Grande successo per la prima mondiale di “Animal Farm” ad Amsterdam


di Alma Torretta

8 Mar 2023 - Commenti classica

Al National Opera & Ballet di Amsterdam un magnifico “Animal Farm” con la regia di Damiano Michieletto. “La Fattoria degli animali” di Orwell diventa opera con la musica di Alexander Raskatov.

(Fotografie di © Ruth Walz)

Una storia, purtroppo, ancora sempre attuale quella degli animali di una fattoria che si ribellano ai loro padroni ma poi, conquistato il potere, finiscono per comportarsi come gli umani, sfruttando e uccidendo i loro stessi simili. Il capolavoro di George Orwell, pubblicato nel 1945, era un sogno nel cassetto da tempo del regista Damiano Michieletto che ne ha finalmente realizzato un’opera ed il risultato è duro, con le immagini forti di un macello, con coltelli, grembiuli insanguinati e tritacarne, ma insieme anche poetico nel raccontare sogni di libertà, d’amore ed eguaglianza che però presto si rivelano illusori. Ma nulla appare eccessivo, ben rispecchia la satira di Orwell, con le scene essenziali di Paolo Fantin ed i meravigliosi costumi di Klaus Bruns, con un tocco anche di ironica dolcezza che fa sorridere mentre ti mostra la trasformazione, con conseguenti azioni orribili, di chi ha conquistato il potere. Ma convince, innanzitutto,  anche la musica del compositore Alexander Raskatov anch’essa assai dura, dissonante, stridente, con incursioni nel jazz ed anche nel mondo dei crooner per una canzone d’amore, che pure richiama nel canto i diversi versi degli animali, dal grugnire del maiale al ragliare dell’asino, e sia la Netherlands Chamber Orchestra che il Chorus of Dutch National Opera e tutto il cast di interpreti, ricco anche di alcuni controtenori, sono bravissimi a seguire Raskatov in un tale difficile percorso di sperimentazione di timbri e suoni con  molte note sovracute. Sul podio, bravissimo, il giovane direttore d’orchestra libanese-polacco Bassem Akiki, che ha già diretto diverse nuove composizioni per la Monnaie di Bruxelles, qui controlla e dosa benissimo un così ricco insieme di suoni e voci assicurandogli la necessaria fluidità e coerenza.

Per Raskatov, compositore russo con radici ebraiche e memorie familiari di purghe staliniane, il totalitarismo è quindi storia vissuta, profondamente personale, e si sente. Lo stesso compositore, che sempre ad Amsterdam ha già riscosso un grande successo nel 2010 con l’opera “A Dog’s Heart”, ha voluto trarre il libretto, in inglese, dal lavoro di Orwell con l’aiuto dello scrittore ed esperto librettista Ian Burton.

I primi ad apparire sono il fattore Jones (il tenore Marcel Beekman) ubriaco che, incapace di stare in piedi, letteralmente striscia dietro la moglie (il soprano Francis van Broekhuizen), con gli abiti volgari e il trucco eccessivo di un travestito. Poi si apre la scena in marmo bianco, come le pareti dei macelli, con gabbie e grandi ganci appesi su dei binari scorrevoli per il trasporto delle carcasse. Gli animali, che appaiono più umani dei veri umani, sono vestiti come dei poveri operai e delle maschere bellissime ne distinguono la specie ma anche, insieme agli studiatissimi movimenti, il carattere. Emergono presto come protagonisti della rivolta il maiale Napoleon (il baritono Misha Kiria, bravissimo nel ruolo) che si trasformerà in un dittatore alla Stalin; il Vecchio Maggiore (il basso Gennady Bessubenkov), maiale invece saggio ed idealista; Snowball, palla di neve (il tenore Michael Gniffke), altro maiale, rivoluzionario sincero, che diventerà il capro espiatorio di tutto quello che non funziona nella  gestione animale; e poi c’è il maiale Squealer, il propagandista, in italiano tradotto come il Clarinetto o la Trombetta (il tenore James Kryshak) che dice solo mezze verità se non il falso.

Come si sa, i personaggi della Fattoria degli animali sono tanti e la storia complessa e ricca di rimandi alle storture delle rivoluzioni del Novecento, nell’opera Animal Farm si è necessariamente semplificato ma la ricchezza della proposta e degli spunti è comunque lo stesso tale che il lavoro meriterebbe di essere visto più volte per apprezzarne in pieno tutti i dettagli.

Tra i cavalli abbiamo Boxer (il baritono Germán Olverai), lavoratore instancabile che finirà sfruttato pure dagli altri animali; l’amorevole cavalla Clover (il contralto Helena Rasker) la cavallina Mollie (il soprano Holly Flack), sempre in pose seducenti, che si accarezza di continuo la bella criniera ornata da un fiocco rosa, che abbandonerà gli amici e la loro rivoluzione solo per qualche carezza sul muso e qualche zolletta di zucchero di un altro fattore. Non si può non notare il corvo Blacky (il soprano Elena Vassilieva), poi c’è l’asino rassegnato, e cinico, Benjamin (il controtenore Karl Laquit); il maiale poeta asservito al potere Minimus (il controtenore Artem Krutko), ci sono le galline, le pecore, eccetera eccetera, davvero troppo lungo citarli tutti, ma tutti bravissimi, anche i ragazzi del New Amsterdam Youth Choir che regalano dei divertenti coretti.

La trasformazione degli animali da schiavi a rivoluzionari ad oppressori è sottolineata dal cambio degli abiti e degli arredi, sempre più lussuosi e scintillanti. A sottolineare l’importanza della propaganda, arriverà in scena una grande macchina tipografica ed il tradimento delle leggi, che gli animali stessi si erano dati e che avevano scritto sulle pareti, è evidenziato aggiungendo l’eccezione che tutto giustifica: “Nessun animale ucciderà un altro animale” diventa “Nessun animale ucciderà un altro animale senza motivo” e, solo per citare un altro esempio, a “Tutti gli animali sono uguali” viene scritto accanto “ma alcuni sono più uguali degli altri” e così via. Slogan anche scritti con luci al neon, che sono però tra le idee meno originali dello spettacolo. Le luci colorate di Alessandro Carletti ben sottolineano infine i diversi passaggi di situazione ed il finale di uno spettacolo a cui alla première è stata  tributata la standing ovation.

È una coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, la Wiener Staatsoper e la Finnish National Opera and Ballet, ed ha aperto ad Amsterdam anche le giornate di approfondimento sull’opera contemporanea dell’Opera Forward Festival.

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