A Jesi una stagione lirica nel segno della tradizione/innovazione


8 Ott 2007 - News classica

di Alberto Pellegrino

La 40° Stagione lirica del Teatro Pergolesi si apre e si chiude nel segno della grande tradizione operistica con la rappresentazione di La bohème (12/13/14 ottobre) e della Lucia di Lammermoor(30 novembre-1/2 dicembre). La più popolare tra le opere diGiacomo Puccini, diretta dal M° Carlo Montanaro, ritorna nel teatrojesino dopo l’edizione del 2001 con un nuovo allestimentoprodotto da un pool formato da Fondazione Pergolesi Spontini,Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, Teatri S.p.A. di Treviso,Teatro dell’Aquila di Fermo.
La prima novità è costituita dal fatto che il castè formato da giovani interpreti selezionati su circa 400cantanti: il ruolo di Mimì è affidato ai soprani Elena Monti e Antonella De Chiara, Rodolfo è interpretato dai tenori Giorgio Berrugi e Piero Pretti, il ruolo di Musetta è coperto dai soprani Manuela Cuccuccio e Daniela Schillaci, Marcello è interpretato dai baritoni Gabriele Spina e Dionisio Sourbis, Schaunard è Francesco Berna e Colline è Alessandro Spina.
L’altra novità è rappresentata dalla messa in scenaideata dal regista, scenografo e costumista Ivan Stefanutti, che hadeciso di trasportare la vicenda dal 1830, alla Parigi vivace eanticonformista degli anni Trenta, quando il mondo culturaleinternazionale della capitale francese era animato dalla presenza diPicasso, Sartre, Cocteau, Prévert, Henry Miller, Man Ray,Hemingway, per cui l’intera opera è stata concepita comeun film girato in bianco e nero secondo gli stilemi del cinema francesea cavallo fra le due guerre mondiali. Questa nuova veste nontoglierà nulla allo straordinario fascino di questo drammalirico, anzi darà un sapore diverso a quel tessuto melodico,alla oggettiva bellezza di quelle tematiche musicali ricorrenti checonferiscono una grande forza lirica all’insieme sorretto anchedalla qualità letteraria del libretto di Luigi Illica e GiuseppeGiacosa, due drammaturghi di razza che hanno tratto la vicenda dallacommedia di Murger La vie de la Bohème, versione teatrale del romanzo Scènes de la vie de Bohème.

La Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, composta nel 1835 su libretto di Salvatore Cammarano tratto dal romanzo La sposa di Lammermoordi Walter Scott, è un dramma lirico che apre una nuova stagionelirica, perché la musica donizettiana non solo conservare lospirito romantico del romanzo, ma riesce a rappresentare coneccezionale efficacia sia la travolgente e impossibile passione amorosadi Lucia ed Edgardo, sia lo scontro violento tra i vari personaggi cheescono tutti sconfitti dalle loro stesse passioni. Non bisogna nemmenodimenticare la capacità degli autori di collocare la vicenda inun preciso contesto storico-politico e il fascino che deriva da quelcolore notturno che circola in tutta l’opera e ne esalta la cupadrammaticità.
Sotto la direzione del M° Vito Clemente, una schiera di validi interpreti a cominciare dal soprano Valeria Esposito (Lucia), per passare ai baritoni Stefano Antonucci e Gian Paolo Ruggeri (Enrico Asthon), ai due tenori Bulent Bezduz e Shalva Mukeria (Edgardo), al tenore Israel Lozano (Arturo) e al basso Giovanni Furlanetto (Raimondo).La regia è stata affidata a Italo Ninziata, mentre le scene ecostumi sono di Pasquale Grossi. Un importante novità ècostituita dal fatto che si tratta del primo allestimento del Circuito di produzione lirico-sinfonica,costituitosi recentemente sotto l’egida della Regione Marche eformato dalla Fondazione Pergolesi Spontini, Fondazione Teatro LaFortuna di Fano, Teatro dell’Aquila di Fermo e Teatro VentidioBasso di Ascoli Piceno.

Il ritorno al Teatro Pergolesi del Verther di Massenet
La seconda opera in cartellone è il Werther(7/9/11 novembre), dramma lirico di Jules Massenet che manca dalpalcoscenico jesino da 18 anni e che ritorna con un nuovo allestimentoprodotto dalla Fondazione Pergolesi Spontini e dal Teatrodell’Opera di Nizza. La regia, le scene e i costumi sono diPaul-Emile Fourny, direttore artistico e sovrintendente del Teatrodell’Opera di Nizza, che nel 2006 ha messo in scena una bellaedizione di Rigoletto. La direzione è affidata al M° Donato Renzetti, mentre gli interpreti sono Antonio Gandia (Werther), Anna Bonitatibus (Charlotte), Vittorio Prato (Albert), Rocio Ignacio (Sophie).
Il libretto di Blau, Milliet e Hartmann, ispirato al romanzo I dolori del giovane Wertherdi Goethe capolavoro del primo romanticismo, da cui rimane lontane perle ovvie semplificazioni richieste dalla struttura operistica; essotuttavia si adatta perfettamente alla partitura che Massenet ha scrittotra il 1885 e il 1887 (l’opera è andata in scena con uncerto ritardo, prima a Vienna nel 1892,poi a Parigi nel 1898).Caratterizzata da una forte vena melodica, l’opera èambientata alla fine del Settecento ed è incentratasull’amore infelice di Werther perdutamente innamorato dellacugina Charlotte, che tuttavia deve sposare il giovane Albert perrispettare il giuramento fatto sul letto di morte alla madre. Dopo lenozze, Werther è sempre più in preda alla disperazionemalgrado Sophie, sorella di Charlotte, cerchi di consolarlo, il giovanemedita pensieri di morte e cerca rifugio altrove. A Charlotte giungonoinfuocate lettere d’amore di Werther e la giovane ne èprofondamente turbata anche se è decisa a restare fedele almarito. La situazione precipita con l’improvviso ritorno diWerther, perché Charlotte, sul punto di cedere al suo amore,trova la forza di respingerlo ancora. Il giovane si uccide nella nottedi Natale e Charlotte, che è accorsa per salvarlo e che lo trovamorente, inutilmente gli confessa il suo amore e può soloraccogliere la sua ultima volontà: ricordarlo sulla sua tomba datutti disprezzata. L’opera incentrata sulla infelice passione deidue protagonisti, dopo una notevole popolarità goduta nellaprima metà del Novecento, ha subito una certa flessione diconsensi e appare più raramente nei cartelloni lirici, per cuibisogna riconoscere ai responsabili della stagione lirica jesina ilmerito di aver inserito nel programma questo melodramma che presentaarie e brani musicali di grande valore: fra le altre ricordiamol’esordio di Werhter “Je ne sais si je veille”, il brano orchestrale “Clair de lune” che precede il dialogo fra Werther e Charlotte, la frizzante aria di Sophie “Prère, Voyez le beau bouquet!”, il monologo d’apertura del terzo atto “Werther! Werther!” di Charlotte, seguito dalla più celebre romanza “Pourquoi me réveilòler, o souffle du Printemps”, infine la sinfonia del quarto atto “Le nuit de noel”e la grande scena finale d’amore in cui si fondono acuto dolore etravolgente passione, ben sostenuti da un sottile e continuocontrappunto orchestrale. Massenet è certamente il maggiorerappresenta dell’opera francese fin de siecle, in cuiconfluiscono la fisionomia, l’etica, la cultura di quellaborghesia che tra la fine dell’Ottocento e il nuovo secoloè stata la protagonista assoluta della vita sociale, economica eculturale del paese. Attratto in un primo tempo dal Romanticismosociale e dal Naturalismo, ma lontano dalla freddezza analitica di unEmile Zola, il compositore unisce “l’artedell’emozione” con quella physiologie des passions che gli permette di scrutare a fondo le passioni e le menti dei personaggi, riuscendo a manifestare una sensiblerieacuta fino al dolore. Massenet mostra straordinarie capacitànarrative derivati da un continuo rapporto parola-musica, plasmando unnuovo linguaggio melodrammatico grazie alle idee melodiche poste incontinuo riferimento con la parola. A questi bisogna aggiungere unagrande fantasia inventiva e una costante eleganza di scritturamusicale. Il teatro musicale di Massenet tiene conto di tutte lecomponenti culturali del suo tempo dall’Impressionismo alDecadentismo, il simbolismo intimista e l’intera Art Nouveaudalla pittura di Moreau e Redon alle decorazioni di Lalique eGallé). Il suo polimorfismo, che guarda all’Oriente e alMedioevo, alla Classicità e al Settecento, trova la sua sintesiproprio nel Liberty di cui Massenet è stato il massimoalfiere musicale: la sua poetica rimane sempre legata alla nostalgia,al sogno, al ricordo, per cui la sua introspezione del mondo liricodella memoria fa da battistrada allo stesso Proust. Tutto il mondomusicale di Massenet si fonda sulla triade passato-presente-futuro: temps perdu, mémoire involontaire, temps retrouvésono presenti nelle opere di Massent, ne costituiscono il temaconduttore, il filo capillare che lega tutta la sua produzioneartistica.

Il circuito regionale di produzione lirica
Questa 40° stagione è caratterizzata anchedall’esordio ufficiale di una nuova istituzione culturale chevede riunite quattro città marchigiane (Jesi, Fano, Fermo eAscoli Piceno) dalle grandi tradizioni musicali, sedi di altrettantoprestigiosi Teatri storici già impegnati in una programmazioneoperistica di qualità. Il progetto è certamenteambizioso, in quanto prevede la produzione e la creazione di uncircuito musicale in modo da formare un sistema culturale capace divalorizzare i teatri storici già sedi di stagioni operistiche edi coinvolgere, in una fase successiva, altri teatri della regioneinteressati all’attività lirica.
La Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, la Fondazione Teatro dellaFortuna di Fano, il Teatro Comunale dell’Aquila di Fermo, e ilTeatro Comunale Ventidio Basso di Ascoli Piceno hanno firmato unprotocollo d’intesa che si propone di incrementarel’offerta cultura sul territorio regionale riducendo inotevolissimi costi di produzione, di “fare sistema” perarrivare alla creazione di un unico polo regionale di produzione ecircuitazione delle opere liriche con questi obiettivi prioritari:
• rispondere alla domanda di genere musicale presente sulterritorio, allargando l’offerta di proposte musicali eoperistiche;
• offrire agli spettatori un prodotto culturale altamente qualificato;
• razionale e ridurre al massimo i costi di produzione;
• aumentare nel tempo l’impiego di professionalitàtecniche e artistiche maturate all’interno della nostra regione;
• coinvolgere, oltre alla Regione Marche, le istituzioni locali edesponenti dell’economia privata per il reperimento delle risorseeconomiche necessarie a promuovere le attività previste;
• costituire un tavolo tecnico permanente per il coordinamento ela programmazione della produzione e circuitazione musicale.


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