“Non svegliate lo spettatore”: un intenso viaggio nel mondo di Ennio Flaiano, con Lino Guanciale
di Elena Bartolucci
29 Apr 2023 - Commenti teatro
La poliedricità di Lino Guanciale insieme al commento musicale e alla regia di Davide Cavuti hanno conquistato letteralmente il pubblico in sala con lo spettacolo “Non svegliate lo spettatore”.
Montegranaro (FM) – Venerdì 21 aprile presso il Teatro La Perla di Montegranaro è andato in scena il meraviglioso recital intitolato “Non svegliate lo spettatore” in cui Lino Guanciale ha dimostrato di essere un attore davvero poliedrico.
Se si decide di andare a teatro per sognare, l’unico vero problema è il rischio che lo spettatore si addormenti. Oppure no? Quale metodo migliore se non far usare un campanaccio enorme a un volontario del pubblico? Da utilizzare solo ed esclusivamente quando viene pronunciata una determinata frase.
Tutto lo spettacolo è incentrato sulla figura di Ennio Flaiano. Un uomo dalle mille storie che nessuno della sua epoca ha saputo davvero apprezzare quando era in vita e le cui opere sono state poco valorizzate persino dopo la sua scomparsa: vincitore del primissimo Premio strega con l’unico libro che abbia mai scritto, grande inventore di aforismi e freddure famosissime, giornalista nonché celebre sceneggiatore per il teatro e il cinema.
La stessa enciclopedia Treccani gli ha dedicato un lemma specifico: “Flaianite” ossia la tendenza a citare o attribuire, talvolta anche a sproposito, battute e aforismi dello scrittore e giornalista Ennio Flaiano (1910-1972).
Guanciale ha iniziato questo recital leggendo un frammento di una critica di Flaiano a un Amleto di Carmelo Bene per passare poi all’Alfabeto dell’automobilista. Quest’ultimo è un pezzo divertente ma incredibilmente attuale che tratta il tema del caos del boom economico e della crescente produzione di macchine.
Un altro assaggio della penna e dell’estro moderno di Flaiano vengono dati con la lettura della Lettera al sindaco, in cui vengono snocciolati diversi problemi come le strade con le buche, i problemi con le linee telefoniche, le piante secche lungo i marciapiedi e il passaggio di cavi elettrici e fogne. Un testo dal sapore incredibilmente contemporaneo che non lascia affatto pensare che sia stato scritto addirittura nel 1961: Flaiano è come un fratello maggiore, il quale è cresciuto con il boom economico che ha plasmato il sistema economico ma che ha saputo anticipare i tempi e le problematiche future dandogli voce con le sue storie e i suoi film.
Guanciale regala una prima batteria di aforismi per poi deliziare gli spettatori cantando Azzurro nella versione originale di Paolo Conte, dimostrando un’ottima prestazione a livello canoro.
L’attore sul palco racconta anche di come nel 1960 debuttò lo spettacolo “Un marziano a Roma” scritto per il teatro con la regia di Gassman. Erano grandi le aspettative per Flaiano, conosciuto dal grande pubblico come lo sceneggiatore di Fellini, ma fu talmente un fiasco, che lo stesso autore dichiarò ai giornalisti che l’insuccesso gli aveva dato alla testa.
Fu infatti uno dei più grandi fiaschi del teatro contemporaneo e la critica non fu per nulla clemente con Flaiano, il quale diede tutta la colpa a Gassman. Guanciale ha infatti letto un breve scambio di lettere tra i due, in cui entrambi scaricavano le proprie responsabilità alla controparte.
Lo spettacolo prosegue poi con alcune lettere tra Fellini e Flaiano tratte da diversi anni. Lo stesso Guanciale ha ammesso il piacere di curiosare negli epistolari degli artisti del passato per scoprirne dettagli sconosciuti andando al di là della mera figura del personaggio. Le lettere fanno emergere al contempo una forte amicizia e un enorme astio tra i due. Dopo una carrellata di grandi successi al cinema, il loro rapporto andò in crisi alimentando alcune vecchie ruggini. Se prima si consideravano come fratelli, poi il rapporto si era inasprito. Eppure, ben 10 anni dopo La dolce vita, Flaiano andò a una proiezione del film in occasione del suo decennale e dovette ammettere la grandezza di quella pellicola elogiando l’opera cinematografica del grande Maestro. Una lettera disinteressata in cui emerge una serie di complimenti a profusione eppure carica di sentimenti in cui resta evidente la forte ammirazione incondizionata e l’incredibile umiltà di Flaiano.
Lo spettacolo prosegue sulle note di “Mi sono innamorato di te” per raccontare non tanto la tragicità della morte di Luigi Tenco che fu un vero e proprio shock epocale, ma quanto quel gesto portò lo stesso Flaiano a riflettere. L’autore di grandi successi si interrogò molto sul senso della vita e di come lui stesso non avrebbe mai potuto compiere un gesto così brutale in particolare per l’incredibile amore per la figlia, gravemente disabile.
Guanciale passa poi a leggere le parole di Flaiano tratte dalla sua ultima intervista prima della morte, in cui dichiarò principalmente di non invidiare nessuno e che il suo più grande sogno era quello di avere il tempo di parlare, condividere e amare.
Per smorzare un po’ i toni, Guanciale legge una seconda batteria di aforismi insieme ad alcuni celebri strafalcioni di Peppino Amato, storico produttore di Flaiano.
Successivamente viene dato spazio alla fisarmonica del maestro Davide Cavuti, il quale ha eseguito dal vivo alcune delle musiche più celebri dei film di Fellini.
Nel passaggio successivo Guanciale racconta brevemente la trama di “Tempo di uccidere”, unico romanzo scritto da Flaiano, di cui viene letto solo l’incipit per far assaporare ancora una volta il forte spirito liberale e la grande inventiva di un uomo dal gusto contemporaneo.
Il libro fu un grande successo di pubblico e critica e, vincendo appunto il Premio strega quasi all’unanimità, cambiò la vita di Flaiano a partire dal 1947. Il settore dell’editoria gli chiese nuovi romanzi ma lui non ne scriverà altri per rispetto dei grandi romanzi e delle grandi storie come i Promessi sposi.
Preferì il mondo del cinema al quale regalò innumerevoli capolavori come I Vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8 ½ o Guardie e ladri.
Guanciale decide poi di fare un delicato omaggio a Flaiano che parla dell’amore purissimo verso la figlia che lui stesso definì “la vita della vita mia”: uno spaccato poco sconosciuto e tenuto nascosto al grande pubblico, di cui Guanciale ha regalato una struggente interpretazione, delicata e appassionata al tempo stesso.
Per salutare il pubblico, dopo una ulteriore performance canora accompagnata dalla fisarmonica a bocca, Guanciale ha letto l’ultima batteria di aforismi e ha concluso urlando “Coraggio che il meglio è passato”, frase per cui viene suonato definitivamente il campanaccio in platea.
Guanciale ha dimostrato di essere un attore davvero poliedrico, capace di uscire spesso dal personaggio per poi ritornare a vestire i panni e la voce di Flaiano inforcando semplicemente un paio di occhiali.
La scenografia molto elegante e sobria è stata messa in risalto da un’illuminazione pulita e ben pensata, che ha saputo regalare i giusti toni caldi alla serata.
Lo spettacolo dalla struttura dinamica e veloce riesce a tenere sicuramente sveglio lo spettatore: Guanciale ha dimostrato una incredibile facilità nel saper gestire diversi dialetti e dinamiche differenti, che vengano lette, raccontate o semplicemente emulate da alcune parole o gesti.
Come dichiarato nelle note alla regia: “Il viaggio con Flaiano (e il suo taccuino) è un prezioso insegnamento per affrontare le nuove sfide: un diarista originale a cui nulla sfuggiva della spontanea idiozia dell’esistenza, e non solo, contribuendo alla comprensione di quanto ci circonda”.
La bravura di Lino Guanciale insieme al commento musicale e alla regia firmati da Davide Cavuti riescono a proiettare il pubblico con grande semplicità e spessore nel mondo della letteratura, del cinema e del teatro di un grande uomo come Ennio Flaiano.
Lo spettacolo, prodotto da Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Stefano Francioni Produzioni, è l’ultimo titolo in cartellone in abbonamento promosso dal comune di Montegranaro e AMAT con il sostegno di MiC e Regione Marche.
Esattamente così, condivido ogni singola parola gentile Elena, uno spettacolo illuminante che porta alla mia conoscenza un Ennio Flaiano pressoché ignorato (a parte gli obblighi scolastici) fino alle 21.10 di mercoledì 24 maggio, in un teatro Colosseo sotto la Mole Antonelliana (e secchiate di pioggia).