Arturo Cirillo è “Don Giovanni” al Teatro delle Muse di Ancona
di Roberta Rocchetti
4 Nov 2024 - Commenti teatro
Il geniale autore e attore Arturo Cirillo ha messo in scena, in prima regionale, “Don Giovanni” al Teatro delle Muse di Ancona. Ottimo il cast: Giulia Trippetta, Irene Ciani, Giacomo Vigentini, Francesco Petruzzelli e Rosario Giglio.
(Foto Tommaso Le Pera)
Don Giovanni o del narcisismo. Potrebbe essere questo il titolo sintetico della prima regionale messa in scena da Arturo Cirillo al Teatro delle Muse di Ancona.
Dal 31 ottobre al 3 novembre, all’interno quindi di un calendario per combinazione per nulla casuale, uno dei personaggi più stupefacenti della letteratura di tutti i tempi ha ripreso vita sul palcoscenico dorico.
È incredibile come la figura del burlador non solo non perda modernità con lo scorrere dei secoli ma addirittura ne acquisti, divenendo di fatto la personificazione di un disagio sempre più dilagante che rende incapaci di “sentire” l’altro se non come estensione del proprio potere seduttivo.
Arturo Cirillo versatile e geniale autore e attore dà corpo e anima anche al protagonista e lo vediamo riversare sulle vittime prescelte ovvero Donna Elvira (Giulia Trippetta), Donna Anna (Irene Ciani) e l’ingenua contadina Zerlina (ancora Irene Ciani) tutta la sua capacità manipolatoria e la menzogna. Il testo è un adattamento da due mostri sacri della drammaturgia: Molière e Da Ponte, la musica ça va sans a dire è di Mozart.
Intersecando, alternando e rendendo complementari i testi di Molière e Da Ponte e usando la miracolosa musica del salisburghese come appoggio di lusso Don Giovanni sembra uscito fresco e riposato da un trattato di psicologia appena uscito dalla tipografia e snocciola una love bombing sulle malcapitate facendole puntualmente seguire da svalutazione e scarto, genera in loro quello che in gergo si chiama gaslighting ovvero il portare l’interlocutore a dubitare delle proprie stesse percezioni o convinzioni, genera in chiunque lo incontri una sorta di dissonanza cognitiva che gli permette di avere un perenne vantaggio sugli altri prima di essere smascherato, il suo bisogno di novità, conquista, nutrimento per il proprio ego è una droga che lo possiede totalmente annullando qualunque empatia per chi incroci la sua strada.
Sembrerebbe dunque un personaggio totalmente negativo, invece no.
Ed ecco qui l’ulteriore profondità di questo testo, all’arrivo del Commendatore tornato dall’oltretomba dove Don Giovanni lo ha spedito a fil di spada e tornato per mettere in atto quella nemesi bramata da chiunque si trovi sul palco, quello che finora era sembrato solo un vigliacco approfittatore si erge in tutto il suo orgoglio per contrastare una morale beghina e ottusa, una cultura basata sull’ipocrisia dove tutto deve giocoforza prendere una connotazione positiva, ecco tornare prepotentemente l’estrema attualità e forse l’essenza più pregnante del ruolo del personaggio.
Don Giovanni rivendica il diritto di essere uomo fallace, di specie fallace impastata anche con il fango del male e del brutto, pretende di sbandierare fino alla fine la propria natura senza cercare di abbellirla ed edulcorarla con filtri, maquillage posticci e imbiancatura per sepolcri; rifuggendo almeno in questo qualunque finzione e abiura esige di restare un sincero mentitore a costo di sprofondare nell’inferno, cosa che puntualmente avviene, anche se stavolta senza voragini che si aprono nel pavimento ma con un intimo ripiegarsi su se stesso.
Ottimo il cast che circonda Cirillo, che oltre le due già citate è composto da Giacomo Vigentini nel ruolo di Sganarello (Leporello) spalla complice e riluttante ad un tempo del protagonista, a Don Ottavio, l’eternamente disorientato fidanzato di Donna Anna ha dato vita Francesco Petruzzelli il quale ha rivestito anche il ruolo del povero e di Rigotino, Rosario Giglio ha rivestito i ruoli di Don Luigi, del Signor Quaresima e del Commendatore.
Le belle scene di Dario Gessati essenziali ed evocative con rimandi al mondo classico hanno svolto egregiamente la loro funzione, sotto la protezione della Venere callipigia che sovrastava gli accadimenti in una atmosfera un po’ proveniente dall’Isola dei morti di Böcklin e un po’ omaggio a Joseph Losey, il quale peraltro è citato esplicitamente nelle note di regia e al quale fanno un velato riferimento anche i bei costumi di Gianluca Falaschi pur senza ovviamente rinunciare alla propria identità specifica. Drammaturgicamente incisive le luci di Paolo Manti e le musiche gestite da Mario Autore.
La tournée del Don Giovanni iniziata pochi giorni fa e partita da Napoli proseguirà fino a marzo 2025 e farà tappa in molte regioni, mentre la stagione del Teatro delle Muse prosegue con altri titoli come sempre originali e interessanti.
A fine serata successo pieno per tutti, l’entusiasmo di Arturo Cirillo per il suo lavoro ce lo portiamo a casa come nota di allegria.