Nietzsche e Cobain: due anime affini
di Elena Bartolucci
15 Apr 2024 - Commenti teatro
La lezione-spettacolo di Cesare Catà “Profumo di giovane spirito” indaga su due figure tanto controverse quanto assimilabili per i loro demoni interiori.
Bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante.
Sant’Elpidio a Mare (FM) – Venerdì 5 aprile, all’Auditorium Graziano Giusti del piccolo comune fermano è sceso sul palco Cesare Catà con una delle sue proverbiali lezioni intitolata “Profumo di giovane spirito”, incentrata su due figure cardine quali Kurt Cobain e Friedrich Nietzsche che, pur appartenendo a due epoche diverse, non si sentivano parte del loro mondo.
Tutto prende vita leggendo il testo in inglese della canzone Where did you sleep last night dei Nirvana: un breve incipit per iniziare a capire il tormento interiore del cantante Kurt Cobain.
Successivamente è stato molto interessante scoprire come molti personaggi nel corso della storia siano morti leggendo le pagine del libro Così parlò Zarathustra di Nietzsche (di cui verrà letto un piccolo estratto durante la serata): Emma Goldman, anarchica e attivista morta a Toronto nel 1940, Benito Mussolini quando morì nel 1945, Pasolini quando fu assassinato nel 1975 e lo stesso Cobain, cantautore e frontman della rock band Nirvana nota per il suo stile grunge, ritrovato morto suicida nel 1994.
È proprio da questo dettaglio così sorprendente che inizia a dipanarsi il racconto di Catà, che guida il pubblico in un viaggio alla scoperta di Cobain, divenuto suo malgrado una vera e propria icona degli anni Novanta e di quella che fu definita la generazione X.
Non era un semplice chitarrista e cantante della scena musicale alternativa degli anni ’90, ma si rivelò essere anche un poeta del suo tempo. Uno spirito profondo e fragile, che non si riconosceva nell’epoca in cui viveva sentendosi infatti un emarginato.
È propria questa la tipologia di essere umano che affascinava tanto Nietzsche (1844 –1900), noto filosofo, filologo e saggista tedesco, che ha segnato la storia della filosofia europea in quanto è riuscito a proporre una visione del tutto originale.
Massimo esperto di greco antico, decise di cambiare rotta e, allontanandosi dal mondo dell’insegnamento accademico, abbracciò il ramo della filosofia e, da completo autodidatta, creò poi quello che sarà il prospettivismo e tra le altre cose teorizzò il concetto dello spirito dionisiaco.
Prese a martellate la verità, la morale e la religione: cercò infatti di abbattere questi tre capisaldi dell’uomo occidentale e si sentì spronato a proporre un uomo nuovo con nuovi valori, il cosiddetto superuomo.
Il suo libro Così parlò Zarathustra avrebbe spaccato in due l’umanità e ancora oggi leggendolo si viene catapultati in un mondo di spaesamento che c’entra molto con la musica dei Nirvana.
La voce infranta e distrutta di Kurt è uguale a quella di un angelo torturato da Dio, che vive quello stesso inferno esplorato da Nietzsche.
La produzione musicale dei Nirvana fu molto rapida: la band realizzò infatti ben 3 album dall’88 al ’94, riscuotendo una risonanza inimmaginabile in quegli anni e registrando un incredibile impatto sul genere musicale rock alternativo.
I Nirvana inglobavano nei loro testi, crudi e pieni di rabbia ma potenti, proprio lo spirito grunge di sentirsi strani, sbagliati, stonati e fuori posto.
Anche Nietzsche fu molto prolifico e scrisse diverse opere in poco più di dieci anni prima di perdere completamente la testa in manicomio.
Lou von Salomé, scrittrice nonché una delle prime donne a praticare la psicoanalisi, descrisse gli occhi di Nietzsche come se fossero abitati dai demoni.
Lo stesso Kurt sentiva altre presenze dentro di sé a tal punto da non renderlo vivo e presente nel mondo in cui viveva. Nato da una famiglia disastrata, da giovane Cobain scoprì la sua vocazione per l’arte musicale grazie a una zia, creando poi una musica tutta sua che descriveva a pieno una generazione che, dispersa e alienata, non sapeva cosa volesse dalla vita e non comprendeva la società moderna in cui viveva. Anti-performer per eccellenza, non amava stare sul palco e in poco tempo la forte angoscia, che lo affliggeva e lo portava a cantare la disperazione per se stesso e la sua generazione, sfocerà nell’abuso di alcool e droghe che segneranno la sua definitiva condanna a morte.
Dall’altra parte, Nietzsche: nato da una famiglia umile, decise suo malgrado di studiare teologia come il padre pastore. Uomo insicuro, solo e grassoccio che, nonostante la sua riconosciuta genialità, ebbe una vita misera e nulla accade fino al suo tracollo mentale quando la gente iniziò ad accorgersi di lui.
Durante la serata sono state eseguite anche le canzoni Something in the way e Polly: il raffronto con l’inequivocabile voce di Cobain non è possibile, perché il tono disperato, quasi rauco e graffiante del frontman dei Nirvana non si può copiare. Notevole sicuramente l’impegno della cantante Sista Lu, molto intonata e centrata, il cui timbro e la modalità di esecuzione però cozzavano leggermente con il tipo di canzoni. Nulla da togliere in ogni caso anche all’ottimo accompagnamento musicale alla chitarra di Adriano Brando Alessandrini.
Seppur caratterizzata da pochi riferimenti dialettali tipici del modo di fare di Catà, la serata (facente parte del cartellone proposto dall’Associazione Lagrù) è stata molto interessante ed è volta al termine facendo assaporare le note della canzone Smells like teen spirit.
Una giusta conclusione per una lezione-spettacolo che ha sicuramente permesso alla maggior parte dei presenti di conoscere meglio la figura di Cobain come uomo e musicista e allo stesso tempo avvicinarsi alla difficile filosofia di Nietzsche. Rubando le stesse parole del mattatore in chiusura della serata… “Uno più grunge di Nietzsche non lo si trova da nessuna parte”.