hanno mai ascoltato. Il 31 luglio del 1988 il giudice palermitano denunciava con forza davanti al CSM l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Borsellino aveva denunciato il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo. Minacciato dall’ombra di imminenti provvedimenti disciplinari, il magistrato parlò per quattro ore di fila: dalle dieci alle quattordici. Nel pomeriggio fu invece ascoltato Giovanni Falcone. Brani di questa audizione tesissima, mai resa pubblica integralmente, entrano ora nel racconto scenico di Ruggero Cappuccio. Davanti al Csm i due magistrati affrontarono con chiarezza i delicatissimi temi inerenti l’inserimento nel pool di nuovi giudici senza l’adozione di criteri di sicurezza, l’affidamento di procedimenti sulla criminalità mafiosa a magistrati estranei al pool. Dalle loro parole emergono i complessi scenari che fanno da sfondo alle indagini sul fenomeno mafioso, ma anche lo spirito di sacrificio di chi, pur accerchiato e consapevole delle occulte relazioni tra criminalità organizzata e Stato deviato, aveva deciso di non arretrare. Giovanni Falcone sarebbe stato ucciso il 23 maggio 1992 nell’attentato di Capaci. Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D’Amelio, a Palermo.
FANO giovedì 20 e venerdì 21marzo 2014, Teatro della Fortuna ore 21
ASCOLI PICENO sabato 22 marzo ore 20.30 e domenica 23 marzo ore 17.30, Teatro Ventidio Basso
BEPPE FIORELLO in PENSO CHE UN SOGNO COSÌ… di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni, per la regia di Giampiero Solari
“Sarà un semplice omaggio personale e affettuoso ad un ragazzo del Sud che come me ha inseguito sogni e passioni, il cinema e la musica, ma non sarà soltanto un viaggio nella vita di Mimì, sarà anche l’occasione per raccontare fatti, storie e personaggi di un tempo passato felice…” Giuseppe Fiorello
POLLENZA giovedì 20 marzo 2014, Teatro Verdi ore 21
MAURIZIO CASAGRANDE e TOSCA D’AQUINO in PRIGIONIERO DELLA SECONDA STRADA di Neil Simon, per la regia di Giovanni Anfuso
In una serata estiva in un appartamento sulla Seconda Strada a New York, Mel non riesce a dormire per il troppo caldo fuori, per il condizionatore bloccato a 4 gradi dentro, per lo sciacquone difettoso, per le vicine rumorose e libertine, per i cani che abbaiano e per i vicini che si lamentano del suo lamentarsi. Dirigente di un’azienda da oltre vent’anni, Mel è stato licenziato in tronco per la crisi. Ma per la vergogna non l’ha ancora detto alla affettuosa moglie Edna. Quando i due si trovano la casa svaligiata, senza più un soldo, né vestiti, alcolici, farmaci, Mel deve però svelarle la verità. Non gli resta altro che affidarsi alle cure di un terapista sui generis, il quale suggerisce a Edna che Mel avrebbe trovato giovamento dall’incontro con l’eccentrico fratello e con le tre svampite sorelle. Nessuno di loro però ha intenzione di aiutarlo, e a Edna lei non resta altro che riprendere il lavoro di segreteria in una grande azienda da cui, per la crisi, verrà anche lei licenziata. Nell’improvvisa difficoltà i due però riscoprono quanto il loro amore sia più forte della mancanza di soldi, di lavoro e persino dell’acqua, di cui è rimasto a secco l’intero condominio…
PORTO SANT’ELPIDIO giovedì 20 marzo 2014, Teatro delle Api ore 21.15
LE SORELLE MARINETTI e GIANNI FANTONI in RISATE SOTTO LE BOMBE, una commedia di Giorgio U. Bozzo e Gianni Fantoni, con scene, costumi e regia di Simone Nardini
Per le grandi artiste Le Sorelle Marinetti, Giorgio Umberto Bozzo ha ideato una commedia musicale Risate sotto le bombe, che ci riporta all’autunno del ’43. In un piccolo teatro di provincia, poco dopo l’inizio di uno spettacolo suona improvvisamente un allarme aereo. Il pubblico, preso dal panico, scappa dalla sala. La piccola compagnia di attori e cantanti si rifugia nel camerino del coro, esattamente sotto il palcoscenico del teatro. Le Sorelle Marinetti, il capocomico Altiero Fresconi (interpretato da Gianni Fantoni, anche autore insieme a Giorgio Umberto Bozzo), il refrenista Rollo, la soubrettina Velia Duchamp e alcuni musicisti sono costretti ad attendere il cessato allarme in un angusto spazio, che fa affiorare la complessità dei rapporti interpersonali. Per impiegare il tempo, e come antidoto contro la paura e la fame, gli artisti decidono di provare i numeri di un nuovo spettacolo. Un’occasione per ascoltare le canzoni di un’epoca con le musiche dal vivo dirette dal maestro Christian Schmitz. La regia è di Simone Nardini.
MACERATA FELTRIA venerdì 21 marzo 2014, Teatro Battelli ore 21.15
CORINALDO sabato 22 marzo 2014, Teatro Goldoni ore 21.15
NATURALIS LABOR in PASSION TANGO – Pasiòn tanguera y musica, coreografie di Luciano Padovani
Il tango. Unire due corpi in uno. È l’illusione che regala il tango con il suo gioco di gambe che si allacciano in ganci e mezzelune, di piedi che disegnano semicirconferenze complementari sulla pista della milonga, di teste che si confrontano in un unico profilo. Con un eccezionale trio musicale e due affiatate coppie di ballerini, Luciano Padovani riporta in scena il Tango, quello vero, autentico, coniugato – come sua abitudine ormai – con le invenzioni sceniche e drammaturgiche che da anni contraddistinguono il suo lavoro di coreografo.
FABRIANO sabato 22 marzo 2014, Teatro Gentile ore 21
PAPAVERI E PAPERE in CINQUE per la regia di Mauro Mori
Cinque è il titolo di una commedia tutta al femminile. Cinque amiche si ritrovano dopo cinque anni dalla laurea e scoprono di aver avuto tutte e cinque lo stesso uomo ai tempi dell’università. Anche oggi ognuna di loro ha un amore importante. Cinque uomini apparentemente diversi tra loro, ognuno con la sua caratteristica peculiare che tanto piace alle cinque amiche. Anche in questo caso non tutto quello che sembra essere, appare essere la realtà, ma presto i nodi vengono al pettine e la verità appare in tutta la sua dimensione comica.
SAN COSTANZO sabato 22 marzo 2014, Teatro della Concordia ore 21.15
LE SORELLE MARINETTI in NON CE NE IMPORTA NIENTE di Giorgio Bozzo, per la regia di Max Croci
Non ce ne importa niente non è un semplice concerto, ma una vera e propria pièce di teatro musicale, che propone allo spettatore un viaggio temporale a ritroso verso gli anni ’30. Anni di inquietudini, e nubi nere all’orizzonte, ma anni anche di voglia d’evasione e di spensieratezza che, grazie alla scuderia di autori, cantanti e direttori d’orchestra dell’Eiar (l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, da cui, come araba fenice, sarebbe nata la RAI) ha prodotto un repertorio di canzoni che ancora oggi mettono buon umore.
FABRIANO domenica 23 marzo 2014, Teatro Gentile ore 21
LUCA BARBARESCHI e FILIPPO DINI in IL DISCORSO DEL RE di David Seidler, traduzione e regia di Luca Barbareschi
Ambientata in una Londra a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, Il discorso del re è una bellissima storia sul senso di responsabilità e sulla dignità del ruolo, anche quando tale ruolo non sia atteso né desiderato, sulla solidarietà familiare e sulla forza di volontà che permette di superare ostacoli apparentemente insormontabili. Sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezze, pervaso di un’avvincente empatia umana, Il discorso del Re è un capolavoro dello sceneggiatore David Seidler nato per il teatro ma trasformato, nel 2010, in una pluripremiata pellicola diretta da Tom Hooper.
JESI domenica 23 marzo 2014, Teatro G.B. Pergolesi ore 18
FANO domenica 30 marzo, Teatro La Fortuna ore 17
PIETRO CONVERSANO e TEATRO DEL BANCHÉRO in AMLETO di William Shakespeare, per la regia di Pietro Conversano
Amleto è la tragedia della morte, della drammaturgia della morte […] A dispetto dell’usura dei secoli, Amleto rinasce continuamente nella modernità di tutte le sue traduzioni, linguistiche e teatrali. Innumerevoli volte è stato rivisitato, rifatto, adattato, parodiato, integrato o miniaturizzato. E sempre per cercare di afferrare il segreto di questo testo straordinario come se fosse il proprio segreto […] lo strazio di un senso perduto, la deriva tra due modelli del mondo, il simbolico e il relativistico, conduce Amleto a una continua domanda sull’azione e sulla rappresentazione del mondo. Sperduto com’è, egli mette in questione non solo tutti gli altri personaggi e i loro falsi valori, ma anche se stesso, vedendosi di volta in volta come eroe e come codardo, fustigatore di falsità e falso, folle e unica persona sana nella follia del mondo. Alessandro Serpieri da La deriva tragica di Amleto
OSIMO domenica 23 marzo 2014, Teatro La Nuova Fenice ore 21
ARTEMIS DANZA e MONICA CASADEI in TRAVIATA [creazione per 11 danzatori], su coreografia, regia, scene, luci e costumi di Monica Casadei
Traviata è il primo capitolo di un coraggioso progetto firmato da Monica Casadei, eclettica coreografa emiliana formatasi fra Italia, Inghilterra, Francia e vari soggiorni in Oriente: si tratta di Corpo a Corpo Verdi, che si propone di tradurre nel linguaggio della danza i melodrammi più celebri del più amato compositore italiano. Violetta in bianco, speranza di purezza, Violetta in rosso, perché le sanguina il cuore. Dietro le feste e la forma, il marciume di una società in vendita, vuota, scintillante. Ci vuole coraggio e determinazione, ma Casadei, coreografa volitiva e combattiva ne ha eccome, e accetta la proposta di intraprendere un progetto coreografico sulla trilogia popolare di Giuseppe Verdi, ovvero Traviata, Rigoletto e Trovatore.
Un Corpo a Corpo, nato dal fatto di misurarsi con una musica che non possiamo pensare slegata dalle scene, complice un artista, Verdi, drammaturgo ancor prima che compositore. Romanzo che diventa prima dramma teatrale, poi opera lirica, poi balletto. Ma quale Traviata vedremo stasera? Violetta moltiplicata in tanti elementi femminili, in tanti spaccati di cuore. Violetta in mezzo a altre Violette, gonna bianca, gonna della festa, gonna del libiam, ma anche del dolore, di un assolo danzato di schiena, in cui assolo significa solitudine, viaggio verso la morte, cammino verso il proprio funerale: e intanto ascoltiamo l’addio, del passato. Perché, se come prostituta felice del suo ruolo poteva essere integrata nascostamente dalla società, da cortigiana animata dal desiderio di uscire dal suo destino, non poteva che essere punita dalla malattia, dalla morte, dal disprezzo. E allora ecco perché quell’ E’ tardi diventa la chiave del Corpo a Corpo Traviata della compagnia Artemis. Perché nulla può essere recuperato. La società che tutto vede e controlla vuole il suo sacrificio. Da Un cuore che gronda. Appunti da una conversazione con Monica Casadei intorno a Corpo a Corpo Traviata di Francesca Pedroni
SANT’ANGELO IN VADO martedì 25 marzo 2014, Teatro Zuccari ore 21.15
STEFANO FRANCOIA in MENIN/IRA – Mille grotteschi modi di andarsene a rate sul labirinto contemporaneo di Stefano Francoia
In breve: una città orologio. Eroi borghesi che lottano: non sanno fare altro. Fa comodo. In quanti modi si può lottare? Quante armi abbiamo raffinato fino a renderle stili di vita? E quanti modi abbiamo inventato per morire? In una metropoli-orologio si può anche morire a rate. Trasformarsi in un click dell’ingranaggio del grande frullatore globale. Il mito esiste: sempre. E così il Mistero. Il mito parla: la sua voce non è mai stata più chiara. L’Iliade canta l’Ira. Quel seme distruttivo nella natura dell’uomo: la sua necessità di essere il conquistatore di se stesso. L’ansia di vivere che lo porta alla morte. Per Omero non c’è da temere, però: l’uomo ha la forza di uccidersi. Non ha il potere di distruggere il mondo. E se invece ce l’avesse? Se gli eroi diventano supereroi piccoli piccoli? Se gli eroi non lo erano poi tanto nemmeno prima? Se l’uomo vede nella sua dolcissima umanità il limite? Consigli di viaggio: Menin non va capito. Come una città nella tempesta: si vive. Camminare mentre gli occhi, le orecchie e il corpo si nutrono da soli di ciò che serve. Ginnastica dello spirito. Niente valigia per questo viaggio: non serve. Allacciare le cinture di sicurezza e abbandonarsi alla pura sensazione come sulle montagne russe. Pellegrini nomadi seduti sulla terra: contenuti e protetti. Cullati come un tuorlo nel suo uovo.
CIVITANOVA MARCHE mercoledì 26 marzo 2014, Teatro Enrico Cecchetti ore 21.15
TEATRO REBIS in IO NON SO COMINCIARE – Requiem per Danilo Dolci, scrittura scenica e regia di Andrea Fazzini
Io non so cominciare è un progetto dedicato alla figura di Danilo Dolci, personalità tra le più significative della storia italiana del 900. Mosso da un’urgenza etica Danilo Dolci ha condiviso la vita dei poveri di un paesino siciliano, lottando con loro per conquistare pane e dignità e combattendo senza violenza l’indifferenza, la mafia, la cattiva politica. Una storia esemplare, però quasi del tutto dimenticata; un’omertà culturale che ha spinto tre anni fa il Teatro Rebis a investigare, artisticamente, sui motivi e sugli effetti di questa amnesia sociale intorno a una delle più alte espressioni del senso civico e del’afflato poetico generate in Italia. Ne è nata un’opera non focalizzata sulla narrazione dell’attività di Danilo Dolci, né un’opera agiografica, ma un lavoro basato su un afflato lirico, sulla costruzione di immagini dalla forte radice visionaria, con l’intenzione di evocare più che di mostrare.
URBANIA mercoledì 26 marzo 2014, Teatro Bramante ore 21.15
GIORGIO FELICETTI in VITA D’ADRIANO – Memorie di un cecchettaro nella neve di Francesco Niccolini, Giorgio Felicetti, Andrea Chesi
È la storia di una fabbrica. Dove in novanta anni hanno lavorato 50.000 persone. È la storia di un operaio. La Officine Meccaniche Cecchetti di Civitanova Marche è stata una delle più importanti fabbriche italiane per la costruzione e la riparazione di carri e carrozze ferroviarie. Raccontare della Cecchetti vuol dire in realtà parlare della vita di fabbrica dall’interno: le condizioni di lavoro, l’appartenenza alla “classe operaia”, i pericoli e gli incidenti, gli scioperi, i licenziamenti, la chiusura, avvenuta nel 1994 a causa di un ospite terribile e instancabile: Amianto. Protagonista di questo racconto di sconvolgente attualità è un operaio, di nome Adriano, che, ironia della sorte, si chiama come il suo padrone, Adriano Cecchetti. E sono proprio i ricordi dell’operaio Adriano a scandire i ritmi e i tempi del racconto. Ricordi asciutti, di una forza dirompente, che a momenti si tingono di comicità, in altri si asciugano fino a toccare una drammaticità assoluta. L’Adriano operaio ci racconta la sua storia, da una mattina di guerra del 1940, quando lui tredicenne entra a lavorare in fabbrica, ad una mattina di oggi, quando si alza presto per andare dal medico.
SAN LORENZO IN CAMPO giovedì 27 marzo 2014, Teatro Tiberini ore 21.15
FRANCESCO MORONI, FRANCECSO MOSCARDI, ILARIA MIGNONI, EMANUELE FALCONI e GIUSEPPE GRASSI in LA VOCE DELLA GENTE, su regia, direzione artistica e voce recitante di Sergio Lapico
Uno spettacolo dove le storie delle persone tornano ad avere un peso e una valenza. Una scelta, questa, in controtendenza rispetto a una società sempre di corsa, nel tentativo illusorio di raggiungere standard di bellezza e forza che spesso ci allontanano dal rumore umano delle cose quotidiane. Ultimo Binario – gruppo che negli ultimi anni si è caratterizzato per l’impegno sociale e il legame con alcune esperienze sociali del territorio – raccoglie i racconti della gente che ha incontrato lungo la sua strada e li mette insieme, che siano questi figli del vecchio saggio di paese o del più grande dei poeti. Tutte le storie insieme, tutte a costruire questo spettacolo di teatro e musica che vuole farsi conoscere e incontrare altre persone, sentire altre voci, altre storie e da quelle ripartire dentro un viaggio che non vuole mai veramente trovare una definitiva meta.
URBINO giovedì 27 marzo 2014, Teatro Sanzio ore 21
FERDINANDO BRUNI e ALEJANDRO BRUNI OCAÑA in ROSSO di John Logan, traduzione di Matteo Colombo e regia di Francesco Frongia
Dopo essersi aggiudicato 6 Tony Award nel 2010, Rosso, ispirato alla biografia del maestro dell’espressionismo astratto americano Mark Rothko, è finalmente giunto in Italia. L’autore John Logan, noto come sceneggiatore di molti capolavori cinematografici come per esempio The Aviator, Hugo Cabret, Sweeney Todd, dipinge il ritratto di un uomo ambizioso, egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi artisti-filosofi del ‘900, per il quale “la pittura è quasi interamente pensiero. Metter il colore sulla tela corrisponde al dieci per cento del lavoro – sostiene – il resto è attesa”. Puntando i riflettori sul periodo in cui a Rothko fu commissionata la ricca serie di murali per il ristorante Four Season di New York, Rosso mette in scena lo scontro tra generazioni di artisti: tra Rothko, un uomo maturo che fa i conti con se stesso, e Ken, giovane allievo alla ricerca di un ‘padre’. “Il figlio deve scacciare il padre. Rispettarlo, certo, ma anche ucciderlo”, sostiene Rothko ripercorrendo la propria storia. “Abbiamo distrutto il cubismo, io e de Kooning e Barnett Newman”. Dopo due anni di lavoro febbrile per realizzare i dipinti murali, sarà inevitabilmente Ken a mettere in discussione le scelte del maestro in uno scontro teso e feroce che lo spinge alla scelta radicale, ma intimamente coerente, di disattendere gli impegni con il Four Season.
FERMO venerdì 28 marzo 2014, Teatro dell’Aquila ore 21
ARCA AZZURRA TEATRO in IL PRINCIPE da Niccolò Machiavelli, libera versione teatrale di Stefano Massini
Questa libera versione de Il Principe non si svolge fra velluti e troni, bensì fra tegami e ramaioli. Siamo in una cucina, dove un agguerrito drappello di cuochi avrà l’ingrato compito di cucinare un Principe all’Italia. Dare al disgraziato paese una guida, un governo, un faro, proprio come si augura Machiavelli nell’ultimo capitolo del suo celeberrimo libretto. Ma esiste una ricetta per creare dal nulla un governante modello? Con quali dosi di Virtù e Fortuna dovrà essere assortito? E ancora: il buon Principe è zuccheroso oppure salato? Deve bruciare il palato o scivolare in gola come una minestra? Con la metafora fertilissima dei fornelli, ci addentriamo dentro il nucleo vivo di un’opera straordinaria, autentico manuale di real-politik, vademecum per i sacerdoti del potere di ogni epoca. Ma della penna di Machiavelli non sopravvivono in scena solo le brillanti ingegnerie politiche: fra pentoloni e grembiuli si diffonde – come uno squisito odore di salsa – il sapore inconfondibile di quella lingua rinascimentale così diversa dal nostro italiano eppure così profondamente nostra, tutta da gustare mentre tratteggia con nitide pennellate i ritratti di decine di Principi passati, da Ludovico il Moro a papa Borgia, dal Duca Valentino all’imperatore Settimio Severo senza tralasciare Maometto II di Turchia. E poiché la cucina dei Principi sforna le sue pietanze da secoli, ininterrottamente, può perfino darsi che a un tratto, da quelle pentole inquiete, salti fuori un intingolo imprevisto, sulla cui ricetta pagheremo i diritti a Machiavelli, Indro Montanelli e Pasolini.
GRADARA venerdì 28 marzo 2014, Teatro Comunale ore 21.15
ORCHESTRINA LABIRITMO in COSÌ È SE VI PARRA – Omaggio a Violeta Parra di Michele Gianni
La cantautrice cilena Violeta Parra (1917-1967) è stata una straordinaria figura femminile, per certi versi paragonabile alla pittrice messicana Frida Kahlo per l’intensa drammaticità della sua vita, della sua produzione culturale e per la sua influenza sulla cultura latino americana ed universale. Le sue canzoni sono state interpretate da artisti di tutto il mondo, da Joan Baez a Gabriella Ferri, da Herbert Pagani a Caetano Veloso, da Chico Barque de Hollanda a Mercedes Soza, mentre il suo lavoro di ricerca e rielaborazione delle tradizioni culturali e musicali del Cile ha fatto scuola ben al di là del suo paese. Così è se vi Parra non si limita a riproporre alcuni brani della enorme produzione di Violeta Parra, ma li contestualizza e ne raccoglie l’eredità, con letture, brani musicali di altri autori, sconfinamenti nel cabaret. La stessa Violeta Parra infatti si esibì per anni nel circo e sconfinò con la sua attività artistica in altri settori, in particolare nella pittura, giungendo a esporre le sue opere al Louvre. L’Orchestrina Labiritmo costituita nel 2009 da alcuni soci musicisti e attori della cooperativa sociale Labirinto di Pesaro, ha sviluppato un suo proprio genere denominato “cabaretico”, una sorta di teatro-canzone su temi sociali che ha portato il gruppo a esibirsi in contesti come le manifestazioni dei terremotati de L’Aquila, il presidio “No dal Molin” di Vicenza, il raduno nazionale dei Gruppi di Acquisto Solidale.
GROTTAMMARE venerdì 28 marzo 2014, Teatro delle Energie ore 21
LINA JOB WERTMÜLLER in UN’ALLEGRA FIN DE SIÈCLE, scritto e diretto da Lina Job Wertmüller
Un recital in cui si raccontano, con il timbro del disincanto, dell’ironia sottile e di una impareggiabile e intelligente leggerezza, gli incredibili avvenimenti che hanno percorso in un brivido di orrore e di novità il secolo scorso: dalla belle époque, da Mussolini a Hitler, da Tito a Pol Pot, per finire con Bin Laden e le Torri Gemelle passando per Marlene Dietrich e Rita Hayworth, simboli di un’epoca storica dirompente e quanto mai ricca di contrasti.
JESI venerdì 28 marzo 2014, Teatro G.B. Pergolesi ore 21
ALESSANDRO VARRUCCIU, FRANCESCA UGUZZONI, SILVIA UGUZZONI e GLI ONAFIFETTI in LA PAGA DEL SABATO dal romanzo di Beppe Fenoglio, adattamento e regia di Alessandro Varrucciu
“Il nostro lavoro su Beppe Fenoglio (Alba, 1 marzo 1922 – Torino, 18 febbraio 1963) nasce non solo dall’amore per le sue storie, ma anche dall’interesse per il suo stile, per come ha costruito le sue narrazioni, in quel modo così efficace e meravigliosamente complicato. […] Lo sguardo dello scrittore partigiano non concede niente né alla retorica né alla propaganda politica: benché la sua scelta di campo sia netta, decisa ed inequivocabile, tuttavia non si esime dal descrivere situazioni “poco edificanti” anche nella parte alla quale appartiene”. Ecco, quindi, che la “fatica nera” di Fenoglio diventa una ricchezza inestimabile per noi, che lavoriamo sulla parola, sul suo significato, e ci chiediamo come quella parola possa essere trasmessa, pronunciata, affinché nel passaggio dall’opera originale (romanzo e/o racconto) all’adattamento teatrale essa non perda di forza, di significato, di incisività, di bellezza. Alessandro Varrucciu
PESARO venerdì 28 e sabato 29 marzo 2014 ore 21 e domenica 30 marzo ore 17, Teatro Rossini
NERI MARCORÈ e LA BANDA OSIRIS in BEATLES SUBMARINE, su drammaturgia e regia di Giorgio Gallione
Un viaggio nel fantastico universo della beat/pop/rock band più leggendaria di sempre: Beatles Submarine raccoglie suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Un tessuto narrativo che utilizza i brani più famosi e le caleidoscopiche magie di Yellow Submarine, i surreali racconti di John Lennon, le poesie di Paul Mc Cartney e gli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei Beatles hanno reso eterni: dalle pagine di Alice in Wonderland di Lewis Caroll alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle filastrocche per bambini alla poesia lisergica e sperimentale di Allen Ginsberg. Beatles Submarine è la beatlemania in palcoscenico, rivisitata dal talento bizzarro e stralunato di Neri Marcorè, cantante e filosofo assurdista e dei quattro professori, Carlo Macrì, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone, Sandro Berti, della famigerata Banda Osiris, musici iconoclasti e ipercreativi. A 50 anni dalla sua esplosione, il fenomeno Beatles non si può definire una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e fantasia al potere che il regista Carlo Gallione rimaneggia per regalare una colorata e divertente drammaturgia originale.
PORTO SAN GIORGIO venerdì 28 marzo 2014, Teatro Comunale ore 21
ROSETTA MARTELLINI in CAPELLI AL VENTO – Omaggio a Joyce Lussu, scritto e diretto da Rosetta Martellini e Luigi Moretti
Capelli al vento percorre la vita straordinaria ed epica di Joyce Lussu per cercare, a dieci anni dalla scomparsa, di riascoltarne la voce. In scena 86 fiori, tanti quanti gli anni che ha trascorso intensamente. Laica, antifascista, anticonformista, ironica, battagliera, piena di passione civile e democratica. Joyce bambina di 9 anni che a Firenze viene picchiata da uno squadrista perché scrive “Viva la repubblica”, e poi donna, compagna del mitico Emilio Lussu; madre, medaglia d’argento al valor militare per avere partecipato alla Resistenza. Joyce che viene chiamata a tenere comizi, Joyce che conosce e traduce il poeta turco Nazim Hikmet e di cui segue il consiglio di usare nelle traduzioni soltanto parole quotidiane. Ma anche Joyce ricercatrice di storia e leggende popolari, ironica e tagliente e, infine, Joyce donna ormai alla fine dei suoi giorni che consiglia, senza alcuna malinconia: “Non ci sarà bisogno di piangere, sono vecchia e la mia vita l’ho vissuta come l’ho voluta”.
ASCOLI PICENO sabato 29 marzo 2014, Teatro Ventidio Basso ore 16-17,15-18,30 -21 -22,15
STABILEMOBILE COMPAGNIA ANTONIO LATELLA in FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO
1. Twins; 2. Atlanta; 3. Black; 4. Match; 5. Tara, cinque movimenti liberamente ispirati a “Via col vento” di Margaret Mitchell su regia di Antonio Latella
Antonio Latella propone un progetto liberamente ispirato al romanzo Via col vento di Margaret Mitchell, reso noto al grande pubblico grazie alla versione cinematografica di Victor Fleming (1939) con protagonista Vivien Leigh. È proprio attorno alla figura di Rossella O’Hara che si dipanano i cinque movimenti che compongono Francamente me ne infischio. Sul palco Caterina Carpio, Candida Nieri, Valentina Vacca interpretano Rossella, restituendo nelle differenti sfumature un personaggio immerso in un universo che oscilla vertiginosamente tra il grottesco e il pop, tra la riflessione testuale e la contemporaneità. Rossella è il capriccio e la terra, l’egocentrismo e la piantagione di cotone, la tenacia e la schiavitù; sarà Ashley Wilkes e i gemelli Tarleton, sarà Mami e Rhett Butler. Perché Rossellaè l’incarnazione del sogno americano. Rossella è il sogno di ieri e l’America di oggi. In Twins i gemelli Tarleton interrompono la corsa di Rossella verso l’amore dando inizio alla demolizione del doppio in un’America che non distingue più la realtà dalla finzione. L’atmosfera pop del primo movimento si colora di toni più cupi in Atlanta, in cui il paesaggio è abitato da sciami di mosche che simboleggiano la morte che tutto avvolge. Black mostra le paure, le colpe e le ossessioni di Rossella, sullo sfondo di un’America che avanza grazie all’industria, al petrolio e alle armi. Match, ruota attorno agli uomini di Rossella, personalità che riflettono un mondo in mutamento: Carlo è la stupidità, Frank il denaro, Ashley la poesia e l’astrazione, Rhett la furbizia e la caparbietà. Infine, Tara è il ritorno a casa, alle radici, alla terra, a se stessa.
SENIGALLIA sabato 1 marzo 2014, Teatro La Fenice ore 21
ANGELA FINOCCHIARO e BRUNO STORI in OPEN DAY di Walter Fontana, per la regia di Ruggero Cara
Separati da tempo, mediamente tritati dalla vita, entrambi sui cinquanta: una madre e un padre si ritrovano faccia a faccia in un giorno importante: iscrivere la figlia quattordicenne alla scuola media superiore. Sembra facile, ma non lo è. Un semplice modulo da compilare diventa per i due ex-coniugi un interrogatorio insidioso, che li spinge a ripercorrere la loro vita, in un crescendo di sottile follia. Tra litigi interrotti da anni, discorsi intorno a una figlia che non si vede mai, ma è al centro di tutto, licei chic con presidi analfabeti e incursioni mentali nella Grecia del IV secolo a.C., si intrecciano tensioni, speranze e qualche sorpresa: perché il passato non è sempre come te lo ricordi e il futuro non è mai come te lo immagini. Dopo i trionfi cinematografici del 2010 e il successo teatrale di Miss Universo, Angela Finocchiaro torna a collaborare con Walter Fontana, autore di questo nuovo testo, per dar vita a uno spettacolo ironico, tagliente e ricco di emozioni, nato da una domanda che riguarda tutti noi: come si guarda al futuro quando non sai bene come comportarti col presente? Sulla scena, a dividere i tormenti di una famiglia alle prese con una figlia adolescente, Bruno Stori, che già ha recitato accanto ad Angela Finocchiaro in Pinocchia di Stefano Benni. La regia è affidata a Ruggero Cara.
MACERATA (data da definire in marzo) Palazzo Buonaccorsi ore 20.30
REMARCHEBLE DAY# MACERATA (MICROFESTIVAL DELLE ARTI CONTEMPORANEE)
Momento centrale del progetto regionale REmarcheBLE! Sorprendenti avventure in luoghi di storia, REmarcheBLE! Day #MACERATA è l’appuntamento che unisce artisti, musicisti e pubblico in una serata in cui il Palazzo Buonaccorsi diventa uno speciale “salotto” immerso nelle arti contemporanee. Un microfestival che si va costruendo attraverso un percorso pregresso di scouting di artisti e pubblico appassionato del territorio; un’occasione particolare per mettersi in gioco, vivere l’arte performativa e visiva in un luogo culturale da riscoprire e guardare da altre prospettive.