Sobrino e Mondelci protagonisti al FOF di Fano
di Andrea Zepponi
18 Feb 2014 - Commenti classica, Musica classica
Fano (PU) – Sabato 8 febbraio al Teatro della Fortuna nell’ambito della programmazione dell’Opera Festival Fano si sono esibiti due solisti d’eccezione anche in veste direttoriale sul podio dell’Orchestra Sinfonica Rossini in un concerto dal titolo DALL’OPERA AL TANGO attraverso due secoli di musica fino ai giorni nostri: il clarinettista Giampiero Sobrino e il sassofonista Federico Mondelci, e sono stati protagonisti di quello che era un atteso appuntamento musicale organizzato dalla Fondazione Teatro della Fortuna, con il sostegno della Regione Marche. La prima parte era dedicata ai grandi autori del melodramma: G. Rossini, con la trascrizione per archi di Henry Domenico Durante della sinfonia de L’Italiana in Algeri, poi di G. Donizetti, è stato proposto il Concertino per clarinetto e archi, ed infine è seguita alla fine della prima parte la Fantasia su temi del Rigoletto sempre per clarinetto e con l’orchestra, di Luigi Bassi. Il maestro Sobrino (non in perfetta salute) ha sfoderato il suo carisma di solista contornato da un gruppo strumentale espressivo e flessibile. Il successo non solo dovuto alla celebrità dei temi presenti nei brani proposti, ma anche alla comunicativa instauratasi con il pubblico è stato condiviso pienamente dai due artisti del clarinetto e del sassofono. Tipico dell’Ottocento l’uso delle trascrizioni e delle fantasie tratte dall’opera torna in gran voga in questi tempi di crisi in cui le grandi orchestre non trovano facile allestimento, ma, senza tirare in ballo il solito discorso economico, occorre dire che l’organico contenuto della Rossini (solo archi) ha soddisfatto in pieno le esigenze di pienezza e differenziazione timbrico-dinamica ed ha anzi liberato le potenzialità solistiche di ogni orchestrale in un contesto espressivo totale.
Lasciato l’Ottocento alla prima parte del concerto, nella seconda è scattata una full immertion nel Novecento musicale con generi molto diversi per stile e funzione. È iniziata con la Pequeña Czarda di Petro Iturralde (sassofonista e compositore spagnolo) un’avvincente incursione nel mondo delle danze popolari; questo brano di forte libertà interpretativa si è contraddistinto per il virtuosismo scatenato del sassofono di Mondelci. Seguiva poi la Suite dell’americano Leroy Andersen, autore tra l’altro di The Typewriter, composizione per macchina da scrivere e orchestra resa famosa dallo sketch comico del film Dove vai sono guai del 1963 con Jerry Lewis: qui il pizzicato degli archi affiatatissimi ha instaurato quel magico clima di complicità sottesa tra spettatori e musicisti e una musica che strizza di continuo gli occhi e coinvolge anche a livello fisico ritmico. Il passaggio alle note musiche da film italiano era segnato dalle quelle di Nicola Piovani (una scritta appositamente per Mondelci) de La vita è bella e quelle di Ennio Morricone in C’era una volta il west con le quali si entrava nel mondo del “pensiero triste che si balla”; suggestioni avvolgenti hanno percorso l’uditorio della Fortuna fanese con un sassofono eloquente e reso anche più interessante dalla personalità di un Mondelci che dialogava con il pubblico oltre che con l’orchestra; indi sono risuonati i ritmi latini resi internazionali da un eclettismo melodico ritmico eccezionale di Tango club, opera del compositore pesarese Roberto Molinelli e, per concludere, due brani del grande maestro argentino Astor Piazzolla, Melodia en La menor, Libertango e Meditango con cui la serata ha raggiunto il suo vertice terminando con il bis dello straordinario pezzo pizzicato di Leroy Andersen.