LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI W: una travolgente Ambra Angiolini
di Elena Bartolucci
31 Gen 2014 - Commenti teatro
Civitanova Marche – Mercoledì 29 Gennaio 2014 arriva sul palcoscenico del Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta Ambra Angiolini con la sua eclettica versione de La misteriosa scomparsa di W del grande Stefano Benni, noto scrittore, umorista, poeta, sceneggiatore nonché drammaturgo.
Lo spettatore non può che restare spiazzato dalla scenografia in bianco illuminata da molti neon appesi o tenuti in mano dalla stessa attrice, anch’essa tutta di bianco vestita, che è un fiume in piena di parole.
Un intreccio di ricordi e pensieri, paranoie e dubbi abita questo monologo folle, fantasioso e divertente al tempo stesso. Ambra Angiolini è una donna di nome V, che già appena nata aveva generato un entusiasmo smodato tra le mura dell’ospedale conquistando tutti con la sua bellezza.
Eppure la realtà è ben diversa, rumorosa e sporca e nulla è roseo come sperava. La sua vita è costellata da incontri tristi e maldestri: dalla scomparsa del suo amato nonno Wilfredo e poi del suo coniglietto Walter, all’amicizia sfumata con Wilma, l’amica cinica conosciuta tra i banchi di scuola e al fallimento completo della sua storia d’amore con il fidanzato Wolmer dalla risata raccapricciante.
V è una donna ancora giovane, affetta da continui sbalzi di umore, che confessa al pubblico tutti i suoi problemi (a grappolo che generano domande su domande) con una sincerità sfrenata, interrogandosi su temi importanti quali povertà e guerra, amicizia e intolleranza, giustizia e amore. Il suo più grande cruccio, però, è la ricerca della sua metà scomparsa: V è una parte di W, che cerca quindi il suo tutto, tentando di spiegare il suo profondo senso di infelicità e incompletezza.
Parole taglienti e ironiche, che sfiorano il paradossale, ma che vengono recitate in modo leggero e al contempo profondo, scaturendo spesso le risate tra il pubblico. La talentuosa Ambra Angiolini dipinge una donna fragile e combattiva, compassionevole e graffiante che scompone e ricompone i pezzi della propria anima. Al termine degli scroscianti applausi hanno dimostrato il profondo affetto per l’attrice e la bravura dimostrata sul palco, calcato per la prima volta tutto da sola.
La sapiente regia porta la firma di Giorgio Gallione, mentre le scene e i costumi dal gusto molto futurista e particolare sono di Guido Fiorato e le musiche a dir poco surreali di Paolo Silvestri.