recital alla Carnegie Hall


11 Ago 2013 - Dischi

(Tratto da Classic Time)

BMG ci consente di ascoltare il recital alla Carnegie Hall, nel dicembre 1960, di un quarantaseienne Sviatoslav Richter, fino ad allora rimasto sempre bloccato in Unione Sovietica. Cosa dire quando ci si trova di fronte a un Grande Artista? L'ultima volta che l'ho ascoltato è stato alla Sala Grande del Conservatorio di Milano, inizi anni '90, dove indelebile rimane come mi ha fatto ri-scoprire una Polacca di Chopin. Il grande artista ti fa ri-scoprire il mondo che ti circonda. Il programma che Richter presentò inizia con la Sonata Hob. XVI/50 di Haydn, seguita dallo Scherzo n.4 e dalla Terza Ballata di Chopin, da quattro Preludi di Rachmaninov; poi Jeux d'eau e il quinto dei Miroirs, sempre di Ravel, la Sonata op. 82 di Prokofiev. Inoltre tutti i bis (Visions fugitives di Prokofiev), inclusi quelli (Debussy e Chopin) di un successivo recital a Newark. Prendiamo allora ad esempio la Terza Ballata di Chopin e stiamo molto attenti alle prime battute, all'assoluta, stupenda espressività di questo fraseggio così cantabile, alla sua libertà , alla freschezza nell'accostarsi al testo chopiniano – tutto così lontano dagli stereotipi interpretativi, dalle routines, dai piloti automatici. I critici la definivano imprevedibilità di Richter: ma questo presuppone un canone di prevedibilità , rispetto al quale Richter sarebbe eccentrico. No, semplicemente Richter capiva – meglio e più degli altri, e quindi sì imprevedibile, per loro – quello che l'autore aveva voluto dire vergando quei punti neri sul pentagramma. Potrei continuare a citare moltissimi altri esempi, in pratica gli interi 2 CD: almeno uno ancora, lo Studio op. 10 n. 10 dove, nella ripresa, verso la fine, Richter rallenta delicatamente un poco (e nessuno lo fa in quel punto), schiudendoci prospettive che non avremmo mai scoperto…

www.bmgclassics.com


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *