“Aperitivo in Concerto”: tutto il programma milanese


4 Ott 2003 - News live

Aperitivo in Concerto 2003/2004
12 ottobre 2003 – 1 marzo 2004

Milano – Aperitivo in Concerto , la rassegna domenicale promossa e organizzata al Teatro Manzoni da Mediaset, Publitalia 80 e Fininvest con l'importante partecipazione di Chivas Regal, e in collaborazione con Mondadori, giunge al suo diciannovesimo anno di vita e continua a mantenere l'impegno preso di presentare al suo pubblico quanto di più attuale e valido esiste nella musica dei nostri tempi. La vasta molteplicità di codici e tradizioni culturali che sempre di più va allargandosi ai nostri giorni è stato l'oggetto principale di quella politica di innovazione, cosmopolitismo e spettacolarità che nelle ultime stagioni ha contribuito a un crescente consenso di pubblico e critica, e che ha mirato a realizzare delle vere e proprie istantanee della nostra contemporaneità (e anche oltre). Nata come stagione essenzialmente accademica, Aperitivo in Concerto ha progressivamente mutato le proprie sembianze, senza però cambiare i propri obiettivi, cioè di documentare e divulgare i vari sviluppi della contemporaneità al suo meglio, senza fastidiose etichettature o artificiose distinzioni fra generi. Appare insensato, infatti, che ai nostri giorni una rassegna di stampo accademico possa provare ritegno ad ospitare nello stesso cartellone, sullo stesso piano, Beethoven e Duke Ellington, Schà nberg e John Coltrane, Vivaldi e Atahualpa Yupanqui. Come ebbe a scrivere Kurt Weill, I have never acknowledged the difference between serious music and light music: there is only good music and bad music ( Non ho mai avvertito alcuna differenza fra la musica seria e quella leggera: esistono solo la buona musica e quella cattiva ). La conoscenza e la diffusione di tradizioni un tempo sconosciute, ignorate, sottovalutate o, più semplicemente, colonizzate; il macroscopico ampliamento dei confini linguistici ed espressivi; il grande sviluppo dei mezzi di comunicazione; l'apporto di nuove tecnologie; la ricerca di una creatività in cui impegno e intrattenimento sappiano coniugarsi: tutto ciò fa del panorama musicale odierno una stimolante esperienza di straordinaria varietà e significativa ricchezza. La stagione 2003/2004 di Aperitivo in Concerto -per il settimo anno consecutivo sotto la direzione artistica di Gianni Morelenbaum Gualberto– continua perciò a illustrare questa intrigante realtà , evidenziandone la complessità e la variegata molteplicità dei suoi aspetti.
Negli ultimi decenni, con la più approfondita conoscenza di molte altre tradizioni musicali extra-europee di valore, è mutato il tradizionale modo di porsi rispetto a quei fenomeni un tempo semplicisticamente definiti extra-colti. Altresì, il progressivo abbattimento delle barriere fra i generi ha permesso di modificare radicalmente la nostra concezione di contemporaneità , e di accogliere un vasto numero di esperienze creative in grado di arricchire anche il panorama accademico occidentale. Non deve dunque stupire che nel corso delle ultime stagioni Aperitivo in Concerto abbia attribuito un ruolo particolarmente significativo al jazz, linguaggio musicale avanzatissimo cui tanto deve il Novecento: vero e proprio precursore dell'integrazione fra linguaggi e culture diverse, il jazz è uno fra i massimi protagonisti culturali della nostra contemporaneità , nè più nè meno delle principali pagine di musica accademica che hanno arricchito il secolo da poco conclusosi. Non è dunque un caso che la rassegna abbia ospitato, nelle scorse edizioni, artisti del calibro di Dave Brubeck, Tommy Flanagan con Rufus Reid e Albert Tootie Heath, Charles McPherson con la Vanguard Jazz Orchestra, Max Roach e Cecil Taylor, Bobby Hutcherson, Uri Caine ed il suo Ensemble in ben due straordinari progetti (Goldberg Variations e The Sidewalks of New York), Abdullah Ibrahim, Bobby McFerrin, McCoy Tyner con Avery Sharpe e Al Foster, Johnny Griffin con Mulgrew Miller, Niels-Henning à rsted Pedersen e Alvin Queen, il quartetto di Jim Hall, Jon Faddis e la Count Basie Orchestra, Freddy Cole e la Woody Herman Orchestra, Ahmad Jamal, Andrew Hill & Point of Departure, Art Ensemble of Chicago, Terence Blanchard, Buddy DeFranco e Chicago Jazz Ensemble: eventi svoltisi in larga parte quando il jazz -musica che è fra i simboli della nostra contemporaneità – languiva non solo in una città come Milano, e ancora non conosceva l'attuale diffusione. Tant'è che alcuni fra gli artisti succitati hanno conosciuto un vero e proprio rilancio grazie alla loro esibizione sul palcoscenico del Teatro Manzoni. Altresì, Aperitivo in Concerto ospitava negli scorsi anni -spesso in prima italiana- un ampio numero di concerti dedicati alla musica di ricerca, ospitando gruppi ed artisti come Fretwork, London Sinfonietta, Piano Circus, Brodsky Quartet, Steve Martland Band, Evelyn Glennie, Phillip Johnston Ensemble (con Guy Klucevsek), Philip Glass, Icebreaker, Stefan Hussong, Apollo Saxophone Quartet, Blindman, London Saxophonic, Christian Lindberg, oltre ad artisti strettamente accademici ed altri più intimamente legati alla propria eredità etnico-culturale, come Ivan Lins, Maurice El Mèdioni, Carmen Linares, Jay Ungar, Manolo Sanlà car, Brave Old World, Klezmer Conservatory Band, il quartetto Jobim-Morelenbaum (da ricordare anche l'applaudito spettacolo del gruppo Morelenbaum2/Sakamoto), Dino Saluzzi, Blind Boys of Alabama, David Krakauer. Nomi che esemplificano l'obiettivo principale della rassegna: quello, cioè, di offrire molteplici, significativi e, soprattutto, originali punti di vista sulla contemporaneità e sui possibili approcci creativi ad essa. La stagione 2003/2004 di Aperitivo in Concerto si caratterizza perciò per un percorso che, rifiutando logori repertori e artisti istituzionalizzati, intende condurre attraverso una molteplicità di possibili interpretazioni dei nostri tempi e delle tradizioni che li hanno segnati. In un momento storico in cui il processo di globalizzazione culturale offre un fenomenale incremento di possibilità espressive ma, al contempo, espone al rischio di progressiva scomparsa le tradizioni locali, il programma della rassegna si sofferma particolarmente sulla cosiddetta glocalizzazione, sulla possibilità , cioè, di sfruttare i nuovi orizzonti linguistici prospettati dalla globalizzazione mantenendo contemporaneamente un forte radicamento nelle radici culturali originarie. Particolarmente indicativa a tal proposito è la presenza in cartellone di un musicista celebrato per la sua illimitata e teatrale inventività , come il compositore e sassofonista John Zorn che, a capo di Electric Masada (19 ottobre), un complesso formato dai più creativi musicisti della scena musicale di New York, introdurrà l'ultimo e più aggiornato capitolo della sua affascinante opera musicale, tesa a creare un ponte fra l'estatica e rigorosa tradizione musicale ebraica e la ricerca musicale oggi più avanzata. Compositore straordinario, Zorn sa esplorare un amplissimo ventaglio di opzioni linguistiche, estraendone un caleidoscopico affresco che va ben al di là dell'improvvisazione musicale e che rappresenta uno fra i più stimolanti e spettacolari risultati nel campo dell'indagine culturale contemporanea a tutto campo. Non meno interessante, in un ambito affine, si presenta l'esibizione del gruppo Diaspora Blues (23 novembre), guidato dall'eccellente e ben noto trombettista Steven Bernstein, che si avvarrà della partecipazione di un protagonista letteralmente leggendario della musica improvvisata, il grande sassofonista Sam Rivers, e che illustrerà un trascinante connubio fra le antiche tradizioni cantoriali ebraiche e la più libera improvvisazione jazzistica. Altresì, un pianista e compositore di altissimo rango come Wayne Horvitz (22 febbraio) -che per la prima volta in Italia si presenterà accompagnato dalla moglie Robin Holcomb, una fra le più significative ed affermate cantatutrici americane- esporrà la sua poetica e raffinata rilettura di alcune aree della musica popolare americana, laddove il jazz e la ricerca musicale si fondono con material tradizionali che da secoli si perpetuano nella complessa provincia statunitense. Aperitivo in Concerto , non casualmente, si aprirà (12 ottobre) con un evento in cui il dialogo fra culture e linguaggi, il raffronto aggiornato fra patrimoni tradizionali, è fonte vitale di ispirazione: il celebrato pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, fra i massimi protagonisti della musica improvvisata contemporanea, si esibirà assieme al complesso guidato da Joà o Bosco, raffinato compositore e cantautore brasiliano, nonchè eccellente chitarrista: accomunati da radici africane sviluppate in ambiti differenti, i due artisti elaborano una musica che spazia dal samba fino al jazz, intrecciandosi e talvolta allontanandosi per creare uno spettacolo che l'intensità delle interpretazioni e dei musicisti sul palco rende unica. Come già detto, il jazz ricopre un ruolo significativo nella programmazione della rassegna e, come negli anni precedenti, si presenteranno sul palcoscenico del Teatro Manzoni alcuni fra gli artisti più rappresentativi della nostra contemporaneità . E' il caso della straordinaria arrangiatrice, compositrice e pianista Carla Bley (2 novembre) che, a capo di un inusuale quartetto comprendente anche il grandissimo bassista Steve Swallow, rileggerà alcune fra le sue composizioni, che già da tempo le hanno valso un posto di rilievo nella Storia del jazz. Altrettanto di rilievo appare l'appuntamento con una formazione fuori del comune quanto profondamente espressiva: la Mingus Orchestra (nata da una costola della già ben conosciuta Mingus Big Band), creata e diretta da Sue Mingus, vedova del leggendario compositore e contrabbassista Charles Mingus, offre (16 novembre) inediti ritratti della geniale opera mingusiana, inserendo all'interno delle orchestrazioni jazzistiche (in questo caso eseguite da alcuni fra i migliori solisti della scena musicale di New York, dal sassofonista Seamus Blake al trombettista Alex Sipiagin, dal trombonista Frank Kuum-ba Lacy al pianista Orrin Evans) una serie di strumenti particolari come il fagotto o il corno francese. Questi non si limitano a sbozzare un generico colore , ma partecipano intensamente al tessuto improvvisativo, conferendo nuova veste alle splendide pagine del grande autore. Ne scaturisce un evento musicale del tutto fuori dell'ordinario, e cui partecipa la stessa Sue Mingus, nelle vesti inconsuete di maestro di cerimonia . Un altro momento particolarissimo sarà rappresentato dalla presenza di un grande artista ritrovato: torna in Europa, dopo circa quarant'anni d'assenza, il leggendario contrabbassista Henry Grimes (7 dicembre), letteralmente scomparso dalla scena musicale per decenni e più volte dato per morto. Grimes, sopravvissuto facendo i più disparati mestieri, non ha mai rinunciato del tutto alla musica, e lo dimostra il suo trionfale ritorno sulle scene americane, dove ancora una volta si è distinto per magistero strumentale e per spiccata creatività (che già gli hanno valso il Jazz Lifetime Achievement Award). Nella sua prima esibizione all'estero dopo la sua rinascita , il contrabbassista si presenta accompagnato da due vere e proprie icone della musica improvvisata contemporanea: il clarinettista Perry Robinson (che era presente nella prima incisione firmata da Grimes come leader, nel 1965) e il grande batterista Andrew Cyrille. Due eventi in cartellone si situano invece ai confini fra innovatività e rilettura, traendo dal passato innumerevoli spunti per arricchire la nostra contemporaneità . E' il caso dell'esilarante e teatrale Raymond Scott Orchestrette (29 febbraio), formazione che -composta da eccezionali virtuosi- da tempo si dedica alla riscoperta e divulgazione dell'opera compositiva di Raymond Scott, grande compositore americano conosciuto più che altro per le pagine utilizzate a commento dei cartoni animati della Warner Bros. Un'incredibile miscela di stralunata genialità , rigore, sapida invenzione, guizzi surreali, suoni inusitati, ricerca timbrica e swing caratterizza l'opera di questo compositore che, in tarda età , mai stanco di inventare nuovi strumenti e nuove sonorità , avrebbe persino creato l'inconfondibile sound della Motown: il concerto dell'Orchestrette ripercorre con analoga inventiva una serie di composizioni di affascinante creatività e che anticipano di un cinquantennio sia l'opera corrosiva di Frank Zappa che quella di John Zorn. Non meno inventivo è Brock Mumford (14 dicembre) il complesso che l'eccellente chitarrista Matt Munisteri, oggi uno fra i più apprezzati solisti americani nel campo della nuova musica , ha creato per celebrare con affetto, ironia e nessun compiacimento pseudo-filologico il periodo che fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso vide il jazz dilagare negli Stati Uniti e in Europa. Una rilettura intensa e raffinatissima la sua che si nutre di un'infallibile musicalità , di un teatrale senso dello spettacolo, di una ricerca accurata nell'ambito di un repertorio vastissimo, vario e affascinante: Brock Mumford (che prende il nome dal mitico chitarrista del non meno leggendario complesso del trombettista Buddy Bolden) non si limita a soddisfare la necessità dei ricordi che richiede il revival, ma dipana una matassa storica che rivela in tutta la sua ampiezza le molteplici connessioni storiche e culturale inerenti il jazz, in quel ponte fra Europa e Stati Uniti che il jazz stesso ha costantemente percorso in ambedue i sensi. Aperitivo in Concerto per tradizione non si pone il problema di etichette, generi o categorie: anche nella prossima stagione accoglie così diverse, diversissime voci della nostra contemporaneità . Le voci di due poeti del rock e dell'avanguardia musicale, Patti Smith, in un'inusuale esibizione (27 ottobre) interamente acustica e dedicata eminentemente alla sua immaginifica arte poetica nonchè alle sue pagine musicali più note e impegnate, e David Byrne (1 marzo), che concluderà la rassegna presentando un nuovo progetto: ripercorrerà anche le diverse tappe della sua straordinaria carriera artistica, ricostruendo così un intelligentissimo cammino musicale, fatto di curiosità , sofisticazione, ironia e un poetico senso del meticciato culturale. Ma anche la voce di un sofisticatissimo autore ed interprete come Elvis Costello (20 ottobre) che, dopo lunga assenza dai palcoscenici italiani, presenta la sua nuova opera discografica, North. Questi tre straordinari protagonisti della musica popolare del Novecento dimostrano, con il loro lavoro, come la nostra epoca abbia saputo mettere in luce valori che -pur non appartenendo all'accademia e anzi, non riconoscendovisi in alcun modo- hanno saputo raggiungere risultati altrettanto espressivi e poetici.
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PROGRAMMA

“Aperitivo in Concerto” 2003 – 2004

12 ottobre 2003 – 1 marzo 2004

12 ottobre 2003, ore 11.00
Tradizioni e innovazioni
JOĀO BOSCO GRUPO
Special Guest: GONZALO RUBALCABA
Joāo Bosco – chitarra acustica e voce
Gonzalo Rubalcaba – pianoforte
Nelson Faria – chitarra acustica
Ney Conceià āo – contrabbasso
Kiko Freitas – batteria e percussioni
Malabaristas do Sinal Vermelho

19 ottobre 2003, ore 11.00
Tradizioni e innovazioni
JOHN ZORN & ELECTRIC MASADA
John Zorn – sassofono contralto
Marc Ribot – chitarra elettrica
John Medeski – organo
Jamie Saft – tastiere
Trevor Dunn – basso elettrico
Cyro Baptista – percussioni
Kenny Wollesen – batteria
Electric Kehila

20 ottobre 2003, ore 21.00
CONCERTO STRAORDINARIO
Voices
ELVIS COSTELLO
Elvis Costello – voce e chitarra
Steve Nieve – pianoforte
North

27 ottobre 2003, ore 21.00
CONCERTO STRAORDINARIO
PATTI SMITH – Voices
Patti Smith – Voce e chitarra acustica
Oliver Ray – Chitarra acustica
Land

2 novembre 2003, ore 11.00
Il suono diverso del jazz
CARLA BLEY & THE LOST CHORDS
Carla Bley – pianoforte e organo
Andy Sheppard – sassofoni soprano e tenore
Steve Swallow – basso elettrico
Billy Drummond – batteria
Looking for America

16 novembre 2003, ore 11.00
Il suono diverso del jazz
THE MINGUS ORCHESTRA
Sue Mingus – ideazione e direzione
Kenny Rampton – tromba
Frank “Ku-umba” Lacy – trombone
Wayne Escoffery – sassofoni
Craig Handy – sassofoni
Douglas Yates – clarinetto basso
Michael Rabinowitz – fagotto
Bobby Routch – corno francese
David Gilmore – chitarra
Kenny Drew, Jr. – pianoforte
Boris Kozlov – contrabbasso
Donald Edwards – batteria
Tonight At Noon

23 novembre 2003, ore 11.00
Tradizioni e innovazioni
DIASPORA BLUES
Special Guest: SAM RIVERS
Steven Bernstein – tromba, tromba a coulisse
Sam Rivers – sassofoni tenore e soprano, flauto
Doug Matthews – clarinetto basso, contrabbasso
Anthony Cole – sassofono tenore, batteria
Chant

7 dicembre 2003, ore 11.00
Il suono diverso del jazz
HENRY GRIMES TRIO
Featuring: ANDREW CYRILLE
Perry Robinson – clarinetto
Henry Grimes – contrabbasso
Andrew Cyrille – batteria
The Call

14 dicembre 2003, ore 11.00
Echi di un'epoca: fra arte e entertainment
MATT MUNISTERI & BROCK MUMFORD
Matt Munisteri – chitarra acustica, voce
Will Holshouser – fisarmonica
Jon-Erik Kellso – tromba e cornetta
Jenny Scheinman – violino
Danton Boller – contrabbasso
Quincy Davis – batteria
It's Swell
(ricordando gli anni Venti e Trenta)

22 febbraio 2004, ore 11.00
Tradizioni e innovazioni
WAYNE HORVITZ & ZONY MASH ACOUSTIC TRIO
Special Guest: ROBIN HOLCOMB
Wayne Horvitz – pianoforte e organo
Robin Holcomb – voce
Timothy Young – chitarra
Keith Lowe – contrabbasso
Andy Roth – batteria
American Bandstand

29 febbraio 2004, ore 11.00
Echi di un'epoca: fra arte e entertainment
RAYMOND SCOTT ORCHESTRETTE
Michael Hashim – sassofoni soprano e contralto
Rob Thomas – violino
Will Holshouser – fisarmonica
Brian Dewan – cetra elettrica, fisarmonica, koto, voce
Deidre Rodman – pianoforte
George Rush – contrabbasso, tuba
Clem Waldmann – batteria
Pushbotton Parfait
(Da Bugs Bunny alla Pop Art)

1 marzo 2004, ore 21.00
CONCERTO STRAORDINARIO
Voices
DAVID BYRNE GROUP
New Works
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TEATRO MANZONI
via Manzoni, 42 – Milano
tel.: 0276000231/0276020543

CONCERTI DOMENICALI: ORE 11.00
CONCERTI DEL LUNEDI': ORE 21.00

CONCERTI DOMENICALI
Biglietto intero: 10,50 ridotto: 7,75
In vendita alla cassa del Teatro prima del concerto
Posti numerati

Abbonamento ai 9 concerti domenicali: 90.00
Abbonamenti alla cassa del Teatro Manzoni
dal 15 settembre 2003 dalle ore 10.00 alle ore 18.00,
dal lunedì al venerdì
Posti numerati

CONCERTI STRAORDINARI DEL LUNEDI' SERA
Biglietto unico: 18,00
In vendita alla cassa del Teatro prima del concerto
Prevendita: 20,00
Alla cassa del Teatro dal 1 ottobre 2003
Posti numerati

Abbonamento ai 3 concerti straordinari: 50,00
Abbonamenti alla cassa del Teatro Manzoni
dal 15 settembre 2003 dalle ore 10.00 alle ore 18.00,
dal lunedì al venerdì
Posti numerati

Info:
TEATRO MANZONI
via Manzoni, 42 – Milano
tel.: 027636901


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