Successo di Vincenzo Salemme a Milano con “Natale in casa Cupiello”
di Chiara Gamurrini
2 Dic 2024 - Commenti teatro
Grande entusiasmo per “Natale in casa Cupiello” al Teatro Manzoni di Milano con un ispirato Vincenzo Salemme.
Milano, Teatro Manzoni – La magia del Natale si intreccia con le dinamiche familiari in “Natale in casa Cupiello”, il capolavoro di Eduardo De Filippo. Lo spettacolo, messo in scena con maestria, riesce a catturare l’essenza delle tradizioni napoletane e le complessità dei rapporti umani.
“Natale in casa Cupiello” è una delle opere più care a Eduardo De Filippo, e la passione di Vincenzo Salemme per il maestro traspare in ogni dettaglio della sua regia. L’opera viene infatti portata in scena con una fedeltà all’originale che si riflette sia nella scenografia che nella rappresentazione dei vari personaggi.
Eduardo De Filippo e Vincenzo Salemme, pur appartenendo a generazioni diverse, condividono una visione del teatro che privilegia l’autenticità e la profondità dei personaggi. Eduardo, noto per il suo rigore e la sua attenzione ai dettagli, ha sempre cercato di rappresentare la realtà con un tocco di ironia e umanità. Questi aspetti sono stati ereditati da Salemme, che risulta profondamente influenzato dalla sua esperienza diretta con De Filippo, avendo lavorato nella stessa compagnia del grande commediografo.
Un elemento particolarmente interessante è l’uso del sipario trasparente, una scelta che abbraccia l’idea del teatro moderno di confondere finzione e realtà. Questo espediente permette di vedere cosa accade dietro le quinte negli intervalli tra un atto e il successivo, rivelando quel sottile confine tra realtà e rappresentazione che spesso sfugge sia agli interpreti che agli spettatori.
La commedia si svolge nella Napoli degli anni ’30 e segue la famiglia Cupiello durante i giorni che precedono il Natale. Il protagonista, Luca Cupiello, è un uomo anziano e brontolone, ossessionato dall’allestimento del presepe. Sua moglie Concetta è pragmatica e sopporta con pazienza le lamentele del marito e le difficoltà familiari. Il figlio Tommasino, detto Nennillo, è un giovane fannullone e sfaticato, mentre la figlia Ninuccia è in crisi matrimoniale e desidera lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio. In scena si trova anche Pasqualino, fratello di Luca e suo coinquilino, è uno scapolo di mezza età dai modi collerici e vittimistici; è il bersaglio preferito degli scherzi del nipote.
La trama si sviluppa tra situazioni comiche e momenti di profonda riflessione. Luca, ignaro dei problemi familiari, si dedica con passione al presepe, mentre le tensioni tra Ninuccia, Nicolino e Vittorio culminano in un drammatico confronto durante la cena della Vigilia di Natale. La commedia si conclude con Luca che, colpito da un malore, delira sul letto di morte, mentre il figlio Tommasino finalmente risponde affermativamente alla domanda del padre: “Te piace ‘o presepio?”.
L’interpretazione di Vincenzo Salemme nel ruolo di Luca Cupiello è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico. Salemme riesce a infondere al personaggio una profondità emotiva che cattura l’essenza del protagonista creato da Eduardo De Filippo. È proprio grazie a questo aspetto che risulta capace di suscitare un forte senso di empatia nel pubblico. La sua recitazione mantiene la fedeltà al testo originale, ma introduce anche elementi di freschezza e contemporaneità che rendono lo spettacolo accessibile a un pubblico moderno. L’interpretazione di Luca Cupiello è caratterizzata da una dolcezza e un’ingenuità che rendono il personaggio estremamente umano e vulnerabile. Questa vulnerabilità è particolarmente evidente nei momenti di maggiore tensione familiare, dove Salemme riesce a trasmettere la fragilità e la tenerezza di Luca con grande maestria. Efficacissima la performance di Pina Giarmanà nel ruolo di Concetta, che, nonostante fosse destinata ad altra parte, impersonifica bene la madre che si fa carico delle sorti familiari e si sente abbandonata in questo, accusando il marito ma in fondo non volendolo nemmeno coinvolgere.
Molto carismatici anche Antonio Guerriero, celebre interprete di giovani scapestrati, che per questa occasione si trova nelle vesti di Tommasino, e Fernanda Pinto (Ninuccia), spesso nei panni della figlia che reca pensieri ai genitori negli spettacoli di Salemme. Bravi anche gli altri interpreti. La chimica tra Salemme e gli altri attori aggiunge ulteriore spessore allo spettacolo. La loro interazione sul palco rende tangibili le complesse dinamiche familiari, creando un equilibrio perfetto tra comicità e dramma.
Il contesto storico in cui l’opera è ambientata è fondamentale per comprendere i temi trattati. Gli anni ’30 in Italia furono un periodo di transizione, con la società che si confrontava con le sfide della modernità e la crisi dei valori tradizionali. La famiglia Cupiello rappresenta un microcosmo della società napoletana, con le sue dinamiche interne e le sue tensioni. Il presepe, simbolo della tradizione familiare, diventa un’allegoria della famiglia stessa, messa in crisi dai cambiamenti sociali e culturali dell’epoca. La commedia, con i suoi toni ironici e comici, invita il pubblico a riflettere sulla fragilità dei legami familiari e sull’importanza delle tradizioni.
Anche l’aspetto riguardante l’incomunicabilità tra le persone si annovera tra i temi cardine di questo testo teatrale. Luca Cupiello è ossessionato dal presepe e ignora i problemi reali della sua famiglia, creando un divario tra la sua visione idealizzata del Natale e la realtà delle tensioni familiari. Alcuni di questi temi, come l’incomunicabilità e confusione tra realtà e finzione, richiamano per certi aspetti la drammaturgia di Pirandello. Tuttavia, mentre Pirandello si concentra sull’interiorità dei personaggi, Eduardo pone maggiore enfasi sulle dinamiche sociali. Egli, pur adottando un approccio più realistico, utilizza elementi simili per esplorare la complessità delle relazioni umane.
Un altro tema di rilievo è la figura della donna. In “Natale in casa Cupiello”, Eduardo De Filippo la rappresenta attraverso i personaggi di Concetta e Ninuccia, che incarnano due archetipi femminili distinti ma complementari. Concetta e Ninuccia, pur essendo molto diverse, condividono la stessa lotta per trovare un equilibrio tra i loro desideri personali e i loro obblighi familiari. Nonostante i progressi, le donne continuano a confrontarsi con sfide significative, come la disparità salariale, la violenza di genere e la difficoltà di conciliare carriera e vita familiare. In questo contesto, i personaggi di Concetta e Ninuccia possono ancora risuonare con il pubblico moderno, poiché rappresentano le lotte e le aspirazioni delle donne di ogni epoca. Vincenzo Salemme ha saputo raccogliere l’eredità di De Filippo e arricchirla con la sua sensibilità moderna e il suo stile unico, creando un teatro che parla direttamente al cuore degli spettatori, mantenendo viva la tradizione e trasportando il pubblico in un viaggio emozionale, dove ogni personaggio rivela sfumature di autenticità e profondità.