“MoonDial” di Pat Metheny
di Giovanni Longo
26 Ago 2024 - Dischi
Il 26 luglio scorso è uscito l’ultimo album di Pat Metheny “MoonDial”. Il tour europeo “Dream Box-MoonDial” approderà anche in Italia in ottobre con sei tappe: Genova, Udine, Brescia, Milano, Bologna e Roma.
In piena estate, lo scorso 26 luglio, preceduto da una serie di anteprime di alcune delle tracce contenute nel cd (modalità ormai consueta da qualche anno per l’artista in questione), è uscito “MoonDial”, nuovo lavoro “in solitario” di Pat Metheny.
Ad appena un anno dall’uscita di “Dream Box” Metheny è tornato in sala d’incisione per fermare un momento particolare della sua ricerca sonora sulle potenzialità della chitarra baritono, utilizzando questa volta corde in nylon e non più metalliche.
La liutaia di fiducia Linda Manzer (che per lui costruì la celebre Pikasso) ha realizzato una nuova chitarra baritono con corde di nylon fornite da un’azienda argentina(Magma), uno strumento le cui caratteristiche e potenzialità sonore hanno entusiasmato Metheny al punto da convincerlo a introdurlo gradualmente già nel precedente tour americano di “Dream Box” e di renderne testimonianza con una nuova incisione e presentarlo dal vivo nel tour europeo Dream Box-MoonDial che approderà anche in Italia (Genova 29/10, Udine 31/10, Brescia 1/11, Milano 2/11, Bologna 3/11, Roma 4/11). Anche un semplice ascoltatore e appassionato, non addetto ai lavori sugli aspetti tecnici e sonori, potrà farsi coinvolgere dal suono di questo nuovo capolavoro di liuteria, che tra le sapienti dita di Metheny dispensa sincere emozioni tra inediti dell’artista, rivisitazioni ed echi di sue composizioni (This Belongs to you, Shoga, Falcon Love) riletture di brani jazz (You’re Everithing, Corea-Potter) e soprattutto del miglior repertorio pop , su tutte una distesa e toccante versione di Here, There and Everywhere di Lennon-Mc Cartney).
Ormai avanti nell’età, consacrato nella leggenda, in piena maturità artistica, Metheny sembra sentirsi a proprio agio e appagato in una dimensione introspettiva, in dialogo esclusivamente con le proprie suggestioni e il proprio strumento. I fans storici sicuramente apprezzeranno – le rivisitazioni di brani di altri artisti dischiudendo effettivamente nuovi orizzonti e “trasfigurando” gli originali – ma non possono sottrarsi alla nostalgia del Pat Metheny Group e del sodalizio con l’indimenticabile Lyle Mays). Certo è che la proverbiale prolificità del nostro autorizza a non escludere nuove sorprese.