Al Festival Verdi di Parma la versione in francese di “Macbeth”
di Alma Torretta
27 Set 2024 - Commenti classica
Nuovo allestimento del “Macbeth” di Verdi, in francese, al Festival Verdi di Parma, affidato a Pierre Audi, con la direzione musicale di Roberto Abbado. Interprete di lusso di Macduff Luciano Ganci. Successo e ottimo cast.
(Foto Roberto Ricci)
È cantata in francese, ma la versione parigina del Macbeth di Verdi del 1965 conserva tutta la sua debordante italianità negli accenti, grazie all’orchestra ed al coro, la Filarmonica Arturo Toscanini insieme all’Orchestra giovanile della Via Emilia diretti dal maestro Roberto Abbado ed il coro del Teatro Regio di Parma diretto da Martino Faggiani, che interpretano al meglio la musica di Verdi, ma anche ad cast di ottimi cantanti che hanno tutti infatti ottenuto una calorosa approvazione dal pubblico in sala.
Il nuovo allestimento affidato al francese Pierre Audi ha il merito di essere semplice, elegante, ben supportato dalle luci e solo da qualche oggetto scenico, rispettoso del libretto di Francesco Maria Piave, anche se alcune scene forse sono così minimali da sembrare d’assistere ad un’opera in forma di concerto. Scelta che è comunque preferibile a certe strampalate ricerche d’originalità a tutti i costi e che ha il merito di metter in risalto la parte musicale, con l’orchestra ricca di colori contrastanti, con qualche sapiente asprezza che ben esprime il gusto sempre agrodolce della vita, ben supportando sia le parti virtuosistiche dei cantanti quanto le potenti scene corali avvolte in un’atmosfera magica prima e intrise di sentimento patriottico dopo.
Nella parte di Macbeth ha debuttato Ernesto Petti che si è confermato uno dei migliori giovani baritoni d’oggi, noi lo avevamo già sentito e notato nell’Ernani ad Anversa dove era perfetto per la parte, davvero esaltante, qui ha dimostrato tutto il suo talento e sicuramente fra qualche anno potrà interpretare il ruolo ancora meglio, con un po’ più della necessaria maturità, comunque già davvero bravo e tanto espressivo anche se le scelte registe non lo aiutano a dare spessore al suo personaggio presentandolo a volte in modo un po’ troppo giovanile.
Tecnicamente brava anche il soprano russo Lidia Fridman ma purtroppo, come si sa, con un timbro non felice, molto aspro. È vero che Lady Macbeth non deve avere una bella voce dolce e melodiosa, ma soprattutto all’inizio la Fridman può infastidire, poi ci si abitua e ci si concentra di più sulle agilità e sulla luminosità degli acuti, incarna bene il personaggio e il pubblico del Regio di Parma la gratifica infatti con lunghi applausi.
Bellissimo timbro invece senza alcun dubbio quello di Luciano Ganci, qui interprete di lusso di Macduff, perfetto per il ruolo che, anche se la parte è piccola, si fa subito ammirare e riesce a dare ancora maggiore risalto al personaggio con la sua voce al contempo morbida, squillante, con le note più basse pure ben piazzate, e la sua interpretazione assai toccante di uomo a cui la coppia scellerata ha sterminato la famiglia spingendolo a combattere al fianco di Malcom, il figlio del re ucciso, l’altro tenore interpretato da David Astorga.
Ennesima buona prova anche del basso Michele Pertusi, che si alternerà con Riccardo Fassi nel ruolo di Banquo, la sua “Come dal ciel precipita” è esemplare, espressa con grave meditazione, assai commovente.
Per allestire Macbeth a Parigi, come si sa, Verdi dovette aggiungere un balletto che qui è presentato con pochi ballerini e le coreografie di Pim Veulings, dietro le grate dello sfondo, sembra quasi che diano vita ai pensieri tormentati e intricati dei protagonisti.
Il regista Audi, con la collaborazione di Michele Taborelli per le scenografie, le luci di Jean Kalman e i costumi di Robby Duiveman, hanno immaginato di proporre come prima scena una sala teatrale e l’effetto è suggestivo e funzionale nel fare entrare dentro la rappresentazione. Seguiranno semplici inquadrature più strette e colonne costruite con giochi di sipari e di luce, rosso sangue all’occorrenza, e la parte finale dello spettacolo è tutto giocato su uno sfondo a griglia che sembra rimanda al destino a cui nessuno può sfuggire.
I costumi richiamano per la maggior parte fogge ottocentesche e sono piacevoli, le streghe sono pure rappresentate eleganti, semplicemente in nero, e solo con delle moderne sedie che fanno girare. E con una sedia che ruota, tenuta stavolta da Macduff, l’uomo non nato da donna, si chiuderà alla fine significativamente il sipario.
Il Macbeth in francese è la prima nuova produzione operistica del Festival Verdi, quest’anno dedicato a Potere e Politica, iniziato lo scorso 21 settembre con la Verdi Street Parade, e che proseguirà tra Parma e Bussetto sino al prossimo 21 ottobre con nuove produzioni pure di Un ballo in maschera e La Battaglia di Legnano, con Attila in forma di concerto, e con il ricco programma di eventi collaterali “Verdi Off”.