Grande successo di “Din, Don, Down” con Paolo Ruffini
di Elena Bartolucci
15 Nov 2024 - Commenti teatro
Un entusiasmante debutto per “Din, Don, Down”. La comicità spiazzante della compagnia Mayor Von Frinzius, capitanata da Paolo Ruffini, conquista il pubblico con risate ed emozioni.
Civitanova Marche (MC) – Dopo lo straordinario successo di UP & Down, in scena per oltre cinque anni nei teatri italiani (con più di 180 repliche e 120mila biglietti venduti), Paolo Ruffini e gli attori della Compagnia Mayor Von Frinzius sono arrivati sul palcoscenico del Teatro Rossini con il nuovo e imperdibile spettacolo Din Don Down – Alla ricerca di Dio.
Un concentrato di spregiudicata ironia e brillante improvvisazione, che vengono esaltate con la giusta leggerezza da Ruffini, in veste sia di adeguata spalla comica che di intrattenitore sagace.
Una formula molto simile in termini di struttura allo spettacolo precedente, ma che si reinventa a livelli di racconto: la sfida avviene sui confini del politicamente (s)corretto per approcciare tematiche tanto delicate e profonde come religione, fede e Dio.
Divertente l’arrivo in teatro di Ruffini nelle vesti di prete che, armato di incensiere, si diverte ad aggirarsi tra il pubblico per canzonarlo un po’. Dopo aver simpaticamente preso di mira alcuni spettatori (a uno di loro è stato chiesto di indossare una tunica da chierichetto, costretto a chiedere la questua e reggere il messale per pronunciare alcune frasi di rito tipiche di una messa religiosa), hanno inizio diversi simpatici equivoci e divertenti fraintendimenti, intervallati da balletti impensabili e canzoni religiose come Dolce Sentire.
Lo spettatore resta sicuramente sorpreso dai ragionamenti profondi che Ruffini mette in tavola facendo riflettere su quanto sia sopravvalutata l’intelligenza e di quanto si dovrebbe dare maggiore spazio e visibilità alla sensibilità per trovare la chiave giusta per stare al mondo.
La disabilità culturale è ormai un problema dilagante: ben il 32% degli italiani non capisce cosa legge, eppure sono esseri umani che vivono, comprano ed esercitano il proprio diritto al voto.
Questo problema non è purtroppo relegato solo all’Italia: viviamo in un periodo storico in cui le persone con poca cultura si valutano molto di più di quello che valgono effettivamente.
Gli imbecilli non si mettono mai in discussione, eppure dimostrano di avere una maggiore autostima e ricevono un alto consenso rispetto alle persone colte che, spesso e volentieri, optano per il silenzio come la propria arma migliore.
Altro tema interessante è stato affrontato parlando della semplicità dei bambini che credono alla realtà delle cose e riescono a semplificare gli ostacoli della vita, perché sanno vivere il presente con grande consapevolezza.
Divertente anche l’esperimento finale con quattro spettatori per dimostrare quanto sia importante diventare al giorno d’oggi meno social e più sociali.
La meritata standing ovation finale del pubblico abbraccia con grande calore sia il mattatore della serata, Paolo Ruffini, nonché il resto della compagnia che ha saputo conquistare il cuore di tutti grazie a semplicità, tenerezza e sana comicità.
Ottima la scelta di tornare sul palco tutti vestiti di bianco per il saluto finale sulle note di La cura di Franco Battiato, in modo da simboleggiare il tema centrale della serata: come evocato anche dalla Bibbia, non bisogna avere paura, né di amarsi né di amare il prossimo, al di là del quoziente intellettivo e del numero di cromosomi con cui la società permette ancora oggi di decretare il livello di “normalità” delle persone.
La compagnia teatrale livornese nata nel 1997 è composta da attori con disabilità più o meno gravi che, con le loro irresistibili incursioni comiche, canore, danzanti o musicali, riescono a destabilizzare Ruffini, il quale cerca di creare nei tempi morti interessanti intramezzi in cui porta il racconto su un livello filosofico ed etimologico profondo e inaspettato al tempo stesso per le vesti dell’attore e conduttore televisivo, conosciuto più per la sua irriverenza e comicità fin troppo dissacrante.
Lo spettacolo, che è prodotto e distribuito da Vera Produzione, è scritto da Paolo Ruffini e dal regista della compagnia Lamberto Giannini con il coordinamento artistico di Rachele Casali.