Opera & Musical : l'esperimento di Fermo
17 Giu 2005 - News live
Sabato 18 giugno al Teatro dell' Aquila (ore 21) in programma una serata di grande fascino con lo spettacolo Opera & Musical (ad ingresso libero) prodotto dal Conservatorio Pergolesi .
Una iniziativa molto orginale dice il m Silvia Santarelli, direttore del Conservatorio – e penso anche molto piacevole, composta da una parte classica e da un'altra più moderna per offrire uno spaccato di due realtà entrambe presenti nella vita del nostro Conservatorio. La prima vedrà sul palcoscenico quattro cantanti professioniste che presenteranno arie d'opera con l'Orchestra del Conservatorio, mentre nella seconda verranno messi in scena momenti di Musical con il coinvolgimento di moltissimi giovani che frequentano i vari corsi. La parte musicale sarà a cura dall'Ensemble di Sassofoni del m Massimo Mazzoni, Domenico Cellini (percussioni), Federico Bracalente (violoncello), Marco Di Domenico (flauto), Antonio Mollicone (fisarmonica), Maria Pauri (pianoforte) in collaborazione anche con studenti del Liceo Classico Paolo VI per la danza.
Il primo tempo sarà diretto dal m Daniele Giulio Moles, collaudato direttore dell'Orchestra Pergolesi del Conservatorio che accompagnerà le esibizioni di promettenti voci quali quelle dei soprani Cinzia Paoletti e Anna Privezentseva, nonchè di due tra le più apprezzate cantanti del nostro territorio in carriera internazionale da anni, Stefania Donzelli e Rossella Marcantoni. Chiude la prima parte il Coro del Conservatorio formato e diretto dal m Maurizio Torelli.
Regista del secondo tempo Musical sarà invece Agnese Sartori.
Uno spettacolo poliedrico precisa Myriam Scotto de Santolo, docente di Letteratura poetica e drammatica – che vedrà l'accostamento originale tra generi musicali a toni lontani come direbbe un musicologo, dimenticando però che già Plauto aveva introdotto nelle sue commedie, oltre all'uso di contaminare due o più soggetti tra loro, l'alternanza tra parti cantate e parti recitate: i cantica e deverbia . Filologi e letterati (da Shakespeare con The Comedy of Errors che ricalca i Maenecmi, a Molière con L'Avaro tratto dall'Aulularia) hanno visto come ciò sia particolarmente gradito al pubblico di tutt'Europa; da qui poi i Singspiel e l'Opèra Comique. Il Musical appare quindi secondo questa lettura, il naturale prosecutore oltre oceano con stilemi e moduli propri, di una tradizione artistica che affonda le radici nella nostra terra. Un programma ricco ed articolato, frutto di una scelta stilistica che ha illustri precedenti nella storia dei generi poetico- musicali.
Intervista alla regista del musical Opera & Musical , Agnese Sartori docente di Arte Scenica,
da oltre 30 anni apprezzata regista teatrale in Italia e all'estero.
E' vero che saranno coinvolte pressochè tutte le classi?
Si, perchè in Conservatorio ci sono forze straordinarie e vitali che non vengono mai messe abbastanza in evidenza, parlo come insegnante di arte scenica, storia del costume, recitazione e drammaturgia musicale, materie finalizzate alla preparazione dei giovani cantanti d'opera.
Avendo alle spalle più di 30 anni di lavoro in teatro, come regista in Italia ed all'estero, ovviamente amo l'Opera e ne ho realizzato molte: è un'espressione d'arte totale come diceva Wagner; da anni, del resto, tengo master di specializzazione in performing arts anche presso università straniere.
Qui a Fermo ho organizzato anche piccole spedizioni con alcuni allievi (che lavoreranno nel Musical) per andare ad assistere, ad esempio al Maggio Musicale Fiorentino o alla Fenice di Venezia, ad opere particolarmente interessanti. Lo dico perchè amiamo molto l'opera e considero queste esperienze molto formative per gli allievi di canto. La scuola è l'inizio, il teatro viene dopo ed è tutt'altra cosa: esige dal giovane artista molto di più. Del resto lo studio del canto è molto lungo e difficile e la carriera in questo settore è assai ardua!
Perchè un musical invece di un'opera?
Ci sono alcuni motivi fondamentali. Il primo: la maturità delle voci. Come fare un'opera se ci sono al massimo 2 o 3 voci mature per cantarla? Gli allievi di canto sono più di 30: perchè lavorare per mesi ad uno spettacolo solo con 2 o 3 persone? Il secondo punto sono i sistemi finanziari, è un discorso decisamente difficile con i budget scolastici!!! Cercare sponsor, collaborare con altre istituzioni per realizzare scene e costumi è un obiettivo che presuppone problemi molto concreti .
In che consiste questo spettacolo?
La prima parte, molto interessante ed impagnativa, sarà in forma di concerto: un lavoro congiunto esclusivamente tra le classi di Canto e l'Orchestra del Conservatorio diretta dal m Moles che accompagnerà brani d'opera. Io ho curato invece la seconda parte. E' necessario premettere innanzitutto che nel nostro Conservatorio ci sono giovani speciali; alcuni suonano 2 o 3 strumenti, altri sanno cantare, recitare, ballare. Molti hanno studiato anche danza per anni. La televisione ci offre serate con giovani che seguono studi teatrali e musicali, un esempio di come si potrebbe lavorare, a parte lo spessore culturale, che per il Conservatorio deve rimanere importante. Quest' anno collaborano con entusiasmo alcuni allievi del Liceo Ginnasio Paolo VI di Fermo. Con loro stiamo cercando di avviare un progetto: in Conservatorio non esiste una classe di danza, è un lavoro tutto da costruire. Sarebbe buona cosa formare anche in questa disciplina un gruppo di allievi interessati e capaci. In questo spettacolo ci sono appunto pezzi di danze e idee coreografiche ispirate alla danza jazz ed alla ginnastica artistica che ripropongono, scenicamente, con evidenza, il lavoro del laboratorio di danza. Del resto si tratta di brani estrapolati da Musicals come Hair , notoriamente caratterizzati da uno stile libero e fantasioso da figli dei fiori , non certo ascrivibile o paragonabile alle forme chiuse , le forme rigide del balletto accademico. Nella produzione di spettacoli è un contributo prezioso.
Nel programma dello spettacolo appaiono molti nomi di docenti…
“Certo, il docente di Conservatorio è spesso “anche” un'artista! A differenza del docente universitario, che molto raramente lo è. Pur essendo laureata in materie musicali ed artistiche, ci tengo a sottolineare che insegnare materie culturali e montare uno spettacolo sono due professioni molto diverse! Il Conservatorio deve formare ARTISTI, non ignoranti certo, ma ARTISTI. Studiare drammaturgia e Storia dello spettacolo non è “MONTARE UNO SPETTACOLO”; infatti uno studioso non possiede necessariamente doti di creatività e vorrei sottolineare che per imparare a suonare e cantare bene ci vogliono comunque anni di studio! Provare per credere. Il resto son chiacchere. Tornando ai docenti, in questo Conservatorio c'è un team fantastico: hanno collaborato con me alla seconda parte competenza, creatività , gioia: dal m Mazzoni al m Torelli, il m Guidotti ed il m Silvestrini. E tanti altri docenti con classi capaci e giovani preparati non hanno potuto unirsi a noi, come la favolosa classe di Musica jazz del m Mancinelli! Del resto, se ci fossimo messi tutti insieme, facevamo crollare il Teatro! Vorrei aggiungere che un weekend a Londra, capitale europea assai vicina, potrebbe far capire come il Musical vada alla grande: teatri strapieni da anni; tutti le sere. Dobbiamo comunque tener presente che Il Musical ha grandi capacità di assorbimento per giovani con studi musicali e teatrali. Anche in Italia si sta diffondendo questo genere con grande successo.
Offriamo ai giovani una formazione utile per potersi inserire nel mondo del lavoro artistico! Ne hanno bisogno. E se lo meritano per i loro sforzi!
(a cura di Carmela Marani)