Musica e videogame: un binomio che ha fatto e continua a fare storia
a cura della Redazione
28 Dic 2022 - Approfondimenti live, Varie
Analisi dell’evoluzione dell’uso dei suoni e della musica nei videogame per aumentare il grado di coinvolgimento del pubblico alla stessa maniera delle colonne sonore dei film.
Se si parla di videogiochi, il primo pensiero va alle grafiche, alle animazioni e alle trame che animano questi passatempi così amati, eppure c’è un altro elemento altrettanto importante in grado di decretare parte del successo dei vari titoli, ossia la musica. Basti pensare a colonne sonore rimaste impresse nella mente degli appassionati, da quella di Super Mario Bros alle canzoni che hanno accompagnato le varie edizioni di FIFA, capaci di resistere ai decenni e di diventare un elemento simbolo dei singoli giochi. Ma perché la musica è così importante nei videogame?
La musica alle origini dei videogame
La musica è un elemento centrale sin dalla fase di progettazione dei videogiochi, dal momento che l’aspetto sonoro può risultare fondamentale per creare il giusto coinvolgimento e accompagnare le azioni di gioco, adattandosi dunque al meglio allo stesso genere videoludico. Assieme alla grafica e all’interattività, dunque, la colonna sonora permette di offrire la migliore esperienza possibile ai giocatori, favorendo il successo del titolo sul mercato.
Negli anni, ovviamente, molto è cambiato dal punto di vista della composizione delle musiche per videogame, anche per una questione di tecnologie applicabili al settore, tuttavia sin dalle origini dei giochi elettronici le software house hanno fatto a gara a utilizzare le soundtrack più avvincenti. Nell’epoca dei giochi a 8 bit, le limitazioni erano fortissime e infatti le musiche risalenti a queste prime esperienze videoludiche risultano estremamente semplici, ciononostante molte di esse vengono tuttora ricordate a memoria da chi in quegli anni era solito fermarsi nei bar e nelle sale dotati di giochi arcade o possedeva già una console domestica. Il passaggio ai 16 bit ha migliorato sensibilmente la qualità della musica applicata ai videogame, ma è soprattutto con i giochi a 32 e 64 bit, quindi dalla metà degli anni ’90, che si sono iniziate ad ascoltare colonne sonore più complesse e vicine al mondo cinematografico. Soprattutto i titoli con plot più articolati e molti cambi di scena, hanno cominciato a inserire più tracce sonore utilizzando sia composizioni originali che brani già famosi, proponendoli all’interno di stazioni radio in game, come nel caso di GTA, oppure come sottofondo alle fasi di preparazione di match sportivi, come invece accaduto nel già citato FIFA.
Musica e suoni nell’era dei giochi digitali
Negli ultimi anni il mondo dei videogiochi ha conosciuto un’evoluzione incredibile, sia dal punto di vista della qualità complessiva e della user experience che della velocità di introduzione delle innovazioni. Il digitale ha infatti permesso all’industria videoludica di sfruttare tantissime nuove opportunità, creando soluzioni molto più immersive e coinvolgenti anche in termini di gameplay. In questo grande cambiamento un ruolo di rilievo spetta anche alla musica, che a sua volta si è migliorata per alimentare ancora di più l’aspetto emozionale del gioco.
Le colonne sonore dei giochi più avanzati che possiamo trovare online, come per esempio MOBA del calibro di Fortnite e League of Legends, non hanno nulla da invidiare a quelle dei film più avvincenti e il loro valore viene oggi riconosciuto anche all’esterno dell’industria videoludica, tanto che la stessa Recording Academy, per bocca del CEO Harvey Mason jr., ha di recente annunciato che i prossimi Grammy Awards premieranno anche la categoria “Best score soundtrack for videogames”.
Musica classica per ambientazioni fantasy, hard rock per le battaglie più cruente, melodie inquietanti per gli scenari horror, ma anche musiche studiate ad hoc per stimolare l’attenzione di chi ama sedersi al tavolo da roulette virtuale e puntare sui suoi numeri preferiti, ogni tipologia di gioco e ogni singolo momento hanno le proprie sonorità perfette e questo ormai sound designer e compositori lo sanno benissimo. Anzi, oggi grande valore viene attribuito non soltanto alla musica in senso stretto ma anche a singoli suoni e rumori, parte integrante della soundtrack e frutto di un lavoro a dir poco certosino.
Tanto per fare un esempio, gli sviluppatori del gioco dei Pokémon sono stati abili a studiare i versi dei singoli mostriciattoli e a renderli unici e inconfondibili, aggiungendo un valore incredibile all’intero gioco che senza quei particolari suoni non avrebbe probabilmente lo stesso appeal e non creerebbe lo stesso tipo di coinvolgimento nel giocatore chiamato a lottare contro i nemici. Oppure, tornando a FIFA e agli altri giochi di sport, pensiamo a quanto siano oggi accurati cori da stadio e telecronache, allo scopo di far tuffare ancora di più l’utente nell’atmosfera del match. Musica e rumori sono dunque in grado di cambiare il nostro modo di percepire immagini e azioni e di modificare anche il nostro stesso stato d’animo, portandoci a vivere quelle scene in maniera molto più realistica ed emozionante, un modo per staccarci dalla realtà e far sì che almeno nel momento del gioco le diverse sensazioni possano prendere il sopravvento. Il parallelo con il cinema, già più volte citato in precedenza, è quindi tutt’altro che casuale: l’obiettivo delle colonne sonore è infatti il medesimo e simili sono le emozioni che è possibile vivere davanti allo schermo, ancor più oggi che i giochi hanno raggiunto livelli grafici del tutto vicini alla realtà.