Cantu. Fratelli Mancuso
11 Ago 2013 - Dischi
Recensione di Alberto Pellegrino
Da anni ormai seguiamo il percorso artistico di Enzo e Lorenzo Mancuso, i due cantautori siciliani approdati sulle belle colline umbre di Città della Pieve e li abbiamo visti in continua ascesa dalla vittoria al Premio Città di Recanati per la canzone d'autore alla partecipazione alla colonna sonora del film Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella. Poi sono arrivate le musiche di scena per mPalermu, spettacolo di Emma Dante, vincitrice del Premio Scenario 2001 e del Premio Ubu 2002; ancora le musiche di scena per la Medea, il nuovo spettacolo di Emma Dante. Nel frattempo è uscito il loro nuovo Cd-rom Cantu.Fratelli Mancuso, che si pone nel solco dell'ultima raccolta di successo intitolata Bella Maria. Si tratta di una elegante edizione con un taglio internazionale, come dimostrano la presentazione dei testi in siciliano, italiano, inglese e francese e lo sforzo produttivo per cui, accanto ai due autori che suonano già diversi strumenti, troviamo una nutrita formazione di musicisti con archi, piano e armonium, fisarmonica e percussioni, nella quale spicca la tromba di Enzo Rava, mentre il cantautore GianMaria Testa ricopre il ruolo di voce narrante. Nella raccolta si avverte uno spessore musicale più alto e maturo, che esce dai canoni ormai codificati della musica popolare, di cui rimangono echi lontani, soprattutto nel canto a cappella , a testimonianza di radici culturali ed umane mai rinnegate. A questa assoluta qualità musicale si unisce la consueta fascinazione dei testi che portano con sè il vigore e la dolcezza della lingua siciliana. Dei tredici brani che formano la raccolta ci sentiamo di segnalare lo splendido e prezioso Cantu ( Dove nasce questa malattia/Vita mia/Triste allegria/Che accompagna questa melodia/E così cerca un po' di compagnia ), il malinconico Disiu di tia ( Oggi leggo una poesia/Perchè in certi momenti desidero/stringere la mano all'amico perduto ), la serenata piena di echi mediterranei Saccio chi parli a la luna ( So che parli alla luna/E che lei ti ascolta/ogni notte a quest'ora/Bella signora/Le racconti forse di un tempo/Dolce e lontano/Di quando tutto era un canto/Chiaro e felice ), l'affascinante Suli su l'uri ( Certe sere vedo navi/Scendere dalle montagne/Un bambino le conduce/Fino al verde piano/ha il passo di farfalla/e occhi verdi ), l'intenso canto d'amore Tu chi strascini ( Tu che trascini/Di paese in paese/Il cuore mio/Tra polvere e pietre:/Hai mai pensato/A quello che contiene/Contiene una colomba/Senza ali. ), l'appassionata Lirica d'autunno ( E' giunta l'ora di andare:/Io ti saluto e tu non dimenticare./Ti lascio questo cuore bambino,/questa barca folle, questo mare/asciutto ), infine Margarita, bellissimo canto mediterraneo che racconta la drammatica storia di una madre bambina.
Alberto Pellegrino