Teatro della Fortuna di Fano: 4 recensioni della Stagione di Prosa
di Giosetta Guerra
31 Mar 2023 - Commenti teatro
Recensioni di 4 spettacoli visti al Teatro della Fortuna nell’ambito della stagione di prosa organizzata dal comune di Fano e AMAT: “Stanno sparando sulla nostra canzone”, “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, “Manola”, “Perfetti Sconosciuti”.
“Stanno sparando sulla nostra canzone”
Una black story musicale di Giovanna Gra
- Scene e regia di Gra&Mramor
- Musiche di Alessandro Nidi
- Con Monica Pivetti, Cristian Ruiz e Brian Boccuni
16.12.2022 – Non è difficile capire cosa faccia in strada una donna un po’ discinta sotto un lampione di notte.
Non è difficile intuire il comportamento di due uomini, per di più gangster, che se la contendono.
Alterchi, sparatorie, morti per la predominanza del maschio spinto dal sesso, alternanza di violenza verbale e di tenerezza da parte della donna, sballottata tra prostituzione e amore.
I tre personaggi si muovono in modo molto naturale e rendono credibile la storia. La recitazione è precisa e la gestualità appropriata, la Pivetti è padrona del palcoscenico e si impone per la sua personalità artistica. Anche Ruiz e Boccuni vestono molto bene i panni dei due pretendenti/contendenti.
Purtroppo, una scena troppo buia non favorisce la visione della vicenda.
Un altro difetto della pièce è quello di aver fatto cantare attori non cantanti.
Chi ha paura di Virginia Woolf?
Dramma in tre atti di Edward Albee, tradotto da Monica Capuani.
Teatro realista con aperture verso il teatro dell’assurdo.
Una sorta di cage aux folles dove non succede nulla di eccitante.
- Con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini.
- Scene di Annelisa Zaccheria.
- Costumi di Graziella Pepe.
- Luci di Simone De Angelis.
- Musiche e suono di Franco Visioli.
- Regia di Antonio Latella.
28.02.2023 – Sonia Bergamasco, la protagonista, emerge per versatilità e abilità interpretativa. L’attrice passa dall’euforia al pianto, dall’esaltazione alla disperazione, dalla castità alla volgarità, dalla fedeltà alla trasgressione, dall’amore coniugale al tradimento, dall’amore materno alla tristezza dell’abbandono con straordinaria dimestichezza del gesto e della parola e con maestria nell’uso di vari registri vocali, richiesti dai repentini cambi di umore, frutto di uno scavo profondo del personaggio. Il tutto intriso di incontrollabile follia, di risate isteriche e strabordanti. La sua voce è ora sguaiata ora morbida, ora stridula ora palpitante, ora gracidante ora querula e nel pianto si avverte anche il respiro mozzato e il risucchio delle lacrime e del fluido nel naso. Una vera lezione di stile.
Tutti interpretano in modo superbo la loro parte, rispettando i ritmi serrati e il carattere dei personaggi, con dizione precisa e gestualità appropriata.
Purtroppo, tre ore di follie reiterate sono un po’ troppe sia per gli spettatori che per gli attori. È vero che la ripetitività acuisce l’ossessività, ma sta al regista alleggerire e variegare la pièce per renderla meno pesante.
Nel secondo atto, definito la notte di Val Purgis, non c’è nulla di mefistofelico o di estremo, cosa che invece dal regista Antonio Latella mi sarei aspettata, visti i suoi precedenti con la Tosca di Macerata. Invece tutto procede sulla stessa linea dall’inizio alla fine, con gli stessi abiti e gli stessi ambienti.
In una scenografia minimalista fatta di un pianoforte, un divano e una tenda verde come pareti, la notte di sesso, di trasgressione e di esplosione degli istinti del secondo atto si può solo intuire.
Va sottolineata, tuttavia, la bravura di tutti gli attori sia sul piano espressivo che su quello gestuale con una chicca finale: l’attore della seconda coppia, Ludovico Fededegni, si rivela un provetto pianista, eseguendo un lungo brano classico da concerto (a meno che non sia un brano registrato).
Manola
- Di Margaret Mazzantini.
- Con Nancy Brilli, Chiara Noschese.
- Regia di Leo Muscato.
- Produzione Enfi Teatro – Teatro Il Parioli.
03.03.2023 – In una scenografia sontuosa, ma poco illuminata, divisa in tre ambienti che si illuminano al bisogno in modo differenziato, si muovono due sorelle, che si alternano nel raccontare le loro storie.
Entrambe, rivolte al pubblico, parlano con una inesistente Manola, ma non c’è nessun dialogo tra di loro, nonostante siano nella stessa stanza.
Le personalità opposte delle due sorelle si rispecchiano anche nell’abbigliamento: rosso sexy per la più esuberante e scafata, interpretata da una scintillante Nancy Brilli, scuro e castigato per l’altra, introversa e paranoica, interpretata da una eccellente Chiara Noschese.
Qualche intermezzo musicale ha alleggerito la pièce: “Que reste-t-il de nos amours” di Charles Trenet e la più famosa aria del “Rinaldo” di Haendel, “Lascia che io pianga”, che la Noschese cerca di cantare in modo comico.
La recitazione di entrambe è serrata e il ritmo incalzante. Un lavoro massacrante per le due bravissime attrici, alle prese con un testo cervellotico e a volte difficile da seguire, anche a causa di una dizione non sempre chiara.
Il pubblico si è divertito molto e ha risposto positivamente con risate e applausi.
Perfetti Sconosciuti
La sincerità porta male.
- Uno spettacolo di Paolo Genovese.
- Con Dino Abbrescia, Alice Albertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Anna Ferzetti, Valeria Solarino.
- Scene di Luigi Ferigno.
- Costumi di Grazia Materia.
- Luci di Fabrizio Lucci.
- Produzione Nuovo Teatro, diretta da Marco Balsamo e Leone Film Group, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana.
25.03.2023 – In un salotto ben arredato, con prevalenza del colore rosso, alcuni amici con consorte, tranne uno che è solo, si riuniscono per passare una serata in allegria. Qualcuno suggerisce di fare un gioco col cellulare. Tutti devono mettere il cellulare sopra il tavolo, lasciando il vivavoce. Lasciamo immaginare cosa può succedere con questa scelta scellerata. Tutti gli altarini escono fuori e mettono in difficoltà le coppie.
Lo spettacolo è ben costruito con le giuste pause e un ritmo scorrevole, la conversazione è amichevole con battute ironiche e gag esilaranti, ma talvolta l’ambiente si riscalda a causa dell’imbarazzo di alcuni e l’insistenza di altri.
Gli attori gestiscono bene questa situazione particolare e fanno divertire moltissimo il pubblico. Il disagio provato da chi riceve telefonate particolari infonde ilarità negli ascoltatori e tutta la serata è stata un susseguirsi di gag e risate.
Una maggiore luminosità della scena avrebbe favorito la fruibilità della vicenda.
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Approfondimenti
A proposito di “Chi ha paura di Virginia Woolf?” potete leggere, nel nostro magazine, anche la recensione di Alberto Pellegrino, in occasione dell’andata in scena dello spettacolo al Museo delle Muse di Ancona: https://www.musiculturaonline.it/successo-di-chi-ha-paura-di-virginia-woolf-per-la-regia-di-antonio-latella/
A proposito invece di “Perfetti Sconosciuti” potete leggere il commento del film omonimo recensito per noi da Elena Bartolucci: https://www.musiculturaonline.it/?s=Perfetti+Sconosciuti