Frida Bollani Magoni e Albert Eno incantano al Sant’Elpidio Jazz Festival


di Elena Bartolucci

9 Ago 2024 - Commenti live!

Un duo pazzesco, Frida Bollani Magoni e Albert Eno, che regala un concerto incantevole e fresco, fuori dai classici schemi del jazz.

Sant’Elpidio a Mare (FM) – Domenica 4 agosto, in occasione dell’edizione 2024 del Sant’Elpidio Jazz Festival, all’interno della cornice della meravigliosa piazza Matteotti del piccolo comune dell’entroterra fermano, è andato in scena il concerto di Frida Bollani Magoni e Albert Eno, un sodalizio musicale che è stato protagonista di numerosi tour.

Classe 2004, Frida Bollani Magoni inizia a studiare regolarmente pianoforte classico all’età di sette anni sotto la guida del maestro Paolo Razzuoli, che le insegna la notazione musicale in Braille, essendo lei ipovedente. Si dimostra col tempo non semplicemente figlia d’arte ma poliedrica musicista e cantante molto dotata. Il suo talento, che già da alcuni anni si sta rivelando al pubblico in una continua evoluzione, ha creato poi un espressivo sodalizio con Albert Eno. Vocalist dei Kismet, egli ha avviato il suo progetto solista nel 2018: una voce vigorosa e fremente, che col suo background pop-rock la sostiene nelle sue esplorazioni del repertorio extrajazzistico.

Già ospite del festival jazzistico tre anni prima, rispetto all’edizione del 2021 Frida ha dimostrato di avere certamente uno stile più maturo ed è stata in grado di spaziare in vari generi e ricreare mondi del tutto nuovi e moderni seppur partendo da canzoni ormai del passato, vista la sua giovane età.

L’incipit del concerto è stato affidato al chitarrista e cantante di origini venete, Albert Eno, che con diverse chitarre acustiche ha deliziato i presenti con alcune sue canzoni quali A kind of cure (una forma per curarsi e volersi bene attraverso la musica) e The wine red door.

Seppur la pronuncia in inglese non è sempre stata azzeccata, ha rimediato sicuramente grazie alla sua voce calda e molto intonata.

Con il terzo brano arriva sul palco anche la sua compagna di viaggio, Frida, che al piano e al sintetizzatore vocale crea una versione davvero particolare e suggestiva di Come as you are dei Nirvana.

Il concerto è proseguito in solitario con l’esecuzione di Seventeen, un brano che la stessa musicista ha scritto nel 2022 quando aveva soli 17 anni. La sua voce cristallina e l’ottima interpretazione lasciano poi spazio a un momento decisamente più sbarazzino grazie al brano Toxic di Britney Spears, proposto in una veste più melodica e jazzata che incontra a metà del pezzo di nuovo l’uso del sintetizzatore che, se in molti dei musicisti del panorama musicale attuale diventa quasi un elemento di disturbo, nel suo caso crea una serie di suoni di sottofondo molto interessanti.

La serata prosegue poi con The bridge, un’altra sua canzone del 2021, che parla della sua difficoltà come giovane cantautrice di trovare il cosiddetto special nei suoi brani.

Con il ritorno sul palco di Albert Eno, viene eseguito questa volta un altro suo pezzo intitolato The embrace scritto proprio durante il periodo della pandemia e successivamente Iron sky di Paolo Nutini, che ha significato molto per entrambi in due momenti diversi delle loro vite.

Dopo aver regalato un altro inedito di Albert Eno intitolato Broken pocket watch, i due hanno eseguito Wonderwall degli Oasis con incredibile maestria a livello acustico e coinvolgimento del pubblico.

Rimasta nuovamente sola sul palco, Frida ha dichiarato che avrebbe sempre voluto fare la polistrumentista e per questo, innamorata di uno strumento poco comune come il kazoo, ha giocato anche insieme al pianoforte regalando una divertente performance.

Dopo aver eseguito Blue, canzone scritta nel 2022 che parla di amici speciali, è passata a eseguire Caruso di Lucio Dalla, unica canzone in italiano della serata, reinterpretata in una notevole versione jazz in cui ha dato nuovamente prova di un’intonazione a dir poco pazzesca.

Prima di richiamare nuovamente sul palco il suo partner in crime, Frida ha deciso di sfruttare nuovamente il sintetizzatore per creare effetti incredibili per una versione molto armonica e particolarissima di Teardrop dei Massive Attack.

A conclusione del concerto, il duo ha deciso di eseguire Dark’n’Stormy di Albert Eno, ispirato all’omonimo nome del cocktail, che racconta però di due persone che inseguono i propri sogni, perché non è importante raggiungerli ma avere qualcuno accanto con cui condividerli.

Considerato i numerosi applausi del pubblico, entrambi i performer non si sono risparmiati regalando due ulteriori bis: una incantevole e magica versione dell’Hallelujah di Leonard Cohen ed Smells like teen spirit dei Nirvana, che seppur perde il graffio originale, acquista lentezza e al contempo bellezza in termini di esecuzione e melodia al piano.

Il talento unico di Frida è stato coadiuvato alla perfezione sul palco dalla bravura e dalla simpatia di Albert Eno: la timidezza e la comicità imbarazzata di lei fa sicuramente da contraltare alla disinvoltura ed esuberanza di lui, eppure l’unione dei loro strumenti e delle loro voci si calibrano alla perfezione, regalando un ottimo concerto che non rientra propriamente nei canoni classici del jazz.

Sant’Elpidio Jazz Festival è una storica rassegna del circuito Jazz di Marca organizzata dall’Assessorato alla Cultura e dall’associazione AMAT in collaborazione con Syntonia Jazz, per la direzione artistica di Alessandro Andolfi.

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