Kuhn dirige Mozart e Bruckner


10 Feb 2005 - News classica

Sabato 12 febbraio alle 20.30, il nuovo appuntamento alle Muse con la Stagione Sinfonica a cura dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana è con Kuhn dirige Mozart e Bruckner , un concerto di straordinaria bellezza con l'esecuzione di due sinfonie .sul altrettanti modi di restituire l'idea della tempesta, direttore Gustav Kuhn.
Non conosciamo la reazione di Hieronymus Colloredo – tradizionalista principe arcivescovo di Salisburgo – all'ascolto della Sinfonia n. 25 in sol min., K. 183 del suo Konzertmeister di corte Wolfgang Amadeus Mozart. Ma possiamo bene immaginarla di fronte a un opera che manifestava una dimensione del demonico allora inimmaginabile.
Ancora oggi, nonostante la musica scritta dopo Mozart ci abbia abituati a tempeste sonore assai più devastanti nei loro effetti esteriori, si resta allibiti di fronte ad un simile capolavoro, capace di comunicare in modo così immediato una sensazione di energia immane con mezzi strumentali minimi (un'orchestra composta di archi e pochi legni, con quattro corni, senza timpani), affidandosi, specie nell'incredibile primo tempo, al potere di un'idea melodica esplosiva, di un ritmo inarrestabile e, soprattutto, di una costruzione formale saldissima, che riesce a fondere in un'unità granitica tutti gli elementi retorici conferendo loro un senso e un'espressività inauditi.
Mozart non descrive qui una tempesta, nè esalta la forza della natura in quanto tale: egli porta alla luce, liberandolo dalle catene della sua anima individuale e trasferendolo in una dimensione mitica, un demone spaventoso, un impulso primario, di natura fisica e morale, legato allo stato di giovinezza; che è tragico nella sua ambivalente tendenza all'affermazione-distruzione di sè.
Una tempesta, come insegnano gli studi di Goethe sulle nuvole, la si può vivere entrandoci dentro completamente, alla maniera di Mozart; oppure osservandola da lontano, come uno spettacolare evento meteorologico che ha un suo svolgimento complesso e variato, fatto di segnali premonitori, di attese inquiete, di scrosci improvvisi, di ampie schiarite, di giganteschi movimenti di nubi che si addensano in basso o si gonfiano verso l'alto.
Da un tale punto di vista, la tempesta può caricarsi di significati simbolici che attengono al soprannaturale ed apparire, dunque, come una manifestazione della potenza divina. à a questa visione che pare ispirarsi la Sesta Sinfonia in la magg di Anton Bruckner (Ansfelden, Linz, 1824 – Vienna, 1896), scritta dal compositore nel 1881, all'età di 57 anni, ed eseguita integralmente per la prima volta a Vienna il 26 febbraio 1899, dopo la sua morte, sotto la direzione di Gustav Mahler.
Più precisamente, la Sesta di Bruckner può essere letta come una solenne liturgia del creato per il Creatore. Alcuni dei procedimenti musicali classici impiegati da Mozart per esprimere l'elemento tempestoso, come le figure ostinate, gli unisoni e i contrasti dinamici, si ritrovano infatti anche in questa sinfonia, ma in forme completamente diverse, che alludono più o meno esplicitamente al divino.
E Bruckner, che desidera glorificare Dio con la sua musica secondo l'insegnamento di Palestrina e di Bach, si accorge che Dio non c'è più nella società che lo circonda. Il compositore si trova pertanto di fronte ad un problema sostanziale: come rendere universale un'opera d'arte quando manca il Re, Dio, l'Assoluto? L'originalissima soluzione poetica individuata da Bruckner, reazionaria e rivoluzionaria nello stesso tempo, è frutto di un lungo processo di gestazione che lo porta ad integrare nella forma della sinfonia il prezioso patrimonio della sua educazione musicale, comprendente il contrappunto e l'improvvisazione organistica come anche la musica popolare della sua terra, con il linguaggio tecnico-espressivo del romanticismo, da Schubert all'amatissimo Wagner, facendo perno su alcune folgoranti intuizioni dell'ultimo Beethoven, il Beethoven barocco della Nona sinfonia e della Missa Solemnis e quello metafisico dei quartetti dell'estrema maturità .
C'è tutta una pazienza tipicamente cattolica nell'attendere, nel dilungarsi e nel ripetere, nell'avviare processioni di preghiera – commovente quella del secondo movimento, sostenuta dal pizzicato dei bassi – nel restare inerti come in penitenza per esplodere poi in improvvisi fervori che portano a benedire… ma a benedire qualcuno che non c'è, auspicando che ritorni. Quella di Bruckner è una liturgia musicale pura, splendida retorica cerimoniale che festeggia un'assenza, nell'ansia di recupero di un'unità perduta che sarà l'angoscia e la pena dell'uomo contemporaneo.

Programma:
W. A. Mozart
Sinfonia n. 25 in sol min., K. 183
I. Allegro con brio
II. Andante
III. Menuetto
IV. Allegro

A. Bruckner
Sinfonia n. 6 in la magg.
I. Maestoso
II. Adagio: Sehr feierlich (Molto solenne)
III. Scherzo: Nicht schnell (Non veloce) – Trio
IV. Finale: Bewegt, doch nicht zu schnell (Mosso, ma non troppo veloce)

Info:
BIGLIETTI
Platea e prima galleria 20 euro
Seconda galleria 15 euro
Terza galleria e palchi 10 euro
Biglietteria del teatro delle Muse
via della Loggia tel. 071.52525 fax 071.52622 boxoffice@teatrodellemuse.org
dal martedì al sabato dalle 10 alle 17 orario continuato
(nei giorni di spettacolo, la biglietteria è aperta un'ora prima dell'inizio)
www.teatrodellemuse.org


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