Una intensa “Lucia” trionfa alla Scala
di Gianluca Macovez
9 Mag 2023 - Commenti classica
La Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, in scena alla Scala di Milano dal 13 aprile al 5 maggio 2023, è stata un’edizione meritatamente acclamata. Trionfo per la protagonista Lisette Oropesa.
(ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala)
Milano 29 aprile – ‘Lucia di Lammermoor’ in un primo momento avrebbe dovuto inaugurare la Scala nel 2020, ma il Covid scompaginò le carte ed il progetto è stato ripreso in questa stagione, con i protagonisti originariamente previsti: Lisette Oropesa e Juan Diego Florez.
La prima dello spettacolo è stata trasmessa da Rai 5 in leggera differita ma la visione televisiva penalizza fortemente l’allestimento: finalmente uno spettacolo nato per il teatro, dopo tanti lavori magnificamente telegenici, che hanno popolato le stagioni d’opera dei principali teatri non solo italiani.
‘Lucia’, proposta nella edizione critica di Gabriele Dotto e Roger Parker, ha senso nella sala del Piermarini, dove le sculture che popolano la scena assumono un valore descrittivo mai prevaricante, la foresta con i grandi alberi suscitano suggestioni intense, le masse si muovono con misura e raffinatezza, le voci corrono, incuranti di microfoni e post-produzioni.
È uno spettacolo che va visto nel suo insieme: ‘Lucia’ è vicenda collettiva, rito sacrificatorio che Yanis Kokkos colloca in una dimensione metafisica, fuori dal tempo ma nella storia.
Il regista effettua uno studio profondo sui personaggi, che risultano credibili, alieni da stereotipi e da sovrastrutture.
Davanti ai nostri occhi prendono forma una Lucia autenticamente donna, decisa a difendere i propri diritti, costretta a capitolare davanti ad un matrimonio imposto, ma orgogliosamente determinata a non venire a compromessi con i sentimenti; un Edgardo prima innamorato, poi sofferente, che cerca la morte come dono; un Raimondo di grande spessore, anche grazie alla riapertura di alcuni tagli, che soffre con disagio il conflitto fra convenzioni e partecipazione emotiva; un Enrico cinico, spietato, ostinato e determinato a calpestare i sentimenti della sorella; persino Normanno, normalmente figura di secondo piano, diventa pedina credibile della vicenda.
I filmati di Eric Duranteau sono suggestivi e non prevaricanti.
Riccardo Chailly ha proposto, come si diceva, la versione originale del lavoro, con la riproposizione dell’armonica a bicchieri, ma soprattutto è riuscito a proporre una narrazione drammatica, intensa, che non rimane intrappolata dagli effetti virtuosismi e che è stata declinata in una tavolozza di sfumature, sublimate dall’orchestra che ha saputo rispondere con puntualità alle richieste del direttore: molto suggestivi i corni, che nei preludi degli atti annunciano con crescente consapevolezza la conclusione della storia; astrale nella sua purezza l’arpa, che accarezza l’animo della protagonista; di grande leggerezza l’accompagnamento l’incontro fra Lucia ed Edgardo; coinvolgente il concitato e controllato clamore della firma del contratto matrimoniale; fino allo strazio conclusivo dello sposo mancato, accarezzato dagli strumenti che cercano di placare la sua sofferenza, condividendola.
Il coro, diretto da Alberto Malazzi, risponde con bravura alle aspettative, alle volte mostrandosi un po’ esuberante nei pezzi d’insieme, ma distillando una suggestiva tavolozza di colori e suggestioni.
Passando alle voci la prova, positiva, di Giorgio Misseri, Normanno, decisamente credibile anche scenicamente, è in crescendo.
Valentina Pluzhnikova, che fa parte degli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala, è una Alisa dalla voce scura, potente e sicura.
Leonardo Cortellazzi, Arturo, è vocalmente appropriato, brillando nelle note più ardue, ma non carismatico nella recitazione.
Boris Pinkhasovich offre una prestazione caratterizzata da una voce più potente che espressiva. Il suo Enrico è monolitico, schiacciato da obblighi e convenienze, alieno dai sentimenti fraterni.
Michele Pertusi è un basso dalla lunga carriera, che può vantare una voce omogenea, dal colore suggestivo, sicura negli acuti, ricca di sfumature. Il Raimondo che costruisce con bravura è intenso sia vocalmente che scenicamente, e riesce ad assumere un ruolo autorevole nella narrazione.
Su Diego Florez si è aperto una sorta di dibattito trasversale, perché alcuni melomani ritengono che la sua voce non abbia il peso richiesto dalla partitura. Sicuramente il tenore è più a suo agio nel repertorio rossiniano, che nel ruolo ingrato di Edgardo ed è vero che nei grandi pezzi d’insieme la sua voce non emergeva, forse anche per l’oceanica prova del coro. Nelle arie solistiche, però, la voce correva sicura, fino alle ultime file della platea, raggiungendo senza problemi le note più alte, sicura negli acuti, raffinatissima nei filati, intensa nell’espressione. I fiati erano prodigiosi, il lavoro sulla parola commovente. Il personaggio che ne è esce è capace di sfumature intense, mai scontate, che passa dall’amore alla rabbia, dalla delusione al dolore, capace di regalarci una esecuzione memorabile, che dimostra ancora una volta la grandezza artistica di uno dei più raffinati tenori del nostro tempo.
Lisette Oropesa è una Lucia interessantissima. Non cade nella trappola del virtuosismo di tradizione, ma regala trilli, smorzature, scale, acuti solidissimi e sovracuti di abbagliante bellezza, ponendo ogni nota al servizio del testo, del personaggio, che viene tratteggiato con una tavolozza di colori inebriante, un lavoro minuzioso sul testo, che porta a scavare ogni frase, a sublimare ogni accento.
Alla fine, acclamazioni meritatissime per tutti, con particolare entusiasmo per il coro, Pertusi, Florez e Chailly ed un trionfo mirabolante per la Oropesa.
LUCIA DI LAMMERMOOR
Dramma tragico in tre atti
Musica di GAETANO DONIZETTI
Libretto di SALVATORE CAMMARANO
- Direttore RICCARDO CHAILLY
- Regia, scene e costumi YANNIS KOKKOS
- Luci VINICIO CHELI
- Video ERIC DURANTEAU
- Collaboratrice del regista e drammaturga ANNE BLANCARD
Personaggi e interpreti:
- Enrico: BORIS PINKHASOVICH
- Lucia: LISETTE OROPESA
- Edgardo: Juan DIEGO FLOREZ
- Arturo: LEONARDO CORTELLAZZI
- Raimondo: MICHELE PERTUSI
- Alisa: VALENTINA PLUZHNIKOVA
- Normanno: GIORGIO MISSERI
- Maestro del Coro ALBERTO MALAZZI
- Orchestra, Coro del Teatro alla Scala
NUOVA PRODUZIONE DEL TEATRO ALLA SCALA