Intervista al cantautore e poeta Giovanni Luca Valea


a cura della Redazione

3 Mar 2025 - Dischi, Interviste

“Musiculturaonline” ha incontrato Giovanni Luca Valea, cantautore e poeta che ha appena pubblicato l’album “Un ultimo bicchiere” (La Stanza Nascosta Records).

Accostato da parte della critica a Léo Ferré e a Leonard Cohen, Giovanni Luca Valea – che ha all’attivo una produzione poetica e musicale di spessore – è una voce autentica e profondamente libera.

D. Signora Salvezza, gli ultimi cantano più piano o forse sono rimasti indietro e lontano – recita una canzone contenuta nel suo nuovo lavoro, “Un ultimo bicchiere”. Si sente un po’ un cantore degli ultimi?

R. Non saprei, però preferisco i cosiddetti “ultimi” ai grandi vincenti del nostro tempo che, in tutta sincerità, mi spaventano.

D. “Dicembre, metà” – racconta a proposito del singolo apripista dell’album – è un brano che spera di fare luce su quelle terre un po’ selvagge che sono la nostalgia e la solitudine. La canzone racconta molto di me, ma credo che più di qualcuno possa ritrovare una parte di sé. Dalla malinconia fino all’alcol, passando per il pianoforte e la speranza di trovare le parole migliori.” Non teme che questa attitudine da poeta maledetto venga equivocata e scambiata per una posa?

R. È quanto succede e, tutto sommato, non mi dispiace neppure. Non sono né un poeta né credo alla maledizione in vita, per così dire. Se può essere equivocata per una posa? Sì, senz’altro è vero, ma ho paure ben più profonde rispetto al giudizio altrui.

D. Nell’era social si sente asociale?

R. No, riconosco l’utilità dei social. Li uso poco, non sempre bene.

D. Cosa la commuove e cosa la fa arrabbiare?

R. Mi fa piangere e mi fa arrabbiare che il mare sia diventato un cimitero.

D. Ha guardato Sanremo? Sembrerebbe esserci stato un ritorno dei cantautori…secondo lei questa inversione di tendenza è un fuoco di paglia o è destinata a durare?

R. Non ho guardato Sanremo, ma credo che si tratti di un fuoco di paglia. Comunque, un fuoco, no?

D. La canzone che vorrebbe aver scritto lei?

R. “Quanti anni d’amore”, di Stefano Rosso.

D. Riempi il tuo foglio coi respiri del tuo cuore. (William Wordsworth) È quello che cerca di fare, in poesia e in musica?

R. È un verso meraviglioso. Io non sono sinceramente all’altezza di questo verso. Cerco solo di fare cose dignitose e di portare a casa la pelle.

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