“Rigoletto” al Museo Jacquemart-André di Parigi
di Alma Torretta
31 Ott 2024 - Commenti classica
Nelle splendide stanze del museo Jacquemart-André, a Parigi, nell’ambito di “Opera a Palazzo”, suggestiva rappresentazione del “Rigoletto” di Verdi. Tra le voci si è fatta notare il soprano Armelle Arménouhi Khourdoïan.
Un modo diverso per avvicinarsi alla lirica e per fruirla in modo più intimo, in una cornice di grande bellezza e con un approccio da opera da camera. Ispirata alle serate “Musica a Palazzo” di Venezia, Music & Opera Events, società di produzione di spettacoli dal vivo, organizza delle serate d’opera al Museo Jacquemart-André, hôtel particulier costruito alla fine del XIX secolo, nella Parigi di Haussmann, per il banchiere Edouard André e sua moglie Nélie Jacquemart, coppia di grandi collezionisti d’arte. Vicino agli Champs-Élysées, il palazzo conserva gli arredi d’epoca e soprattutto una delle più belle collezioni private d’arte di Parigi: opere di Uccello, Mantegna, Botticelli, Canaletto, Van Dyck, Rembrandt, ecc. Dopo un anno di lavori, ha recentemente riaperto le porte con una straordinaria mostra di capolavori provenienti dalla Galleria Borghese di Roma, tra cui il famoso Ragazzo con cesta di frutta di Caravaggio, mostra visitabile sino al prossimo 5 gennaio, e con le rappresentazioni nelle sue sale, appunto, di due dei capolavori di Verdi più amati dal pubblico: La Traviata e Rigoletto. Al massimo 80 persone per appuntamento, è richiesto l’abito da sera, la vicinanza con i cantanti fa godere a pochi metri delle voci e c’è la possibilità alla fine dello spettacolo di trattenersi a conversare con gli artisti.
Arrivando si possono visitare le stanze private al pian terreno e si accolti con una prima flûte di champagne Lecrerc Briant, ne seguiranno altre, per chi le gradisce, tra i vari cambi scena che corrispondono allo spostamento tra le diverse sale in cui si svolge lo spettacolo condensato a circa un’ora e mezza ma con la proposizione di tutte le parti salienti della storia e delle arie più celebri. Offerto a tutti gli ospiti anche un libretto con la riduzione in italiano e francese, per potere seguire al meglio.
Noi abbiamo assistito alla prima di Rigoletto, la nuova produzione di quest’anno, solo cinque cantanti – Rigoletto, Gilda, Duca di Mantova, Monterone/Sparafucile e Maddalena – ed un piccolo ensemble d’accompagnamento composto da pianoforte, violino e violoncello. La Traviata invece ruota attorno a solo tre ruoli – Violetta, Alfredo e Giorgio Germont – con lo stesso format. Protagoniste le voci, scelte di livello adeguato ed appropriate alle diverse parti, tutti con ottima pronuncia italiana. l cast di artisti cambia di sera in sera. Alla première di Rigoletto su tutti si è fatta notare Gilda che era interpretata dal bravo soprano d’origine armena Armelle Arménouhi Khourdoïan che ha già cantato tanto all’Opéra de Paris quanto alla Scala; bravi ma meno convincenti invece il baritono Marc Souchet, bel timbro ma che ancora deve maturare la parte per essere un davvero efficace Rigoletto, qui è con costume antico ma con gobba poco evidente, e lo stesso può dirsi del tenore Christophe Poncet de Solange, bella voce a cui ancora manca solo un po’ di carisma e brillantezza per essere l’irresistibile, affascinante quanto spregiudicato Duca di Mantova; godibili anche il baritono basso Jean Philippe Mc Clish, che ben interpreta prima Monterone e poi Sparafucile, e il mezzosoprano Sophie Pondjiclis come Maddalena.
Quanto all’accompagnamento musicale, la giapponese Yuko Osawa, pianista e maestra di canto, era affiancata al violino da Estelle Diep e al violoncello c’era Anne Mousserion.
La regia è di Patrizia Di Paolo e funzionano bene i movimenti che si avvantaggiano delle tante porte che collegano i diversi ambienti. Ci si sposta tra due sale, entrambe con pianoforte: nella prima, il Grand Salon, si sta in piedi mentre nell’altra, il Salon de Musique, ci si siede, guidati da una narratrice che lega i diversi momenti con poche, opportune parole di introduzione al contesto delle diverse scene. Nella prima scena gli artisti salutano e coinvolgono il pubblico in passi di danza come se veramente si fosse ospiti della festa a corte. Di ottima fattura i costumi realizzati dall’Atelier Nicolao di Venezia, creati appositamente per uniformarsi all’ambiente ma proprio per questo, complice la penombra, finiscono per confondersi con la tappezzeria ed hanno un po’ il sapore del vecchio, funzionano meglio quelli più semplici, di Gilda in sottana e di Maddalena e Sparafucile. Molto curato anche il gioco di luci.
Si replica, una volta al mese circa, sino a giugno.
Per maggiori informazioni: https://opera-palazzo.com/