Un fiume di applausi per “Notte Morricone” allo Sferisterio
di Elena Bartolucci
7 Ago 2024 - Commenti danza
Ottimo debutto per la nuova creazione del coreografo Marcos Morau, che convince su larga scala al Macerata Opera Festival registrando il sold-out.
(Foto di Luna Simoncini)
Macerata – Martedì 1° agosto, nel cartellone della stagione 2024 dello Sferisterio è stato inserito un chiaro omaggio al compositore Ennio Morricone, scomparso ormai quattro anni fa, grazie a un intenso e commovente spettacolo di teatro e danza della compagnia Aterballetto che ha registrato il tutto esaurito da diverse settimane prima.
Notte Morricone è una creazione del celebre coreografo e regista spagnolo Marcos Morau, che ha messo in scena un racconto complesso e frammentato in grado di raccontare l’estro e la genialità di uno dei compositori simbolo del cinema e della musica del Novecento.
“Ed è stato proprio il lavoro di scrittura, inteso come momento complesso e faticoso di ogni artista, il centro dello spettacolo: il silenzio, la solitudine, la concentrazione e l’ispirazione”.
Il palcoscenico dello Sferisterio era già animato prima dell’inizio vero e proprio: diversi ballerini erano infatti intenti nel creare una sorta di preludio per lo spettatore, di ciò che sarebbe appena andato in scena.
Pian piano le figure che prima avevano calcato il palco scompaiono e lasciano spazio al vero inizio sulla base di un breve mash-up di alcune delle musiche tratte dalle sue più celebri colonne sonore (come ad esempio Nuovo Cinema Paradiso, Mission, Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta in America, Gli Intoccabili, C’era una volta il west, Per qualche dollaro in più, Sacco e Vanzetti).
L’inconfondibile firma artistica della danza contemporanea portata in scena dalla compagnia Aterballetto si sposa perfettamente con la scenografia duttile ed esaustiva al tempo stesso (un semplice scrigno al centro del palco si trasforma sia in sala cinematografica che studio di registrazione – le scene sono state realizzate da Marc Salicrú, ideatore anche del magnifico disegno luci), che mette subito lo spettatore di fronte a un racconto abbastanza chiaro di chi era il Maestro Morricone, un uomo dai molteplici volti e caratteri.
Grande sincronia nei movimenti in ensemble piuttosto meccanici, sinuosi e ripetitivi dei 16 ballerini in scena hanno dato vita a diversi momenti interessanti, giocando anche con i vari elementi di scena quali il pianoforte, le classiche poltroncine dei cineteatri del passato che scappano via grazie alle rotelle che hanno creato una vera e propria danza e numerosi pupazzi da ventriloquo trasformati in piccoli cowboy in una plausibile sparatoria al rallenty, un chiaro omaggio ai numerosi spaghetti western di Sergio Leone che Morricone ha musicato.
I pochi momenti di staticità sono da ricollegare a stralci di racconto in cui i ballerini hanno dato voce alle parole del Maestro che, in diverse interviste o documentarti, è riuscito a raccontarsi nonostante fosse sempre molto schivo e non così propenso ad accettare i riconoscimenti a livello nazionale e/o internazionale. È stato struggente infatti sentire risuonare le sue parole del discorso di accettazione dell’Oscar per la Miglior Colonna sonora del film “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino, in cui con la voce rotta dalle lacrime non lesina ringraziamenti ai suoi stimati colleghi e soprattutto all’amata moglie Maria.
Di grande impatto la scelta di far vestire tutti i danzatori i panni di Morricone, i quali indossavano la sua classica divisa con le bretelle (i costumi portano la firma di Silvia Delagneau) e inforcavano quei grandi e inconfondibili occhiali neri. Una scelta a significare le molteplici e infinite sfaccettature di un musicista, un giocatore di scacchi e soprattutto un compositore che nel corso del tempo ha saputo regalare canzoni leggere che hanno scalato le classifiche italiane quali ad esempio “Abbronzatissima”, “Il mondo” o “Se telefonando” nonché colonne sonore che hanno determinato la cifra stilistica di pellicole entrate nell’Olimpo del mondo del cinema.
Un uomo che temeva di essere dimenticato senza sapere che, proprio grazie alla sua musica, sarebbe continuato a vivere per sempre.
Diventare prevedibile era una delle sue più grandi paure, ma ha saputo invece reinventarsi ogni volta imparando a “rubare” da altri generi seppur creando e mantenendo una propria identità musicale.
Seppur sono state lasciate fuori diverse arie e colonne sonore celebri, la creazione di Morau ha regalato una serata magica e commovente in cui, senza alcuna interruzione, per quasi un’ora e mezza di spettacolo, il pubblico ha ricordato sia l’uomo che il grande artista che era Ennio Morricone.
Un profluvio di applausi ha accolto i danzatori del Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto: Ana Patrícia Alves Tavares, Saul Daniele Ardillo, Estelle Bovay, Albert Carol Perdiguer, Sara De Greef, Leonardo Farina, Matteo Fiorani, Martina Forioso, Arianna Ganassi, Clément Haenen, Arianna Kob, Federica Lamonaca, Giovanni Leone, Ivana Mastroviti, Nolan Millioud e Giulio Pighini.
Le musiche di Ennio Morricone sono state riadattate, dirette e registrate da Maurizio Billi alla guida dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”.
Lo spettacolo, prodotto della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto con il Macerata Opera Festival, la Fondazione Teatro di Roma, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, il Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento, il Centro Teatrale Bresciano e il Ravenna Festival, comincerà la tournée internazionale dal Teatro Argentina di Roma spostandosi poi in giro per l’Europa.