Ennio Morricone omaggiato al Macerata Opera Festival
di Alberto Pellegrino
7 Ago 2024 - Approfondimenti cinema, Approfondimenti live
In margine a “Notte Morricone”, l’affasciante omaggio a un genio della musica contemporanea tributato al Macerata Opera Festival, una riflessione sull’importanza del contributo dato al cinema dal geniale compositore.
(Foto del balletto di Luna Simoncini)
Notte Morricone è uno straordinario spettacolo andato in scena il 1° agosto 2024 in prima rappresentazione outdoor a “Macerata Opera festival” allestito dal Centro Coreografico Nazionale Aterballetto, un omaggio reso al grande compositore italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nel campo della musica in genere e in particolare nella musica applicata al cinema con la creazione di oltre quattrocentocinquanta colonne sonore composte tra il 1961 e il 2016.
Uno spettacolo affascinante e complesso nel segno della assoluta precisione e professionalità a cui ci ha abituato l’Aterballetto, ma questa volta si è trattato di qualcosa di più del solito spettacolo di danza, perché l’abile regia e coreografia di Marcos Morau ha assembrato prosa e ballo, alta scenografia tecnologica e un coinvolgente progetto luci di Marc Salicrù, a cui sono aggiunte la voce e le musiche di Ennio Morricone che ha continuamente dialogato con il suo “doppio” all’interno della sua abitazione che si trasformava via via in studio di registrazione, luogo d’incontro di amici e musicisti, tavolo per un accanito giocatore di scacchi.
Morricone non è stato solo un compositore che ha messo la sua creatività e la sua ispirazione al servizio di quella “fabbrica di sogni” che è il cinema, ma ha saputo essere un compositore intellettuale e un musicista “popolare” capace di comunicare emozioni e sentimenti, di condividere con tutti quella bellezza che era una dei suoi fondamentali ideali di vita.
Senza il suo contributo, il cinema sarebbe stato probabilmente un’altra cosa, certamente più povero di contenuti. Al di là dei grandi successi internazionali come Mission di Roland Joffé, The Untouchables – Gli intoccabili di Brian De Palma, Frantic di Roman Polański, Légami! di Pedro Almodóvar, Lolita di Adrian Lyne, è il cinema italiano che deve molto a Ennio Morricone grazie alla sua collaborazione con una serie interminabile di registi che hanno fatto la storia dell’arte cinematografica.
Ci limitiamo a ricordare alcuni autori e le loro opere principali come Luciano Salce (Il federale e La voglia matta), Marco Bellocchio (I pugni in tasca e la Cina e vicina), Bernardo Bertolucci (Prima della rivoluzione, Novecento, La luna), Gillo Pontecorvo (La battaglia di Algeri, Queimada, Ogro). Liliana Cavani (Galileo e I cannibali), Elio Petri (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, La proprietà non è più un furto, Toto Modo), Mauro Bolognini (Metello, Fatti di gente perbene, Libera, amore mio!, L’eredità Ferramonti), Giulio Montaldo (Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, L’Agnese va a morire), Paolo e Vittorio Taviani (Allonsanfàn), Valerio Zurlini (Il deserto dei tartari).
Sono stati in particolare tre grandi registi ad affidarsi al genio creativo di Morricone che con le sue musiche ha dato un’impronta particolare alle loro opere. Pier Paolo Pasolini, nella seconda parte della sua stagione cinematografica, si è affidato al compositore per le musiche di due capolavori come Uccellacci e uccellini e Teorema, per la sua trilogia letteraria Boccaccio, i Racconti di Cantherbury, Il fiore delle Mille e una notte, fino all’ultimo e tragico affresco ideologico di Salò o le 120 giornate di Sodoma, che ha di poco preceduto la drammatica conclusione della sua vita.
Sergio Leone è il regista che rivoluzionato il cosiddetto cinema d’avventura conferendole una carica di umanità e una profondità esistenziale, alle quali bisogna aggiungere l’invenzione di un nuovo linguaggio cinematografico che è stato pienamente valorizzato dalla creatività di Morricone, il quale ha scritto indimenticabili melodie valorizzate dall’originale uso della tromba solista e del vocalist.
Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa, C’era una volta in America fanno parte del nostro immaginario collettivo e, dopo sessant’anni, mostrano ancora tutto il loro valore e la loro attualità grazie anche a quelle note straordinarie che accompagnano e sottolineano le immagini che hanno rinnovato e rivitalizzato il genere western, tanto è vero che Quentin Tarantino, sempre attento osservatore del cinema italiano, ha scelto le musiche di Morricone sia per debuttare nel mondo del western con Django Unchianed, sia per il suo capolavoro The Hateful Eight, un film che stravolge un genere abituato ai grandi spazi e alle epiche cavalcate, riducendo l’azione in un ambiente claustrofobico usato come un palcoscenico per narrare una vicenda con la drammaticità e la violenza di una tragedia greca.
Un altro regista che si è affidato sempre e comunque a Morricone è Giuseppe Tornatore sia per i suoi capolavori assoluti (Nuovo Cinema Paradiso e La leggenda del pianista sull’oceano), sia per gli altri suoi film di qualità Stanno tutti bene, L’uomo delle stelle, Malèna, La sconosciuta, La migliore offerta, La corrispondenza, dove le colonne sonore svolgono un ruolo di fondamentale importanza.
Ennio Morricone ha creato un nuovo tipo di musica che per mezzo secolo ha dettato lo stile della musica da film, ma ha anche influenzato e ispirato un gran numero di musicisti, nell’ambito del pop, del rock, della musica classica e d’avanguardia, nel campo della canzone, dove lui stesso ha composto su testo di Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo Se telefonando uno dei capolavori del Novecento italiano. Ha avuto il grande merito di riuscire a coniugare i particolari linguaggi della musica e del cinema, a fonderli nella loro totale completezza, portandolo a primeggiare come artista di livello mondiale. Lo spettacolo dell’Aterballetto è stato quindi un doveroso e valido tributo al Maestro che con le sue musiche ha saputo riempito di note le nostre vite; ha dato voce alle cose che non si riescono a dire con le parole; ha dato sostanza ai nostri sogni e alle nostre memorie; ha svelato al mondo il misterioso segreto della bellezza.