Plácido Domingo applaudito all’opera di Liegi
di Alma Torretta
6 Nov 2022 - Commenti classica
Omaggiato a Liegi Plácido Domingo, l’artista dalla grande carriera, indipendentemente da ogni altra considerazione. Si è esibito insieme al soprano americano Jennifer Rowley. Sul podio il maestro Giampaolo Bisanti, nuovo direttore musicale dell’opera vallone.
Il suo pubblico è là, tanto da fare registrare il tutto esaurito e una lunga fila per avere una sua dedica al termine del concerto. Il lavoro di una vita, la sua gloria scaturita da grandi successi, gli sono riconosciuti indipendentemente dal fatto che, com’è naturale, la sua voce e le sue energie non sono più quelle di un tempo e la sua stella è stata appannata dagli scandali sessuali e da certe ultime prestazioni deludenti.
In Belgio non si è parlato di questo, non ci sono state proteste ufficiali per la sua presenza, ma all’artista è stata tributata un’accoglienza calorosa da parte del pubblico, certamente un omaggio alla carriera, al grande tenore di un tempo, più che alle performance attuali che potrebbero essere comunque di tutto rispetto se Plácido Domingo non si ostinasse in un repertorio che non è più adatto alla sua età e alla sua voce, nemmeno a quella attuale da baritono, quali le arie “Nemico della patria” dall’Andrea Chenier con cui ha aperto lo spettacolo o poi l’aria del giovane Conte di Luna “Udiste… mira d’acerbe lagrime” dal Trovatore in coppia con il soprano americano Jennifer Rowley.
A ormai più di ottant’anni, comunque, Domingo conserva il suo bel timbro, solo un po’ velato, non ha più molto volume e l’orchestra spesso lo copre, ma ancora è capace di qualche bella nota alta ben piazzata, è apparso in forma, sornione e sorridente, su scena il suo carisma ancora seduce e affascina.
Lo spettacolo è stato un’alternanza, nella prima parte, di sinfonie ed intermezzi quali quella dei Vespri siciliani di Verdi e quello della Cavalleria Rusticana di Mascagni, con arie solistiche e duetti di celebri opere; nella seconda parte, lo stesso, ma con brani tratti da zarzuelas.
Sul podio il maestro Giampaolo Bisanti, nuovo direttore musicale dell’opera vallone, che ha diretto con brio e contribuito all’atmosfera simpatica della serata.
Se nella prima parte Domingo ha dato il meglio di sé come Macbeth nell’aria “Perfidi… pietà, rispetto, amore”, è poi nelle arie delle zarzuele e con i bis che ha definitivamente conquistato la sala.
La serata è stata comunque anche un’occasione per scoprire la bella voce brunita, di buon volume e tecnica della Rowley, ben a suo agio nella parte mediana della sua tessitura, che si è esibita nelle arie “Io sono l’umile ancella” dall’Adriana Lecouvreur di Cilea e, più convincente ancora a livello interpretativo, anche in “Pace, pace mio Dio” dalla Forza del Destino e poi in alcune zarzuele. Anche se queste ultime non sono molto conosciute fuori dai paesi di lingua spagnola, le loro melodie accattivanti sono subito piaciute al pubblico e Domingo, in arie come “Ya mis Horas felices…quiero desterrar” dalla zarzuela “La del soto del parral” di Soutullo/vert che racconta l’amarezza per un amore perduto, è riuscito a trasmettere in modo convincente tristezza, disperazione, dolore, c’era vita vissuta nella sua voce.
Ma poi subito spazio di nuovo alla leggerezza, e tra i bis spunta pure l’operetta con il famoso duetto da Danilo e Hanna della Vedova allegra in cui Domingo e la Rowley accennano anche deliziosamente passi di valzer.
Infine, Domingo non si smentisce salutando temerariamente il pubblico con Granada, evidentemente cantata come lui ormai può, ma il pubblico gli ha tributato lo stesso lunghi e calorosi applausi finali.