Al Regio di Parma successo per “Il trovatore”
di Fiorella Bonfigli
6 Ott 2023 - Commenti classica
“Il trovatore” al Festival Verdiano 2023, per la regia di Davide Livermore, che debutta a Parma, riscuote consensi. Successo personale per Clementine Margaine nel ruolo di Azucena.
(Foto di Roberto Ricci)
Parma – Teatro Regio – 1° ottobre 2023 – Seconda rappresentazione dell’opera “Il trovatore” di Giuseppe Verdi, su libretto di Salvatore Cammarano, tratto dal dramma El Trovador di Antonio Garcia Gutierrez, nell’ambito del Festival Verdiano 2023.
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma in collaborazione con il teatro Comunale di Bologna.
Il Trovatore fa parte della cosiddetta trilogia popolare, insieme a Rigoletto e La Traviata.
Nello straordinario tempio acustico del Regio di Parma è andato in scena l’opera nazional popolare della pira, delle incudini e del romanticismo, ma nello stesso tempo della sperimentazione, dei racconti di racconti, della contemporaneità, delle videoproiezioni, del fuoco che divampa ovunque senza mai vedere la pira. Essa è ovunque, brucia lontana all’orizzonte e i suoi fumi neri invadono l’aria rendendola irrespirabile in una periferia urbana abbandonata, violenta, in disfacimento.
In questo allestimento sembrano ben coabitare le due visioni.
L’Orchestra del Comunale di Bologna diretta dal maestro Francesco Ivan Ciampa, in linea con la regia di Davide Livermore, in maniera incisiva, ha ben sottolineato, attraverso timbri scuri, toni forti, nell’accompagnare le voci e nell’esaltarle nello svolgimento della storia.
Ha svolto bene la sua funzione il coro, pur se con momenti alterni.
Il cast è risultato ben assortito, scelto dal nuovo sovrintendente del Regio Luciano Messi, con la consulenza artistica di Alessio Vlad.
La protagonista Clementine Margaine nel ruolo di Azucena, scuote imperiosa la pianta del Regio con voce di grande volume e grande robustezza da farle avere un successo personale.
Leonora, ha la giovane, chiara, fresca e dolce voce di Francesca Dotto: bravissima.
Eccellente la prestazione del soprano Carmen Lopez che nel ruolo di Ines, ha cantato con maestria.
Buona la prova del tenore Riccardo Massi dall’ampia voce con negli acuti solidi e brillanti, un trovatore schietto simpatico e ammaliante, un po’ in balia dell’antagonismo fra suocera e nuora, che si addice poco al piglio eroico dello zingaro.
Dignitoso ma non irreprensibile il Conte di Giovanni Meoni, in sostituzione di Franco Vassallo, colpito da improvvisa indisposizione.
Superbo verdiano si conferma Roberto Tagliavini, che unisce alla bellezza del mezzo, tondo, pieno, morbido e gravido di armonici, un fraseggio sempre animato e pensante.
Corretti gli interventi del resto del cast.
La produzione segna il debutto di Davide Livermore a Parma: alla prima accolto da qualche dissenso.
Lo spettacolo ha momenti suggestivi, quali sfondi metropolitani, ruota panoramica, ponti che bruciano, palazzi in cemento, ciminiere che fumano, ecc. Piove una eterna pioggia radioattiva sulle eterne periferie degradate, e sulle eterne rovine industriali fumanti di bombardamenti ove s’aggirano loschi sgherri in inappuntabili completi di pelle e anfibi, capeggiati da baritoni in eterni cappotti e immancabili panciotti. È un perfetto e manieratissimo prodotto della sua bottega: Giò Forma alle scene, D-Wok ai video, Anna Verde ai costumi.
Non può mancare lo squallido ospedale di lettucci bianchi scrostati, che sostituisce l’originale convento oppure uno stuolo di pagliacci horror in un circo dal sapore felliniano, al posto degli zingari.
Fra sigarette e telefonate d’affari, il regista ha inserito tanti motivi di spunto rappresentando al meglio una favola senza tempo, trasformando il rigore del progetto Verdiano in un grande contenitore con dentro tanto realismo fatto di odio, rancore, vendetta.
La forza degli umili che si oppone all’arroganza dei grandi.
Il pubblico ha apprezzato molto lo spettacolo, con diversi minuti di applausi.
Si è replicato il 5 e si replica il 12 Ottobre.