Sold out di Enrico Bertolino nei teatri del Friuli-Venezia Giulia con “Una Serata di Ordinaria Follia”
di Gianluca Macovez
29 Nov 2024 - Commenti teatro
‘Una Serata di Ordinaria Follia’ per un Enrico Bertolino in forma smagliante. L’ERT apre la stagione teatrale di San Daniele del Friuli. Al fianco di Bertolino i musicisti Tiziano Cannas Aghedu e Roberto Dibitonto.
San Daniele del Friuli (UD) inaugura la stagione teatrale dell’ERT con il nuovo spettacolo di Enrico Bertolino: “UNA SERATA DI ORDINARIA IRONIA”, prodotto dalla vivace realtà culturale triestina del Bonawentura/Teatro Miela e scritto dallo stesso protagonista con Stefano Dongetti.
Siamo davanti ad un nome popolare, che si muove con misura ed intelligenza fra teatro, radio e televisione, che ha saputo alternare la grande visibilità televisiva, a momenti in cui ha scelto, saggiamente, di preferire altri mezzi, meno ‘invasivi’, che gli consentissero di mantenere vivace il rapporto con il pubblico, senza rimanere schiacciato da personaggi e cliché e di portare avanti una sua linea narrativa, coerente ed equilibrata.
Una premessa alla recensione vera a propria.
Viviamo in un tempo di personalismi e di egocentrismi in ambito culturale. L’Arte, quella vera, è prima di tutto condivisione, coraggio, lealtà, onestà. Fare cultura dovrebbe voler dire prima di tutto diffondere valori, messaggi. Troppo spesso, invece diventa l’occasione per esercitare potere, censure, per impedire ad altri di farsi notare, spesso anche semplicemente di fare liberamente il proprio lavoro.
L’ERT dimostra, inserendo nelle sue ricche stagioni tanti spettacoli prodotti da altre realtà culturali del Friuli-Venezia Giulia, di come la condivisione sia ricchezza, di quanto aprirsi agli altri ci renda più ricchi, più forti e, soprattutto, più credibili.
Una lezione di metodo che da sola fa la differenza. Che peraltro il pubblico capisce perfettamente e ripaga con una lunga serie di sold out, per tanti spettacoli e per moltissime delle ventotto sale disseminate in regione e aderenti alla rete dell’Ente Regionale Teatrale.
In scena, al fianco di Bertolino, due validi musicisti: Tiziano Cannas Aghedu e Roberto Dibitonto, che oltre a suonare diventano spalle divertenti, ma parrebbe anche divertite, di diverse gag, a partire da una presentazione che trasforma i loro cognomi con una cadenza slovena, a sottolineare l’aderenza, ovviamente ironica, alla politica della territorialità.
Che lo spettacolo sia fresco e divertente lo si coglie dall’incipit: una sorta di diario di viaggio che descrive, brevemente ma non superficialmente, le cittadine toccate nelle ultime tappe.
Bertolino ed i suoi dimostrano una notevole sensibilità a cogliere gli aspetti eterogenei di una terra articolata: dalla sala di un paesino di montagna, dove si aspettava di trovare gli orsi ed invece è stato accolto da un pubblico festante, alla Festa del Formaggio a Gemona del Friuli, soffermandosi sulle tensioni fra friulani e Trieste. Poche battute, che dimostrano lo spessore umano e la disponibilità all’altro di un attore che guida la platea, sempre attenta e coinvolta, in un viaggio ironico ed intelligente, che descrive la contemporaneità più immediata, ironizzando su accadimenti pubblici e situazioni personali.
Si sorride, si ride, si pensa, ci si commuove, riflettendo sul tempo che passa, sui modi di agire ed interagire che mutano, sul tempo che viviamo, sulle abitudini di ciascuno e sulle abitudini di una società cinica e senza vergogna.
Ironia, paradossi, critica sociale, considerazioni politiche, la fanno da padroni, ma con una misura ed un garbo realmente apprezzati. Si viaggia di paradossi, di descrizioni minuziose, spietate ma mai cattive.
L’‘Anzianometro’ è lo strumento inventato da Bertolino per capire l’età dei presenti, che per la massima parte rientrano nella fascia dei sessantenni, persone efficienti per uno stato che non li vuole mandare in pensione, ma guardati con aria compassionevole dalle persone che vivono loro accanto, convinte di avere vicino una sorta di catorcio semovente.
Lo spettacolo alterna video, come lo spassoso dialogo, frutto delle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale, fra Mattarella ed il Papa che cercano una via di fuga dai loro incarichi, con i monologhi e dei brevi interventi musicali.
Ci sono diversi riferimenti all’attualità, dai collaboratori spietati di Trump alle gaffe del Ministro Sangiuliano, da un ʽ44 gatti’ declinato sull’andirivieni dello sparuto gruppo di migranti che fa la spola fra coste italiane ed albanesi alla guerra in difesa del formaggio di Lollobrigida, peraltro protagonista anche di uno spassoso centone gucciniano: ‘la Lollolocomotiva’, che suscita franchi sghignazzi nella platea divertita.
Ma poi ci sono tanti racconti di vita autentica. Bertolino racconta del padre che per sopportare le lamentele della sposa trova il trucco di spegnere gli apparecchi acustici e di vivere, divertitissimo, il gesticolare muto della consorte.
Vengono descritte le incazzature dell’anziano, che mal sopporta gli altri ovunque: in autostrada, dove detesta chi lo supera; in città quando cerca di tramortire a colpi di portiera i ragazzi che lo sfiorano in monopattino; al ristorante, infastidito dai tempi dilatati del servizio; al cinema quando non vuole nessuno commenti quello che viene proiettato.
Una rassegna di tipi umani raccontati con ironica sagacia, senza mai eccedere, senza mai trascendere.
La vecchiaia fa credere di poter dire quello che si pensa, ma Bertolino esercita questa possibilità con misura e classe, da vero signore, come si diceva un tempo.
C’è il momento anche della nostalgia, con i musicisti che ricordano Jannacci, Gaber e Fo. Il tempo passa, ma non impedisce di coltivare i sogni, che non hanno età.
Certamente, però, fa emergere tanti aspetti; dall’appassimento del corpo e della passione, all’emerge di una valanga di disturbi e soprattutto di una intolleranza generale, quasi universale, verso un po’ tutto ed un po’ tutti: da chi ti telefona per chiederti qualche favore, a chi commenta qualunque cosa tu faccia; da quelli che non ti ascoltano a coloro che ti elencano tutti i tuoi difetti convinti di farti un favore.
Gesti che erano consueti si fanno eroici, a partire dalla spesa al supermercato, ma ci si sofferma anche su quanto per qualcuno sia difficile ricevere delle scuse, sulla fragilità alle critiche, sulla tendenza a rimuovere episodi e persone per sopportare un presente che non è sempre facile comprendere.
Alla fine, un tripudio di applausi, convinti e meritati, ripagati da due bis: un’ironica versione di ‘Perdono’ che si fa ‘Condono’ e dei versi intensi e commoventi, che confidano nella capacità dei giovani di cambiare il momento di declino che stiamo vivendo.
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Auditorium Alla Fratta, San Daniele del Friuli, 21 novembre 2024
UNA SERATA DI ORDINARIA IRONIA
- di e con Enrico Bertolino
- regia di Massimo Navone
- musiche dal vivo di Tiziano Cannas Aghedu e Roberto Dibitonto
- collaborazione ai testi: Stefano Dongetti
- produzione: Bonawentura /Teatro Miela con ITC 2000