Cyrano de Bergerac: un classico che stupisce sempre
Elena Bartolucci
20 Gen 2013 - Commenti teatro
Teatro: Recensioni
Macerata. Giovedì, 17 Gennaio, è ripresa la stagione di prosa del Teatro Lauro Rossi di Macerata con la commedia teatrale Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, interpretata e diretta da Alessandro Preziosi.
Cyrano de Bergerac altri non è che un guascone e uno spadaccino molto abile dalla lingua tagliente che sa ben usare le parole per comporre versi appassionati ma anche per sbeffeggiare i suoi nemici senza alcuna pietà . Non vuole avvalersi dell’aiuto di nessuno e tantomeno di un mecenate. Non cerca riconoscimenti e vuol sentirsi libero di non dover mai abbassare lo sguardo, finendo così per mettersi nei guai con i tanti nemici che ha.
Per paura di essere rifiutato dall’amata cugina Rossana (Veronica Visentin, a tratti un po’ forzata) a causa del suo aspetto ovvero del suo enorme naso (colpevole di aver distrutto l’armonia del suo viso) non le ha mai rivelato il suo amore, ma il destino ha deciso di giocargli un brutto scherzo. Rossana, infatti, lo implorerà di proteggere in battaglia l’uomo di cui è innamorata follemente, un bel giovane cadetto di nome Cristiano de Neuvillette (Benjamin Stender, dalla dizione poco curata e ancora molto acerbo nella recitazione come anche diversi altri suoi giovani colleghi attori della Link Academy, l’Accademia Europea d’Arte Drammatica di Roma di cui Preziosi è direttore artistico).
Cyrano, a malincuore, si sente costretto ad accettare tale richiesta e a prendersi cura del suo rivale in amore, che diventerà poi anche suo amico. Lo aiuterà persino a conquistare sua cugina con parole dolci e lettere infarcite di poesia. E’ ben nota la scena in cui una notte, sotto la finestra di Rossana, Cyrano si improvvisa suggeritore per Cristiano, declamando una magnifica dichiarazione d’amore.
L’amore tra i due giovani innamorati, però, è ostacolato dal potente De Guiche (Massimo Zordan), invaghito anch’egli della donna, il quale deciderà per vendetta di condurre subito Cyrano e Cristiano in guerra, così da vendicarsi del primo che l’aveva deriso pubblicamente e del secondo per aver sposato in segreto la sua bella.
Anche dal fronte Cyrano continua a scrivere ogni giorno a Rossana, esternando nelle vesti dell’amico tutto l’amore per lei. L’arcano non sarà mai svelato se non molti anni più tardi, quando, dopo la morte in battaglia di Cristiano, Rossana, ritiratasi in convento, riceve ancora la visita del suo caro e vecchio amico Cyrano, il quale, ferito gravemente, si tradirà e farà trapelare la verità sulle belle parole che avevano dato vita ai sentimenti che l’avevano portata ad amare il suo ormai defunto sposo.
Come affermato dallo stesso Preziosi, il Cyrano de Bergerac “è una commedia sulla ‘inadeguatezza’ e sulla epicità sentimentale delle grandi personalità rispetto al comune sentire dell’amore, dell’amicizia e in genere rispetto alla coerenza con la quale compiere, in un labirinto di scelte, la più giusta per sè e per i propri valori. Finalmente un personaggio che può agire liberamente per perseguire il suo sogno di essere amato attraverso qualunque mezzo, qualunque sotterfugio . Il regista, inoltre, ha tenuto a precisare che nell’adattamento del testo e nella rispettiva traduzione ha voluto far coesistere la prosa e la poesia relegando i versi alessandrini ad un gioco lezioso e risolutivo di certe questioni e cercando invece di dare respiro alla travolgente dimensione poetica del testo che va dritta allo spirito e all’anima di una donna per il cui amore si è disposti anche a morire”.
Un classico del teatro che riesce ancora a stupire su come si possa davvero parlar d’amore senza esser troppo stucchevoli e di come a volte l’amicizia è più forte dell’amore stesso.
Sul palco insieme a Preziosi vanno menzionati anche Emiliano Masala, Marco Canuto, Luigi Di Pietro, Francesco Civile, Gianni Rossi, Salvatore Cuomo, Sara Borghi, Natasha Truden, Giannina Raspini e Bianca Pugno Vanoni.
La traduzione e l’adattamento del testo originale sono di Tommaso Mattei. L’allestimento è di Khora teatro e del Teatro Stabile d’Abruzzo, mentre le scene dello spettacolo (alquanto scontate e di poca efficacia visiva) sono di Andrea Taddei, i costumi (molto classici e attinenti alle fatture del tempo) di Alessandro Lai, le luci di Valerio Tiberi e le musiche di Andrea Farri. La collaborazione artistica e i movimenti scenici sono di Nicolaj Karpov.